Una giovane studentessa diffidente verso la gentilezza, un uomo di mezza età che cerca di rispondere a un’imprevista quotidianità, un padre di famiglia frustrato, una coppia di sposi infelici, un avvenente professionista in un vagone notturno, due adolescenti al loro primo appuntamento, un uomo specchiato alla sua vecchiaia che sceglie, decisamente, la propria rinascita.
Questi sono gli “ingredienti” di questa raccolta di racconti, ma la vera protagonista è la quotidianità e le infinite possibilità che questa apre. Il libro è un inno alla scelta libera e consapevole, all’abbattimento dei muri convenzionali che generano dolori muti; una preghiera laica che, quieta, ci esorta a vivere “da adesso”, “da subito” senza l’illusoria proiezione di desideri e sogni.
LARA E LA FOGLIA
Quella mattina di ottobre Lara si svegliò per seguire, come di consueto, la sua lezione all’università, facoltà di Lettere Antiche.
La sua passione per la letteratura era ben nota a tutti sin dall’infanzia, quando si perdeva – mani sotto il mento e distesa pancia a terra – ad ascoltare le favole di Fedro che papà Ermanno le narrava dopo cena, sul grande tappeto ovale della sala da pranzo.
Anche se al liceo era stata una studentessa modello, lei non era – né era mai stata- la secchiona del primo banco, anzi, il suo innato piacere per la scrittura, per la letteratura, per la poesia e la lingua latina la rendeva libera da qualsivoglia competizione scolastica.
Non era stata la signorina dell’“io lo so!”, con dito puntato al cielo, sperando che la professoressa le concedesse udienza per celebrare pubblicamente quanto fosse – ancora una volta – la più preparata; no, al contrario, Lara era pronta a condividere, a suggerire all’amico in difficoltà, a starsene in disparte, affrancandosi da quel primeggiare in aula che non l’avrebbe resa migliore quanto, piuttosto, solamente antipatica.
Quella mattina autunnale, dunque, si sentiva leggera e volenterosa.
Scese in strada e chiuse dietro di sé il portone di quell’antico palazzo dove aveva trovato alloggio insieme ad altre tre compagne di appartamento, con le quali avrebbe condiviso le spese e, con ogni probabilità, le cene nelle fredde sere dell’inverno alle porte.
Si avviò lungo il marciapiede avvolgendo la sciarpa al collo e – scarpe basse da ginnastica e sacca di lana in spalla con i libri che le sarebbero serviti – percorse la strada a passo allegro, con quel suo sorriso lieve, libero e sincero.
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