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I racconti delle radici

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Entrando in una grande foresta, lasciandosi alle spalle la città e i suoi rumori, si apre a ogni piccolo viaggiatore un mondo diverso, in cui si intrecciano le storie di tanti amici. Siete pronti a incontrare un bruco generoso e una farfalla senza paura? Un falchetto cieco per un sortilegio fatto da una strega innamorata? Un castoro sbadato e un coccodrillo che vuole diventare uno stilista? La vita di questi personaggi si intreccia in continuazione, ma state ben attenti: non è una coincidenza, è tutto merito di un piccolo bruco generoso!

1.

C’era una volta, su un enorme albero di canfora, una famiglia di bruchi che non vedevano l’ora di imbozzolarsi per diventare delle bellissime farfalle.

Come? Volete sapere cos’è un albero di canfora? Certamente. È un tipo di albero giapponese che può vivere fino a mille anni, con una chioma verde e fitta. L’ideale per nascondersi e appendersi a testa in giù, non trovate?

Lo stesso pensavano i nostri amici bruchi, che ormai non stavano più nella pelle: finalmente era arrivata la notte che tanto avevano atteso!

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A turno si lavarono i denti con la resina della corteccia, prepararono le crisalidi e le appesero ai rami dell’albero, vicine tra loro.

Poi, quando tutte furono pronte, ogni bruco entrò nella sua e la richiuse. Si diedero la buonanotte, entusiasti: l’indomani si sarebbero risvegliati trasformati in farfalle.

Dopo qualche minuto, i bruchi si erano già addormentati. Qualcuno russava persino.

Shhhh. Mentre loro riposano, senza fare rumore, vi spiego come funziona quella che viene chiamata “metamorfosi”. È un passaggio fondamentale nella vita di un bruco.

Quando un bruco si sente pronto, infatti, costruisce con la saliva e con le foglie una crisalide, un letto caldo e soffice, dove trasformarsi senza essere visto da nessuno.

In pochi lo sanno, ma i bruchi sono molto timidi. Durante la notte poi, al riparo da sguardi indiscreti, il bruco si muta in farfalla.

Nessuno ha mai visto cosa accade veramente dentro il bozzolo.

Nel corso degli anni tantissimi scienziati hanno cercato di capirlo, giungendo alle conclusioni più strane. La mia preferita è quella di uno scienziato francese che sostiene che i bruchi, in realtà, siano dei pupazzi telecomandati dalle farfalle, che sono terribilmente vanitose e adorano fare il loro ingresso a sorpresa, come a teatro.

Ma non sapremo mai qual è la verità.

Per ora limitiamoci a seguire le avventure dei bruchi, che stanno dormendo tranquillamente nei loro bozzoli.

A un tratto, nel cuore della notte, un falchetto maldestro entrò nella radura, svolazzando tra i rami dell’albero.

Per quanto di solito i falchi abbiano una vista eccezionale, questo sembrava essere molto confuso. Non doveva essere particolarmente intelligente. Andò a sbattere contro una delle crisalidi, rompendola e facendo cadere fuori il suo povero abitante. Che sfortuna!

Così com’era venuto l’uccello se ne andò, arrabbiato. Quella non era decisamente la sua giornata fortunata.

Il bruco atterrò su un ramo sottostante e, non appena si rese conto di cosa fosse successo, si mise a piangere. Ora come avrebbe fatto? Sarebbe rimasto un bruco per sempre! Cosa avrebbero detto di lui i suoi compagni?

Fortunatamente uno dei suoi fratelli, poco lontano, lo sentì lamentarsi. Impietosito dalla scena lo chiamò e gli offrì di entrare nella crisalide con lui. Il bruco lo ringraziò di cuore.

Era salvo!

La mattina dopo, tutti gli altri bruchi si svegliarono e stropicciando gli occhi uscirono dai loro bozzoli e si guardarono, ancora insonnoliti.

Evviva! Erano diventati delle magnifiche farfalle!

Solo la crisalide dei due bruchi non si era ancora aperta. Le farfalle videro appesa al ramo la crisalide rotta, da cui nella notte era caduto fuori il bruco sfortunato. Era vuota.

Dov’era finito? Preoccupate guardarono anche l’unica crisalide ancora chiusa.

Cosa stava succedendo? Perché non si apriva?

Cercarono di romperla, ma le loro zampette erano troppo sottili per quel guscio. Non sapevano proprio cosa fare. Stavano quasi per abbandonare le speranze quando, all’improvviso, il bozzolo si aprì.

Ne uscirono due farfalle meravigliose, che volavano tenendosi per mano.

Era un miracolo!

L’albero di canfora festeggiò con gioia le due farfalle, nate dal piccolo gesto di un piccolo bruco.

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Davide Cannata
è nato nel 1994 a Magenta (MI). Dopo il liceo si iscrive alla facoltà di Ingegneria Fisica al Politecnico di Milano, ma dopo un anno decide di cambiare rotta e assecondare la sua passione per le materie umanistiche, iscrivendosi a Lettere Moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Dopo la laurea, lavora nell’ambulatorio veterinario del padre, in cui ha deciso di investire il suo tempo e le sue aspirazioni, senza mai abbandonare l’amore per la scrittura. I raccondi delle radici è il suo primo libro per bambini.
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