Nella periferia Santarcangiolese, in provincia di Rimini esiste un esercizio commerciale “vintage” in cui il tempo si è fermato. Varcando la soglia di questa “giungla consumistica” ci si accorge che nulla è in ordine ma tutto è al suo posto. Facendo la spesa con carrelli ingombranti districandosi in un supermarket così piccolo, il lettore consumatore si accorgerà che è circondato dai Santini, una in particolare, Santa Lucia, posizionata alla cassa che veglia sui gestori, un gruppo di adorabili anziani. Fra i detersivi presenti negli scaffali si noterà che anche i prodotti hanno un cuore. Come si fa a non innamorarsi della dolcezza di Omino Bianco e a non restare sedotti dal muscoloso Mastro Lindo che strizzando l’occhio sembra dire: “Penso a tutto quanto io?”. Ecco. Addentrandosi nel “supermarket dei vecchietti” fra gli scaffali, tutto può accadere!
Perché ho scritto questo libro?
Questi racconti sul “negozio dei vecchietti” vicino Santarcangelo di Romagna (RN), sono nati, inizialmente come dei semplici post su Facebook, dove ogni tanto, raccontavo ciò che notavo facendo la spesa e la cosa divertiva i miei amici. Così ho continuato a scrivere, creando un ciclo di racconti e soprattutto, andando a fare la spesa dai miei cari vecchietti!
ANTEPRIMA NON EDITATA
Oggi avevo voglia di biscotti e anche di preparare un dolce. Mancava il latte così, sono tornata nell’esercizio commerciale dove tutto è possibile, il negozio dei vecchietti! Ormai non riesco a non andare in quel luogo vintage, grande come un ripostiglio dove ogni cosa è stipata e ammassata a dovere, il posto in cui i gambaletti socializzano con le scatolette di tonno e le mutande si danno da fare con le bottiglie di vino, amari, liquori. Lì, dove i pigiami in vendita sono stesi come panni al sole su un filo di spago agganciato a due scaffali. In quel negozio, poi, è sempre Pasqua, Natale, Epifania e vi è quell’uovo noto al cioccolato posizionato in diagonale sul nastro della cassa per invogliare il consumatore ad acquistarlo.
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Entro e sulla sinistra vicino al banco delle offerte c’è il cognato di Luisa ultranovantenne, seduto su una di quelle sedie rotte da regista, appoggiato al carrellino della spesa. Mi dice: “Buonasera” e io rispondo cordialmente! Ha i capelli rasati, baffetti bianchi, qualche dente e una corporatura medio robusta, l’occhio vispo di chi è stato un conquistatore, ma galante, di quegli uomini (perle rare) che possono amare una sola donna per tutta la vita.
Comincio la mia ispezione e sulla destra accanto ai carrelli impilati vi è uno scatolone con dentro del povero baccalà abbandonato che emana un discreto odorino, ha l’aria triste, nessuno si cura di lui. Lì a fianco, la frutta e la verdura non è che stiano meglio, poiché quelle cassette che ospitano i prodotti malandati sono come camere ospedaliere in cui le mele, i pomodori, il prezzemolo, i limoni e le cipolle spennate, sono ricoverati!
Vado avanti verso il bancone dei “salumi” e “formaggi” e noto altre cose: su alcuni ripiani posti dietro il frigo contenente gli insaccati e i latticini, si possono ammirare delle scatole di zampone, cotechino e un telefono in corrispondenza di una affettatrice. L’apparecchio è tipico degli anni 80, quando il numero si componeva facendo il giro tondo! Dopo essermi inoltrata nel “corridoio” dei detersivi, strizzando l’occhio a Mastro Lindo, noto un signore di spalle. Pare abbastanza prestante di fisico e mentre penso che è la volta buona per fare conquiste, si volta: il suo viso è completamente schizzato da nei di tutti i tipi, potrei dire come Bruno Vespa anche se è più simile a un dalmata.
Silvia Sanchini (proprietario verificato)
Complimenti a Chiara per il suo coraggio e la sua creatività! Un abbraccio!