Nonostante la situazione di svantaggio Fabio, che non poteva lasciare il tirocinio senza preavviso e voleva presenziare alle autopsie dei migranti che erano previste per il giorno successivo, riuscì ad imporsi per partire da lì a tre giorni. Mostrando il sito dei voli alla Mammadraga aveva argomentato su come fosse preferibile aspettare e prendere il primo volo quasi diretto, con uno scalo a Roma ma solo per far salire altri passeggeri, piuttosto che cambiare in un qualche aeroporto affollato con il rischio di perdere la sua assistita. Morgana, punta sul vivo per esser stata chiamata in quel modo, aveva fermamente insistito nel partire il prima possibile. Era in pericolo il benessere di una bambina! Il dibattito tra fata e medico si era immediatamente acceso, tanto che l’intera famiglia aveva deciso di parteciparvi dividendosi chi per una fazione chi per l’altra. La situazione si era surriscaldata velocemente, anche a causa della quantità di alcool che fin dall’antichità era tradizione offrire agli ospiti della casa, tanto che Scilla fu costretta a interrompere la baruffa con un brutale intervento di pacificazione. Nell’ordine decretò: che sarebbero partiti tre giorni dopo; che Morgana doveva rassegnarsi e accettare i consigli di Fabio, per il semplice fatto che ne sapeva più di lei sul mondo degli uomini; che Fabio quella sera stessa avrebbe dovuto fare un giuramento vincolante e che avrebbe passato il tempo libero prima di partire studiando il materiale che Maria stava preparando, per essere pronto per ogni evenienza.
“Che tipo di evenienza?!” aveva chiesto il ragazzo preoccupato da quella precisazione.
“Del genere che può capitare” aveva risposto la Mammadraga “Sei un medico, no? Non ti hanno insegnato a intervenire in caso di emergenza?”
“Emergenza medica” puntualizzò Fabio.
“Credi davvero che la magia possa trasformare completamente una sirena in un’umana?” aveva ribattuto Scilla spazientita.
Era stato a quelle parole che il ragazzo aveva realizzato appieno cos’era Morgana, l’eccezionalità che rappresentava. Vedendo lo sguardo quasi vivisettorio che il ragazzo le rivolse, la sirena sentì un brivido passarle lungo la schiena e si ripromise che il giuramento vincolante sarebbe stato più articolato della semplice promessa di aiutarla. Quando tutte le questioni materiali del viaggio erano state risolte, Fabio si era sentito finalmente libero di potersi alzare dal tavolo, dove ormai solo i più intrepidi pasteggiavano ancora con il limoncello. Venne fermato a neanche metà del raddrizzamento, non poteva lasciare il palazzo prima del giuramento. Sospirando si era messo una mano sul cuore e alzata l’altra all’altezza della spalla aveva iniziato “Giuro di…”
“Che stai facendo? Che cos’è quello?” lo aveva bloccato Scilla.
“Il giuramento!”
Armando ridendo gli aveva dato una pacca sulla spalla “Fabio sei qui da più di tre ore e ancora ti comporti come se non sapessi la verità!”
Fabio rassegnato si era rivolto al capofamiglia “Cosa devo fare?”
“Prendi la mano di Morgana” gli aveva risposto afferrando bruscamente la mano destra della sirena costringendola ad alzarsi. Quando le due mani, con malcelata diffidenza, furono strette, Scilla aveva preso un ago da una delle tasche del vestito e si era punta un dito, prima di passarlo sulla striscia di tela che Maria teneva tesa tra le mani per lasciare una sottile striscia rossa. Preparata la benda la Mammadraga aveva iniziato ad avvolgerla sulle mani intrecciate dei due e con voce cantilenante aveva chiesto a Fabio “Fabio, seguace di Askeplios, prometti di aiutare Morgana, figlia del mare, nel suo viaggio alla ricerca dei genitori di Chiara?”
Fabio, troppo preso dall’osservare come ogni volta che la benda si posava sulle mani intrecciate si dissolveva facendo formicolare la parte interessata fino alle ossa, non aveva risposto finché Morgana non gli strinse la mano fino a stritolarla per disincantarlo. Il ragazzo aveva spostato lo sguardo sulla Mammadraga e si era affrettato a dire “Sì, lo prometto”
“E prometti di rimanere accanto a Morgana fino a che non sarà tornata sana e salva su quest’isola?” aveva continuato Scilla avvolgendo un altro lembo della tela.
“Lo prometto”
“E prometti di non rivelare mai ad anima viva, né con la voce, né in altro modo, quello che hai visto e vedrai durante questo viaggio?”
“Lo prometto”
“Ciò…”
“No!” era intervenuta Morgana precipitosamente “Deve promettere anche di trattarmi come se fossi un umano… di smetterla di guardarmi come se fossi una nuova specie animale da studiare!!”
“Coosaaa?!?! Io non ti guardo come se fossi una specie animale da studiare!!” si era indignato il ragazzo dando iniziò a un confronto di sguardi che durò qualche secondo, finché Fabio aveva ceduto dicendo: “Prometto di trattarti come una persona e non come un animale da studiare… tanto non avrei comunque potuto pubblicare!”
“Ciò che il mio sangue ha suggellato non sia rotto, o l’infamia del sottrarsi alla parola data ricadrà sui discendenti dell’uomo per cento anni” aveva concluso impietosa la Mammadraga. Fabio aveva lasciato di pessimo umore il palazzo, la dispensa da studiare stritolata tra le mani.
Tre lunghissimi giorni dopo l’aeroporto si presentò come un mondo totalmente alieno per Morgana che capì che quello sarebbe stato il suo battesimo del fuoco. Fino a quel momento la sua esperienza sulla terraferma era stata relativamente facile; l’isola di Lampedusa era un mondo piccolo e conosciuto alla sua comunità, e circondata e protetta dalla famiglia della Mammadraga aveva potuto essere chi era veramente, una sirena trasformata in un’umana. Dal momento in cui sarebbe scesa dalla macchina davanti al terminal delle partenze sarebbe iniziata la grande recita per confondersi nella folla, per diventare una tra centomila. Oltrepassata la porta, che a sorpresa si aprì da sola, la sirena fu letteralmente sopraffatta. Voci che dall’alto continuavano a parlare, annunciando prima una notizia e subito dopo un’altra. Ferro, plastica e vetro che chiudevano lo spazio, dividendo nettamente il fuori dal dentro. Le correnti di aria artificiale, che Fabio le spiegò erano generate da macchine chiamate condizionatori. E umani, umani ovunque. Uomini, donne, bambini. Persone che indossavano vestiti simili e camminavano con aria affaccendata, e turisti, riconoscibili dalle valigie trascinate e dall’orgoglio con cui esibivano i segni della vacanza appena trascorsa, come la pelle rosso fuoco per la troppa esposizione al sole. Morgana dopo qualche metro dovette fermarsi paralizzata dalla paura. Come avrebbe potuto mimetizzarsi? Non era possibile! Qualcuno l’avrebbe sicuramente scoperta! Fabio, che aveva il compito di portare le valigie, si fermò a sua volta e vedendola sul punto di svenire le prese il viso tra le mani costringendola a focalizzare lo sguardo su di lui. “Morgana andrà tutto bene. Nessuno si accorgerà di niente, fidati. Gli uomini sono troppo presi dalla realtà del loro quotidiano per accorgersi che una sirena cammina in mezzo a loro.”
La sirena storse la bocca in una smorfia:“Tu lo sai… magari qualcuno mi vede perché sono insieme a te e…”
“Gli uomini vedono solo quello che vogliono vedere, lo sai? Voglio dire finché non hai deciso di dirmi la verità, ti pensavo solo come la ragazza con il più strano colore di capelli mai visto”
Offesa la sirena liberò il volto dalla presa gentile e stava per dirgli quello che pensava del suo colore di capelli quando vide che il suo compagno di viaggio l’osservava con aria soddisfatta,“Il mio colore di capelli eh?”
Fabio scrollò le spalle. “Puro intuito maschile nel riuscire dire la cosa sbagliata anche quando non lo si vuole. Meglio? Bene. Prendimi il braccio, stiamo andando ai controlli di sicurezza, rilassati e fai quello che faccio io.”
La sirena annuì e stavano per ripartire che domandò sospettosa: “Cosa sono i controlli di sicurezza?”
“Niente di che. Le autorità aeroportuali vogliono solo accertarsi che non siamo terroristi che vogliono dirottare l’aereo.”
“Oh!” commentò per niente rassicurata.
Come temeva dal nome, i controlli di sicurezza misero ancora più a dura prova i suoi nervi. La donna in divisa continuava a farle domande e a darle istruzioni nello stesso tempo “Signora ha liquidi nella borsa? Creme, bagnoschiuma, trucchi? Anche il trolley va messo sul rullo. Il computer va tirato fuori dalla valigia. Indossa la cintura? Le scarpe hanno inserti in metallo? Bracciali, orecchini e orologi devono essere messi nel cestino.”
Il momento peggiore fu quando la porta accanto a lei si mise a suonare e l’uomo che l’aveva appena oltrepassata fu fermato per essere perquisito e Fabio dovette darle una spinta per farle oltrepassare la sua di porta. Superato lo scoglio dei controlli Morgana riuscì in parte a rilassarsi e ad allentare l’istinto di sopravvivenza che la teneva allerta come se da un momento all’altro dovesse fuggire perché scoperta. Riuscì persino a sentire i primi morsi della fame, quella mattina aveva mangiato poco o niente per la tensione. Fabio, però, decretò che sarebbe stato meglio mangiare una volta giunti a Bologna, non volendo passare il viaggio di tre ore e più pronto a porgerle il sacchetto per il vomito. Morgana, naturalmente, si indignò per la poca considerazione che aveva dei suoi nervi e protestò a gran voce sul fatto di sentirsi meglio, praticamente a suo agio. Per fortuna Fabio non le credette; le tre ore di volo furono una vera e propria tortura. L’ambiente claustrofobico della cabina, l’affollamento, lo spazio stretto del sedile in cui, come aveva suggerito quella che Fabio aveva chiamato hostess, doveva “mettersi comoda e godersi il viaggio” furono davvero troppo per la sirena al suo primo, e se quello era il mezzo di trasporto per eccellenza della razza umana, ultimo viaggio nel mondo asciutto. Come facevano gli uomini a sopportarlo? L’atmosfera era rarefatta e puzzava come non mai, nonostante la continua immissione di aria artificiale. Il rumore era cacofonico, e non ci si poteva sottrarre, perché erano sigillati dentro la macchina. E se questo non era abbastanza, tra loro e il suolo c’erano miglia e miglia di vuoto! Morgana di nuovo in preda al panico, istintivamente afferrò la mano di Fabio che, nascondendo una smorfia di dolore, le chiese di cercare di sopportare ancora per qualche minuto, fino alla fine della dimostrazione di sicurezza. La sirena strinse i denti e sbatté convulsamente le palpebre per scacciare il pizzicore che aveva negli occhi, concentrandosi sullo strano linguaggio dei membri dell’equipaggio che con gesti coordinati indicavano cosa fare in caso di ammaraggio. Dopo quelle che sembrarono ore la dimostrazione finì e Fabio, senza chiederle il permesso, le mise un pezzo di stoffa sugli occhi fissandolo dietro la testa e le poggiò due aggeggi freddi sulle orecchie. Al buio e nell’improvviso silenzio la sirena fu sommersa dal rumore delle onde che si infrangono sulla battigia, dei gabbiani che sugli scogli conversavano del più e del meno e del vento che soffia sull’acqua arruffandone la superficie. Avvolta dai suoni familiari e con Fabio che continuava a stringerle la mano, per farle sentire che era ancora lì vicino a lei, Morgana riuscì a rilassarsi sufficientemente per ignorare di trovarsi su una macchina volante che la stava portando sempre più lontano da casa.
Vincenzo Bisantis (proprietario verificato)
Adesso che ci hai raccontato come comincia, quanto tempo occorrerà aspettare per sapere come finisce? E col libro in mano? Comunque complimenti, non sono un critico letterario ma il racconto mi é sembrato particolarmente scorrevole e piacevole. Grazie!
Diana Briguglio (proprietario verificato)
All’inizio mi ha colpito l’idea, perché l’autrice ha saputo affrontare un tema, di per sé tragico e non poco impegnativo, con un mix di magia e da una prospettiva (direi anche “fisica” ) completamente inedita. Poi, quando ho ascoltato la lettura dei primi tre capitoli in diretta, ho proprio pensato che non vedevo l’ora di avere la mia copia per sapere come andava a finire. Consigliatissimo!
Nicolò Cerra (proprietario verificato)
Una lettura non impegnativa che scorre piacevolmente e tratta in maniera originale uno degli aspetti inevitabili della vita. Brava sorella
Esra Ateş (proprietario verificato)
Non vedo l’ora che l’autore me lo porti personalmente in Turchia, autografata ovviamente..
Assunta Mancuso (proprietario verificato)
Cara Martina non vedo l’ora di leggerlo e ascoltare i primi tre capitoli non ha fatto altro che aumentare questa mia curiosità
Martina Pizzuto (proprietario verificato)
Un libro schietto ed umano, che rispecchia l’animo della scrittrice. Capace di non nascondere il dolore, riuscendo a trasformarlo in bellezza. È proprio quel libro che manca nella tua libreria:)
PAULA SUAREZ (proprietario verificato)
Già solo la sinossi rivela una grande storia, non vedo l’ora di ricevere la mia copia cartacea e immergermi tra le pagine di questo racconto così attuale ma anche senza tempo per viaggiare attraverso luoghi e persone che possano ispirarmi.
Grazie Martina per questa incredibile avventura!
Barbara Bonacci (proprietario verificato)
Storia originale e davvero ben scritta. Si nota che l’autrice si è documentata bene per le descrizioni dei paesaggi e dei personaggi che studiati a puntino, sono davvero interessanti. Questa storia ha stuzzicato la mia curiosità e non sono riuscita ad aspettare la versione cartacea,non vedo l’ora di avere la mia copia cartacea per rileggerlo. Complimenti
Angela Staropoli (proprietario verificato)
Titolo, storia, ambientazioni e quanto letto fin ora è ciò che serve per iniziare a sognare. Bravissima Marti non vedo l’ora di leggere la versione cartacea. Concedetevi un po’ di magia!
Chantal Maroni (proprietario verificato)
Bravissima Martina! Storia bellissima, lettura scorrevole e scritto molto bene. Nonostante avessi ordinato la versione cartacea non sono riuscita a tenere a bada la mia curiosità e sono corsa a leggere la versione digitale; e ho fatto bene. Mi è piaciuto tantissimo. Che dire?! Aspetto già il prossimo!
Elena Bracco (proprietario verificato)
Una storia interessante, un punto di vista non convenzionale…un solo consiglio: leggero!!! Ma non solo una volta…
AngelaBonacci (proprietario verificato)
Una storia che fa sognare e da speranza su come sarebbe bello se la realtà fosse veramente così. Molto piacevole da leggere. Brava
Lorenzo Cerra (proprietario verificato)
Un libro che tratta in maniera originale argomenti scabrosi e attuali. Scritto bene e ricco di particolari, soprattutto nella prima parte, che dimostrano come l’autrice si sia documentata prima di mettersi a scrivere. Bei personaggi descritti accuratamente. Un buon libro a cui trovo un’unica pecca: dura poco!
Tiziana Bonacci (proprietario verificato)
C’è chi pensa che con la morte finisca tutto, paradiso o inferno e c’è chi propone un altra alternativa facendoci pensare che si possa essere felici anche dopo la morte. Questo è cio che ci propone l’autrice, in un racconto semplice e leggero, ispirato dalla leggenda delle sirene di andersen.
Prendetevi un momento per apprezzare questo bel libro, una storia leggera che ti prende il cuore e ti lascia un sorriso.