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In fondo al mar

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Sull’isola di Lampedusa, in una calda mattina d’estate, una giovane famiglia perde la vita in un incidente d’auto. La macchina precipita sulla spiaggia e il corpo di Chiara, la piccola figlia della coppia, viene inghiottito dalle onde. Morgana, una sirena che vive nel mondo sommerso e si occupa di recuperare i corpi di chi muore in mare, trova Chiara e dal primo momento si affeziona alla bambina. La piccola è disperata: vuole ricongiungersi con i suoi genitori che, nel frattempo, sono stati portati altrove. Morgana, allora, decide di intraprendere un “viaggio” sulla terra per realizzare il desiderio della bambina. Grazie all’aiuto della Mammadraga, una donna dall’antica saggezza e dai poteri straordinari che vive a Lampedusa, Morgana si sposterà in altre città, decisa a raggiungere il suo scopo. Lungo il tragitto sarà accompagnata da Fabio, un giovane medico. L’incontro tra i due unirà saldamente il mondo dei vivi con quello dei fondali marini.

C ‘ E R A  U N A  V O L T A  U N A  F A M I G L I A  F E L I C E  ( M A T T I N O )

Si racconta che, su un’isola nel mezzo del mar Mediterraneo, viaggiava spensierata una famiglia. Il lungo inverno si era trasformato in una gentile primavera, e, prima che quest’ultima diventasse una torrida estate, il nucleo aveva lasciato la città e il lavoro per godersi qualche giorno di meritato riposo, senza altri parenti che si contendessero le attenzioni e l’affetto della piccola Chiara. Davide, il papà, aveva pianificato il viaggio nei minimi dettagli durante i mesi di freddo, perché voleva assolutamente portare Giulia-Amore e Chiara-Gioia in vacanza sull’isola. Erano passati quasi tre anni da quando lui e Giulia avevano promesso di rimanere insieme per sempre e da quando Chiara era nata. Tre anni in cui, per quanta gioia e pienezza la bambina avesse regalato alla loro vita, i neo-genitori avevano imparato attraverso prove quasi insuperabili, errori da principianti e notti in bianco —tante notti in bianco —che accudire un neonato, specie se primogenito, era un’esperienza provante. Adesso che la piccola era più grande e autonoma, Davide aveva pensato che fosse il momento per lui e Giulia-Amore di ricordarsi di quando ogni loro più piccolo gesto era stato una meraviglia, così, colto da ispirazione, aveva deciso di sorprenderla e organizzare una vacanza lì dove tutto era iniziato.

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Il loro amore non era stato un colpo di fulmine o una storia travolgente e piena di ostacoli come quelle raccontate nei libri. Era iniziato in sordina, così timido che ci era voluto del tempo perché se ne accorgessero. Si erano conosciuti all’università, in quella città piccola e vivace che è Bologna. Una sera, poco dopo l’immatricolazione, Giulia era stata trascinata dalle sue coinquiline a una festa a casa di un loro amico. Trascinata, perché la ragazza, appena arrivata dalla Sicilia, si sentiva un po’ persa e disorientata da quel cambiamento che l’aveva portata così lontana da casa e le coinquiline, vedendola quasi spaurita, avevano deciso di prenderla sotto la loro ala protettrice, promettendole di aiutarla a sentirsi a suo agio in quella nuova realtà, iniziando, appunto, col trascinarla a una festa. «Prima fai amicizia e meglio è» le avevano spiegato dall’alto della loro esperienza e senza tante cerimonie l’avevano portata con loro.
La festa era stata organizzata per celebrare il ritorno dalle vacanze, la fine della sessione di esami e, più pragmaticamente, per far ripartire la routine della vita universitaria da dove era stata interrotta. Giulia, nel giro di pochi minuti, era stata presentata ad almeno venti persone, aveva assaggiato la sangria e si era messa a ridere con uno degli invitati, anche lui siciliano. A sorpresa il tempo era passato piacevolmente in fretta, e a malincuore allo scoccare della mezzanotte aveva deciso che era giunta l’ora di ritornare a casa, dato l’inizio estremamente mattutino delle lezioni, il giorno seguente. Era stato proprio davanti al portone del palazzo che lei e Davide si erano incontrati per la prima volta. Anche Davide quella sera aveva partecipato a una rimpatriata lì vicino e stava tornando a casa con il suo coinquilino quando un «Accidenti!!!», espresso con molta impazienza e con un accento non proprio della zona, aveva richiamato la sua attenzione. Da gentiluomo qual era si era avvicinato per offrire assistenza, scoprendo che il contrattempo era causato dal lucchetto difettoso della catena della bici. Dopo qualche minuto di ferma persuasione era riuscito a far girare la chiave e a liberare il veicolo dal suo parcheggio. Aveva consegnato la chiave alla sconosciuta Giulia e le aveva consigliato di trovare un altro modo per assicurare il mezzo finché non avesse cambiato lucchetto oppure, aveva aggiunto scherzosamente, di chiamarlo, che sarebbe subito accorso. Giulia, di buon umore, aveva riso, ringraziato e aveva iniziato a pedalare alla volta di casa.
Sarebbe potuta finire lì, ma il giorno successivo Giulia, di fretta e timorosa che la sua bici potesse finire vittima del più grande mercato nero dei veicoli a due ruote d’Italia, l’aveva assicurata a un palo vicino la sua facoltà per trovarsi poi, una volta giunta l’ora di tornare a casa, nello stesso impiccio della sera prima. Il caso o il destino, a seconda dei gusti, volle che Davide passasse di lì in quel momento e, avendola riconosciuta, smontasse dalla sua, di bici, per offrirle di nuovo assistenza. Una volta sbloccato il lucchetto, aveva accompagnato Giulia da un ferramenta di fiducia, dove avevano comprato una di quelle catene moderne la cui apertura non necessita di un braccio persuasivo, ma solo di una buona memoria. Dopo, le aveva offerto un caffè al bar alloggiato al Voltone del Podestà, scoprendo una ragazza un po’ timida, ma solare e generosa di sorrisi anche con gli sconosciuti. Giulia, prima di andarsene, lo aveva ringraziato di nuovo, sollevata di come, anche a Bologna, s’incontrassero persone pronte a dispensar gentilezza fine a se stessa.
Da quel giorno ogni volta che s’incrociarono, si fermarono sempre a scambiare quattro chiacchiere finché Davide, distrattamente, la invitò a una festa organizzata dai suoi amici in un locale, un sabato sera. Giulia ci andò insieme alle sue nuove amiche/colleghe e fu presa tanto in simpatia dalla compagnia di Davide che fu immediatamente scelta dal gruppo come nuova leva. Gli incontri tra i due s’intensificarono, ma oltre a diventare veramente amici quel primo anno non successe altro. Durante il secondo anno di università, Davide si fidanzò conun’altra ragazza che lasciò ben prima di laurearsi, mentre Giulia uscì diverse volte con un suo collega. Al terzo anno s’incontrarono raramente di persona, Davide partì per il Brasile per l’Overseas, e Giulia andò a Praga per il suo anno di Erasmus. Fu proprio la distanza a unirli, generando un fitto scambio di messaggi in cui condivisero i momenti di gioia e di malinconia del vivere in un paese straniero. Al ritorno in Italia Davide fu invitato, assieme ad altri della compagnia, a passare le prime due settimane di agosto a Lampedusa, a casa dei genitori di Giulia. Tra la gioia del ritrovarsi e la spensieratezza dell’estate i due, una sera, si allontanarono dal falò acceso sulla spiaggia e sulle note di un’Albachiara un po’ stonata si baciarono. Un bacio ispirato dal luogo e dall’atmosfera giusta, un bacio che svelò sentimenti pronti a essere riconosciuti e si concluse con una confessione d’amore.
Negli anni, nessuno dei due seppe mai indicare il momento esatto in cui avevano capito di essere innamorati, ma non vi diedero mai molta importanza perché contava solo che lo fossero.
Da quella estate non si lasciarono mai. Furono felici, appassionati, euforici, tristi, arrabbiati, spazientiti. La prima volta che litigarono seriamente non si parlarono per giorni. Eppure, restarono sempre insieme, sempre consapevoli che dall’altra parte c’era qualcuno che stava vivendo la stessa situazione, decisi a non arrendersi alla prima difficoltà, al primo ostacolo che appariva insormontabile, perché erano loro due, Davide e Giulia, a ritrovarsi e a sorridersi una volta passato il temporale. Superarono anche i due anni di separazione, quando Davide si trasferì in Svezia per il dottorato di ricerca e Giulia rimase in Italia per finire l’università. Quando si ritrovarono non persero tempo a trovare un minuscolo appartamento da chiamare casa. Anche la convivenza ebbe le sue ore turbolente, ma le loro basi erano così solide che neppure la totale noncuranza nel riporre i vestiti o il sistematico dimenticarsi i piatti sporchi nel lavandino poté dividerli.
Poi il matrimonio, ma solo per rendere tutto più legale e far contente le nonne. E infine di tutto quel vivere insieme la loro gioia più grande: Chiara dagli occhioni castani come il papà e i boccoli ribelli come la mamma, che a soli tre anni era una viaggiatrice provetta della tratta Svezia-Italia e rideva ogni volta che erano indicate le uscite di emergenza. E che ora, seduta sul suo seggiolino, seguiva appassionata la musica dall’Ipod della mamma, incoraggiando i genitori a intonare con lei la canzone con i versi degli animali che le piaceva tanto. Davide pregò Giulia di cambiare brano: «Ormai la sento anche mentre dormo!». Giulia rispose che preferiva ascoltare cento volte la canzone piuttosto che affrontare la piccola furia. Il marito, dandole della codarda, appena si spense l’ultima nota staccò il cavo dell’Ipod dallo stereo. Chiara aspettò fiduciosa per qualche minuto che la musica ricominciasse da capo e quando non accadde si sporse in avanti curiosa.
Immediatamente Giulia si voltò verso di lei per dirle di tornare a posto. La bambina, che non aveva alcun problema a viaggiare su un aereo ma poco apprezzava il muoversi in macchina, iniziò ad agitarsi e a chiedere che la musica riprendesse. Mentre Giulia si chinava per far ripartire la canzone, la piccola con movimenti da contorsionista circense riuscì a liberarsi dalle cinghie del seggiolino, un sostituto di fortuna per quello dimenticato a casa. Davide, notando strani movimenti, lanciò un’occhiata dietro e vedendola libera fece quello che si era ripromesso di non fare una volta nato il primo figlio: buttò giù una bestemmia da far tremare il cielo. Giulia, allarmata dalla foga del marito, si voltò di scatto trattenendosi a stento dal seguirlo e stava già attivandosi per porre rimedio alla situazione, quando sentirono un clacson suonare all’impazzata. Davide, vedendo il pick-up venirgli incontro a tutta velocità, sterzò così bruscamente da perdere il controllo della macchina, che finì fuori strada e poi giù, giù fino alla spiaggia, irrompendo con uno schianto nel pomeriggio di sole e mare dei bagnanti.

2021-01-11

Aggiornamento

Anno nuovo, social nuovo! Da oggi potrete seguirmi anche su IG: https://www.instagram.com/cermartins/ (@cermartins). In cui parlerò di In fondo al mar, dei libri che leggo e pubblicherò le "occasionali" fotografie del mio cane =)
2020-12-21

Evento

In caso lo abbiate perso ecco il video in cui narro "La vera e tragica storia del Natale"! https://www.facebook.com/cerramartina/videos/4170526309629891 Buona visione! Ps: la storia è sconsigliata per coloro che credono ancora alla bontà del capitalismo
2020-12-16

Evento

Una nuova incursione letteraria per raccontare l'unica storia di Natale possibile quest'anno in cui le solite storie melense e piene di buoni sentimenti non scintillano e brillano come al solito, e anzi suonano stonate come un carillon che suona jingle bells con le batterie quasi scariche. Vi aspetto sabato 19 alle 15:00 con "La vera e tragica storia del Natale"! Link: https://facebook.com/events/s/la-vera-e-tragica-storia-del-n/455886905422497/
2020-12-09

IlReventino.it

Grazie al IlReventino.it e a Raffaella De Grazie per il supporto (e il bell'articolo)!! =) https://www.ilreventino.it/in-fondo-al-mar-continua-la-straordinaria-campagna-di-crowdfunding-di-martina-cerra-quasi-raggiunto-lobiettivo/
2020-12-02

Aggiornamento

Mammadraga (o dei personaggi che bisogna cercare) Come avrete già intuito sono un’appassionata di favole tanto che tra i libri che più hanno segnato il mio viaggio di lettrice, e poi la mia attività di scrittrice, ci sono le Fiabe Italiane di Italo Calvino. Quindi avendo preso spunto da una fiaba per costruire la storia, mi sembrava doveroso rendere un omaggio alla terra che ospita l’inizio e la fine del racconto, la Sicilia. Da qui la ricerca di un personaggio della tradizione favolistica siciliana che potesse infilarsi nella trama e prendersi il suo spazio. Le Mammedraghe, in verità, sono dei mostri antropomorfi con cui gli eroi delle fiabe devono confrontarsi e su cui devono prevalere per poter realizzare il loro destino. Generalmente mangiano i bambini e, al caso, non disdegnano le giovani fanciulle. Come ho scritto la mia Scilla, e le sue antenate, non hanno mai mangiato un bambino in vita loro e anzi hanno sfruttato la malizia e l’astuzia tipici della loro stirpe per perdurare e affermarsi in una realtà che non crede più alla loro esistenza. Descriverla come la matriarca di una famiglia numerosa e su cui impera come un sovrano assoluto mi ha divertito molto anche perché, essendo la tradizione favolistica italiana piena di donne malefiche, streghe e, per l’appunto, mammedraghe, mi ha permesso di sovvertire un pregiudizio di genere per cui se una donna si comporta in maniera differente viene raccontata e ricordata come cattiva. Un altro omaggio alla tradizione favolistica siciliana è anche l’incipit del libro che inizia proprio con il “Si cunta” o in italiano “Si racconta”.
2020-11-23

Quotidiano del Sud

Grazie a Quotidiano del Sud e a Caterina Pometti per l'articolo e la bella chiaccherata!!! 😊😊
2020-11-23

Aggiornamento

Il video della mia incursione letteraria su facebook in cui leggo (visibilmente emozionata) i primi tra capitoli di "In fondo al mar" Buona visione! :) https://www.facebook.com/cerramartina/videos/4091635610852295
2020-11-16

Aggiornamento

Annunciazion! Annunciazion!
2020-11-12

Aggiornamento

Fabio, Orsy (o dei personaggi che bisogna costruire) Fra tutti i personaggi Fabio è stato il meno difficile da costruire perché ha avuto la fortuna di avere un riferimento reale a cui ispirarsi, un medico che, mentre scrivevo il libro, stava studiando proprio per la specializzazione in medicina legale e che ha pazientemente risposto a tutte le domande da profana che gli ho fatto per raccogliere informazioni. È grazie a lei che mi si è accesa la lampadina sul chi poteva essere il coprotagonista. Per quanto riguarda il come doveva essere, un personaggio preponderante come Morgana aveva bisogno di esser bilanciata da una controparte più sottile che avendo a disposizione “meno” spazio riuscisse a emergere in poche battute. Da qui la costruzione di un giovane a cui non basta vedere il mondo da uno schermo ma che ha bisogno di viverlo in prima persona, gentile e paziente (tanto paziente), innamorato perso della sua ragazza Elisa. Orsy, al contrario di Fabio, è il personaggio inventato di sana pianta con cui ho dato briglia sciolta alla fantasia. Mi piaceva l’idea di avere un pezzo di Chiara che viaggiasse con i due compagni e che mi permettesse di raccontare il prima e il dopo della morte dal punto di vista di chi vive il lutto sulla propria pelle (pelliccia sintetica nel caso specifico). Avendo scelto un tono che rendesse più facile la lettura di argomenti così impegnativi e difficili, l’orsacchiotto di peluche è l’escamotage con cui ho dato un tono personale alla storia senza renderla nello stesso tempo troppo dolorosa.
2020-11-02

Aggiornamento

Dopo aver parlato della genesi della storia vorrei dedicare i prossimi aggiornamenti ai personaggi inziando, ovviamente, dalla protagonista: Morgana (o dei personaggi che si hanno). In una storia ispirata alla favola di Andersen il personaggio principale non poteva che essere, per l’appunto, una sirena. Non avendo come obbiettivo una rivisitazione in chiave moderna della favola o del personaggio, negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi libri che hanno fatto questa operazione, ho voluto raccontare il più realisticamente possibile una protagonista che non esiste (forse). Da qui la differenza più netta tra Ariel e Morgana, con la seconda manifestatamente ostile nei confronti degli uomini. Sotto la diffidenza e il cinismo, però, come molti tra noi, la mia sirena è una persona empatica e sensibile che non riesce più a ignorare la sofferenza che la circonda. La decisione di agire, di fare la cosa che considera più giusta, la porterà a camminare sulla terraferma ma soprattutto la porterà a riflettere su alcuni aspetti della sua vita e su qualcuna delle sue convinzioni perché, come a volte succede, è solo quando si è a un mondo di distanza che si riesce a vedere più chiaramente. Il nome della mia sirena è stato ispirato dalla leggenda della Fata Morgana che in particolari giornate di agosto e settembre si diverte a "ingannare" i naviganti facendogli credere che con un balzo possano attraversare lo stretto di Messina.
2020-10-22

A Punta di Penna

Grazie a Raffaella De Grazie e "A Punta di Penna" per l'interesse alla campagna di crowdfunding e il bell'articolo! http://www.apuntadipenna.it/2020/10/22/crowdfunding-ed-editoria-la-sfida-di-martina-cerra-in-fondo-al-mar-fantasy-dellanima/
2020-10-22

Aggiornamento

100 copie!!! Grazie! Grazie! Grazie! Quando ho iniziato questa avventura non avrei mai immagginato di riuscire a essere a metà del viaggio in così poco tempo. Questo risultato è solo merito di tutte le persone che hanno preordinato il libro, quindi grazie infinite parenti, amici, conoscenti e illustri sconosciuti!! Visto che ogni promessa è debito, da oggi, oltre alla bozza non editata di In fondo al mar, sarà possibile scaricare un contenuto extra. Una storia breve intitolata Polvere di stelle. Eccone uno sneaky peek: "Nel prato di fronte casa mia, sotto un sasso, vicino al vialetto, viveva una formica. Questa formica non aveva un nome e non abitava da sola, ma apparteneva a un formicaio di cui lei era una delle tante operaie. Il suo lavoro, l’unico scopo della sua vita, era esplorare il giardino alla ricerca del cibo per sostenere la sua grande famiglia. Ogni giorno, e a volte anche di sera, ma solo in piena estate, la formica usciva dalla tana e prendeva una direzione qualsiasi alla ricerca del cibo. Fu durante un’esplorazione notturna che accadde quello che vi voglio raccontare. Era agosto e quel giorno la temperatura aveva superato i 40 gradi, per questo una volta calato il sole e l’aria, finalmente, era diventata più fresca, la formica uscì da sotto il sasso e iniziò come sempre la sua esplorazione. Dopo quasi un’ora di girovagare, stanca e spazientita, alzò gli occhi al cielo prendendosi un grosso spavento. I puntini luminosi che illuminavano la notte si stavano staccando, cadendo a terra in una scia luminosa. Affranta la formica tornò al formicaio, sicura che il mondo stava per finire..."
2020-10-12

Aggiornamento

Cari lettori, grazie infinite per il sostegno mostrato in queste prime settimane di campagna!! Siete stati così numerosi e disponibili che siamo già a un soffio dai primi 100 preordini!! Per questo ho deciso di farvi un regalo😊 Al raggiungimento del 50% sarà disponibile un contenuto extra per tutti coloro che avranno preordinato il libro fino a questo momento 😉
2020-10-10

Aggiornamento

Dopo quel primo barlume di idea, In fondo al mar è rimasto a lungo nel cassetto perché affrontando temi molto reali e molto impegnativi, come la morte e il fenomeno della migrazione, avevo bisogno di capire come volevo farlo. Dopo averci pensato a lungo uno degli obbiettivi che mi sono data scrivendo è stato quello di voler parlare anche di questa nostra epoca disincantata, in cui sempre più difficilmente riusciamo a meravigliarci. La tecnologia, che in sé e per sé è meraviglia, ci ha reso paradossalmente indifferenti alla possibilità che con un click possiamo vedere chi sta in questo momento attraversando l’incrocio di Shibuya, o sapere cosa sta succedendo ad una stella ad anni luce di distanza da noi. Come appassionata della filmografia dello Studio Ghibli e del Realismo Magico sudamericano, ho scelto di colorare la nostra realtà, rendendola un po' più strana e affollata del solito, facendo vivere e camminare in mezzo a noi sirene, fantasmi e Mammedraghe.
2020-10-01

IlReventino.it

Ringrazio ilReventino.it e Raffaele Cardamone per il bellissimo articolo di presentazione del libro e promozione della campagna di crowdfunding! https://www.ilreventino.it/in-fondo-al-mar-di-martina-cerra-un-romanzo-tra-il-fantastico-e-il-reale-che-tocca-le-corde-dellanima/
2020-10-02

Aggiornamento

Ricordo perfettamente quando ho avuto la prima idea per "In fondo al mar". Era il 3 ottobre 2013, il giorno della tragedia di Lampedusa, il giorno in cui 386 migranti morirono a poche miglia a largo del porto dell'isola. La sera stavo facendo zapping e per caso inccappai nello speciale di Gazebo. Guardando le immaggini mi chiesi: chi si occuperà di tutte quelle persone? Chi si prenderà cura di loro, morti a migliaia e migliaia di chilometri da casa? Ci è voluto un po' di tempo, e qualche esperienza vissuta sulla pelle, ma nel 2018 riuscii a mettermi davanti a un foglio vuoto e a dare una risposta a quelle domande, a raccontare la mia versione di cosa succede dopo la morte. E voi? Avete avuto modo di leggere qualche pagina del libro? Fatemi sapere cosa ne pensate! =)

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Adesso che ci hai raccontato come comincia, quanto tempo occorrerà aspettare per sapere come finisce? E col libro in mano? Comunque complimenti, non sono un critico letterario ma il racconto mi é sembrato particolarmente scorrevole e piacevole. Grazie!

  2. (proprietario verificato)

    All’inizio mi ha colpito l’idea, perché l’autrice ha saputo affrontare un tema, di per sé tragico e non poco impegnativo, con un mix di magia e da una prospettiva (direi anche “fisica” ) completamente inedita. Poi, quando ho ascoltato la lettura dei primi tre capitoli in diretta, ho proprio pensato che non vedevo l’ora di avere la mia copia per sapere come andava a finire. Consigliatissimo!

  3. (proprietario verificato)

    Una lettura non impegnativa che scorre piacevolmente e tratta in maniera originale uno degli aspetti inevitabili della vita. Brava sorella

  4. (proprietario verificato)

    Non vedo l’ora che l’autore me lo porti personalmente in Turchia, autografata ovviamente..

  5. (proprietario verificato)

    Cara Martina non vedo l’ora di leggerlo e ascoltare i primi tre capitoli non ha fatto altro che aumentare questa mia curiosità

  6. (proprietario verificato)

    Un libro schietto ed umano, che rispecchia l’animo della scrittrice. Capace di non nascondere il dolore, riuscendo a trasformarlo in bellezza. È proprio quel libro che manca nella tua libreria:)

  7. (proprietario verificato)

    Già solo la sinossi rivela una grande storia, non vedo l’ora di ricevere la mia copia cartacea e immergermi tra le pagine di questo racconto così attuale ma anche senza tempo per viaggiare attraverso luoghi e persone che possano ispirarmi.
    Grazie Martina per questa incredibile avventura!

  8. (proprietario verificato)

    Storia originale e davvero ben scritta. Si nota che l’autrice si è documentata bene per le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi che studiati a puntino, sono davvero interessanti. Questa storia ha stuzzicato la mia curiosità e non sono riuscita ad aspettare la versione cartacea,non vedo l’ora di avere la mia copia cartacea per rileggerlo. Complimenti

  9. (proprietario verificato)

    Titolo, storia, ambientazioni e quanto letto fin ora è ciò che serve per iniziare a sognare. Bravissima Marti non vedo l’ora di leggere la versione cartacea. Concedetevi un po’ di magia!

  10. (proprietario verificato)

    Bravissima Martina! Storia bellissima, lettura scorrevole e scritto molto bene. Nonostante avessi ordinato la versione cartacea non sono riuscita a tenere a bada la mia curiosità e sono corsa a leggere la versione digitale; e ho fatto bene. Mi è piaciuto tantissimo. Che dire?! Aspetto già il prossimo!

  11. (proprietario verificato)

    Una storia interessante, un punto di vista non convenzionale…un solo consiglio: leggero!!! Ma non solo una volta…

  12. (proprietario verificato)

    Una storia che fa sognare e da speranza su come sarebbe bello se la realtà fosse veramente così. Molto piacevole da leggere. Brava

  13. (proprietario verificato)

    Un libro che tratta in maniera originale argomenti scabrosi e attuali. Scritto bene e ricco di particolari, soprattutto nella prima parte, che dimostrano come l’autrice si sia documentata prima di mettersi a scrivere. Bei personaggi descritti accuratamente. Un buon libro a cui trovo un’unica pecca: dura poco!

  14. Tiziana Bonacci

    (proprietario verificato)

    C’è chi pensa che con la morte finisca tutto, paradiso o inferno e c’è chi propone un altra alternativa facendoci pensare che si possa essere felici anche dopo la morte. Questo è cio che ci propone l’autrice, in un racconto semplice e leggero, ispirato dalla leggenda delle sirene di andersen.
    Prendetevi un momento per apprezzare questo bel libro, una storia leggera che ti prende il cuore e ti lascia un sorriso.

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Martina Cerra
MARTINA CERRA, nata a Milano, dall’età di nove anni risiede a Decollatura, un piccolo paese dell’entroterra calabrese. Come molti suoi coetanei, ha studiato, svolto i lavori più svariati ed è tutt’ora alla ricerca di un centro di gravità permanente. La sua prima passione è la lettura, seguita dalla scrittura. È una lettrice onnivora e più volte le è successo di finire un libro e iniziare a immaginare un finale diverso e cosa avrebbe dovuto esser modificato nella trama per accomodarlo. È così che ha scoperto la scrittura e quanto la aiuti a tenere sotto controllo la sua stravaganza.
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