La mia morte non è stata che un punto e virgola: a un certo punto si è inserita nella mia vita, ma non ha avuto il coraggio di uccidermi una volta per tutte, e neanche l’audacia di farmi andare a capo e farmi iniziare qualcosa di nuovo. Mi lascia arrancare nell’assurdo tentativo di continuare una vita già iniziata, un lungo periodo in cui non riconosco più né capo né coda.
Una vita senza alcun senso. Non so neanche più cosa sono. Un’anima? Mi chino sul fiume per cercare di acciuffare anche solo un misero centimetro del mio riflesso, ma l’acqua non mi restituisce nulla.
Solo frsssssh frsssssh frsssssh. Mi siedo sulla riva e guardo il cielo. Mi sembra di non aver mai visto così tante stelle in vita mia; vivaci, luminose, tutte rannicchiate intorno alla luna, anche quelle che sembrano più lontane. Vorrei essere come loro, un fratello, coccolato anche io nell’abbraccio di quella materna luce bianca. Anche se sto qui sulla Terra, provo a offrirle il mio viso a occhi chiusi, alla ricerca di conforto. Ma la luce mi passa attraverso, senza rifrazione alcuna. La sua carezza non mi fa sentire protetto. Anzi. Mi fa sentire fragile, mi suggerisce con il suo tocco gentile, ma per me spietato, l’assenza del mio corpo. Mi lascio cadere in avanti, nel fiume. Non ho aspettative, so che tutto scorre, sempre e solo in avanti. Che non ho modo di cambiare ciò che è successo. Voglio solo fuggire da questa luce meravigliosamente maligna.
Com’è successo, esattamente? Ricordo… una banca, sì, sono in una banca. È una giornata fredda, l’ambiente non si riscalda a causa del via vai di persone che aprono e chiudono la porta principale. Aspetto con il mio numerino ben stretto tra le dita, il quarantasei, e per scrupolo controllo di aver portato con me tutti i documenti. Sì, ci sono tutti. Lancio un’occhiata al display sulla parete di fronte: i segmenti di luce rossa disegnano un quarantaquattro. È quasi il mio turno.
Poi delle urla, all’improvviso. Due uomini con il viso coperto e le pistole in mano.«Tutti a terra.» Ecco cosa dicono. Il più tozzo si avvicina a me e mi punta una pistola contro la tempia. Il freddo del ferro mi scatena sottopelle un tremore incontrollato che mi incatena lì, immobile. Sono l’ostaggio perfetto, docile e impaurito. Dice di stare fermi e che faranno presto. Dice «Fermi tutti o sparo». Ma perché sono in banca, poi? Odio chi si ostina a fare le cose di persona quando si possono comodamente fare dal divano di casa con internet. «Tutti fermi!» grida ancora l’uomo che tiene la mia vita sospesa tra la sua pistola e la mia tempia. L’agitazione con cui continua a ripeterlo tradisce la sua espressione dura, rivelando una certa insicurezza e ansia. Penso persino di far leva sulla sua indecisione, improvvisarmi un eroe come quelli dei film, e convincerlo a desistere con un discorso atto a scavare nella sua psiche e nei suoi dolori passati. Inutile dire che nella mia mente non si materializza neanche una parola sensata, nemmeno una che possa cercare di smuovere la sua pietà. O non sarei qui, nel fiume.
Morto, ma non del tutto. Non so dove guardare, cerco conforto negli occhi degli altri ostaggi: un uomo stempiato, di fronte a me, sta tirando fuori dalla sua tasca un cellulare, molto lentamente. «Chiamo la polizia» dice poi, con il cellulare in mano ben visibile. «Fallo e ti giuro su Dio che lo ammazzo, fosse l’ultima cosa che faccio» risponde il mio aguzzino. La pistola inizia a tremare sulla mia tempia, nervosa. Li guardo contendersi la mia vita come uno spettatore esterno, come se non fossi nemmeno lì. Merce di scambio, un inutile insetto che può anche essere sacrificato. L’uomo stempiato esita. Bravo, non facciamo cazzate. Lo continuo a fissare, terrorizzato, a studiare il movimento incerto della sua mano. Spero di farlo desistere. Non ha il coraggio di guardarmi negli occhi, ma ha quello necessario per premere il pollice sul tasto verde della chiamata. La pistola spara come conseguenza diretta; la pallottola mi attraversa il cranio schizzando il mio sangue ovunque.
The end. Fine dei giochi.
E invece no, sono ancora qui.
Che amarezza.
Zeno Manelli (proprietario verificato)
Anime di vetro è, in una parola, coinvolgente.
Le pagine che scorrono con fluidità e piacere ti immergono in un racconto narrativo, che però racchiude un segreto: un messaggio che il lettore vuole dare.
No spoiler!
Personalmente, trovo che questo romanzo sia un connubio esemplare tra “l’utile e il dilettevole”. Per il momento posso solo dire: Bravissimo Manuel!
Tania Buffagni (proprietario verificato)
Questo libro ti divora finché non sei arrivato all’ultima parola. Nel frattempo si viene travolti da uno sproporzionante numero di emozioni, non solo per l’evoluzione che ogni personaggio compie durante il racconto, ma anche perché la storia è narrata da punti di vista molto diversi.
La non banalità, la scioltezza della lettura e il fatto che si venga posti di fronte ad alcune verità che non avremmo mai voluto affrontare, rendono questo libro una tappa obbligatoria per chi ama le trame avvincenti e profonde.
È evidente come pezzi di anima siano anche stati lasciati qua e là da chi questo libro lo ha scritto.
Ilaria Bortolamasi (proprietario verificato)
Onorata di aver potuto leggere bozza di questo scritto. Un libro che ha la capacità di toccarti l’anima dalla prima all’ultima parola.
Impaziente di averlo stampato tra le mani, e saperlo disponibile al mondo!
Sara Fusco (proprietario verificato)
Non vedo l’ora di sapere cosa succederá. Tutto è interessante e travolgente.
Empatia a mille, si viene catapultati negli Stati d’animo dei personaggi e si diventa parte del racconto. Un momento prima puoi sentirti invisibile, subito dopo sentire il cuore in gola e trovarti in mezzo a una rapina.
“Cedo che sia una questione di energie, come tutto nella vita; che ci sia un legame troppo forte che vi ancora alla Terra e non vi permette di andare oltre. La famosa
questione in sospeso. Io la chiamo così: la missione. Qualcosa da portare a termine prima che tu possa andartene”.
Chi non ha una missione nella vita? Quale sarà quella di Jeremy nella sua nuova “vita”? Voglio scoprirlo!
Sara Orlandini (proprietario verificato)
Ho avuto la fortuna di poter leggere l’intera bozza del libro, divorandolo in pochissimi giorni.
Un libro profondo, ricco di emozioni e di viaggi introspettivi. Scritto in modo estremamente attento, delicato e mai banale. Niente è lasciato al caso!
Ho ritrovato piccole parti di me in ognuno dei personaggi.
Un libro che merita di vedere la luce ed essere letto!
Cristel (proprietario verificato)
Come ombra e luce, fragilità e forza, emergono nella linea che guida questo romanzo introspettivo dalla narrazione semplice, chiara, ma mai banale.
Proprio questo dualismo porta il lettore ad immergersi nella trama ed ad immedesimarsi in ciò che rende i personaggi perfettamente imperfetti.
Un romanzo che merita le sue pagine stampate.
Andrea De Santis (proprietario verificato)
In una sua versione precedente, ho avuto modo di leggere la bozza di questo libro.
Coinvolgente e ricco di sfumature.
Una trama che è un crescendo, mai banale e che in più momenti non mi ha fatto staccare dalle pagine.
Consigliatissimo!
Francesca Delsoldato (proprietario verificato)
Ho veramente divorato i primi tre capitoli!!
Sensibilità, fragilità, resilenza.
Un microcosmo di emozioni.
Non vedo l’ora di poter continuare la lettura di questo coinvolgente romanzo!