Hartwig sospirò appena e guardò le proprie mani.
«Qualcosa non va?» domandò dolcemente Ekkhard.
«Oh, no. No, padre, ve l’assicuro. Stavo solo pensando a Daiva.»
«Sta guarendo» rispose chiudendo il libro che aveva tra le mani. «Ho seguito il tuo consiglio. Mantas mi ha ringraziato con le lacrime agli occhi.»
Il ragazzo accennò un sorriso. «Sono felice che sia andata così.»
«Adesso credo che mi ritirerò, sono molto stanco. Per fortuna, questa sera, abbiamo cenato prima.»
Osservò suo padre sorridere e allontanarsi e poi si accoccolò sui cuscini di quella panca comoda comoda che adorava. “Anche papà sorride e non dovrebbe… forse aveva ragione mamma ad arrabbiarsi. Noi sappiamo controllarci, ma Gjorg… potrebbe scappargli un sorriso in pubblico e per lui sarebbe la fine.» Sospirò e chiuse gli occhi.
Li riaprì soltanto quando qualcuno gli carezzò la guancia. «Gjorgji… cosa c’è?»
«Potresti leggermi qualcosa? Sento i lupi ululare, ho paura… Norbert è arrabbiato e non voglio chiederlo a lui.»
Guardò i suoi occhi, lo stavano supplicando. Annuì e si alzò in piedi prendendogli la mano. «In effetti, ululano molto forte stasera…» Si avvicinò alla finestra che dava sulla strada e scostò appena la tenda. Con gli occhi verdi cercò quelle bestie.
«Hartie, andiamo a cercare il libro da leggere…»
«Sì, un momento, Gjorg. Voglio solo capire che sta succedendo,» strinse appena le labbra. Poi scrollò le spalle. «Io non vedo niente. Andiamo.»
Tenendo stretta la sua mano, dopo avergli lasciato una carezza sul volto, si allontanò da quella finestra, che era alla destra della porta d’ingresso. Guardò suo fratello. «Che libro vorres…» Si interruppe bruscamente, sussultando. Nascose Georgij dietro di sé e si voltò di scatto guardò la porta d’ingresso, che aveva appena sobbalzato. Sentirono i lupi incredibilmente vicini e il bambino cominciò a tremare terrorizzato.
Hart si chinò e lo prese per le spalle. «No, no, va tutto bene, noi siamo qui a casa, siamo al sicuro, Gjorgji, non ci succederà nulla, d’accordo?»
«Hartie, la porta… guarda…»
Si voltò e vide che la porta si muoveva come se qualcosa vi si stesse abbattendo sopra. Anche il rumore era quello: e si accompagnò presto alle urla di un uomo. Gjorg scoppiò a piangere e cominciò a respirare in maniera irregolare.
«Tesoro, stai tranquillo, ora andiamo in camera nostra, va tutto bene, non piangere!» continuava a dire lui per provare a calmarlo.
Ekkhard e Norbert arrivarono trafelati, di corsa, e un momento dopo giunsero anche Gerda ed Antje.
«Che sta succedendo?» domandò il padre.
«Non lo so, poco fa ho guardato fuori, ma non c’era niente.»
«Antje, porta Gjorgji in camera vostra e rimanete lì.»
La ragazza annuì e portò via il fratello. Norbert avanzò subito dopo il padre, lasciando indietro Hartwig e la madre.
«Stai indietro, Norbert» gli disse Ekkhard, ma lui scosse la testa.
«Può essere pericoloso, non voglio lasciarvi solo.»
I lupi erano così vicini che potevano sentirli ringhiare. Rimasero immobili per qualche minuto, fissando la porta. Smise da sola di tremare. Il pavimento però presto cominciò a macchiarsi: dall’esterno, da sotto la porta, filtrava del sangue, brevi fiumiciattoli che li fecero inorridire.
«Di chi…» azzardò Hartwig, ma suo fratello lo zittì portando un dito sulle labbra. Subito dopo i rumori scomparvero, i lupi dovevano essersi allontanati. Ekkhard fece segno di non muoversi e rimasero lì impassibili per quasi mezz’ora. Dopodiché, aprì la porta. Non c’era niente, nessun cadavere, nessun ferito, soltanto del sangue a macchiare l’uscio di casa. Si sporse appena. Nuove urla squarciarono la notte. Erano almeno tre gli uomini che urlavano. Forse con loro c’era anche una donna. Non seppero dirlo, le urla sembravano tutte uguali ed erano atroci.
Hartwig si allontanò e rivolse le spalle alla porta. Aveva la nausea, era diventato pallido, aveva avuto veramente paura. Quello di Ori era stato il primo episodio in cui tutti, nel villaggio, avevano visto quanto potere avessero gli addestratori di lupi su quelle bestie. Era stata la prima volta che i lupi avevano mangiato, divorato qualcuno, qualcuno ancora vivo, sotto gli occhi dei presenti. Da quel momento, tutti ne avevano avuto il terrore. Antje cominciava a sudare freddo e Gjorg a tremare. Ad Hart, invece, veniva la nausea.
Norbert si accorse del suo stato d’animo e gli circondò le spalle con un braccio. «Va tutto bene, noi siamo al sicuro.» Hartwig si strinse a suo fratello come poco prima Gjorg si era stretto a lui. Non si aspettava questo atteggiamento da parte sua. Nor non era sempre stato severo nei suoi confronti, ma da un anno le cose erano cambiate. Era felice di sentire di nuovo il suo affetto e ne approfittò.
Per tutta la notte, sentirono le urla di almeno quattro anime sofferenti. Qualche frase risultò più chiara: “Mia madre è anziana, lasciatela andare!” “Vi supplico, non abbiamo fatto nulla di male!”
Per tranquillizzare Gjorgji, i suoi due fratelli avvicinarono i letti al suo, cosicché si trovasse in mezzo, come d’altronde era sempre, ma ancora più stretto a loro. Il bambino non si addormentò finché Norbert, stanco del suo pianto, si distese sotto le coperte accanto a lui e lo strinse a sé, carezzandogli i capelli. Hartwig continuava a tenere quella piccola mano. Quanto ad Antje, lei chiuse subito gli occhi e fece finta di dormire. Loro, fecero finta di crederle.
Marcello Lezzi (proprietario verificato)
Un distopico particolare.
Pur parlando di un mondo privo di colori “Solo i Picchi Verdi Ridono” è in grado di immergerti in una narrazione leggera, colorata e ricca. La storia è interessante e i personaggi ben curati. Lo stile è leggero e piacevole, particolarmente adatto a chi non ha mai preso un libro tra le mani o a quelli che non leggono da tanto. Nel complesso un ottimo libro. Unica piccolissima e personale nota negativa: una delle tante sottotrame sfocia nel miele.
Rossella Dolce (proprietario verificato)
Libro intrigante che cattura l’attenzione fin dalle prime righe, catapultandoti in uno scenario particolare ed oscuro ma allo stesso tempo affascinante! Unico nel suo genere, gli amanti di distopie non possono lasciarselo scappare. Assolutamente consigliato!
Carla Ferro (proprietario verificato)
Ho letto l’anteprima e non vedo l’ora di averlo tra le mani! Un’ambientazione curatissima e uno stile immersivo! Il genere è quello dei miei libri preferiti , mi sa che finirà nella top 5!
Pietro Calafiore (proprietario verificato)
Una storia scritta molto bene che acchiappa subito: interessante intreccio, bellissimi personaggi, colpi di scena inaspettati. Ottimo per chi ama le avventure che nascondono, però, una riflessione sulla società moderna.
Lorenzo Buzzi (proprietario verificato)
Libro incredibilmente piacevole e scorrevole alla lettura, i personaggi sono ben caratterizzati e la storia è davvero avvincente, consigliato per chi ama il genere distopico.