Può esserci un’amicizia tra due donne con ben 30 anni di differenza e da due mondi totalmente diversi?
Può un ragazzo realizzare il sogno di diventare una ragazza grazie al consiglio di una libellula?
Può esserci una storia tra due uomini che dura da 50 anni?
Può uno schiavo ai tempi dell’America secessionista innamorarsi di un uomo?
Può una rosa rossa innamorarsi di una rosa bianca?
Da un amore ormai naufragato può nascerne uno nuovo?
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo libro perché voglio che il lettore possa librarsi nel cielo della fantasia, libero come una farfalla di volare e spaziare così in orizzonti sempre più lontani e magici
ANTEPRIMA NON EDITATA
Cinquantesimo anniversario
Quel giorno era bellissimo. Il parco era immenso con i colori dell’autunno. Gialle, rosse e marroni erano le foglie delle piante ormai spoglie. C’era una leggera brezza tiepida. Il sole era alto e splendente. C’era una panca e vi erano seduti due uomini anziani. L’uno aveva ottant’annni suonati mentre l’altro ne aveva dieci in meno. L’uno stava ricordando i bei momenti ormai passati. E l’altro lo stava ascoltando, rapito. Formavano una strana coppia ma stavano bene insieme. L’uno aveva capelli bianchissimi piuttosto folti ed aveva due occhi di un azzurro limpido mentre l’altro non aveva capelli ma aveva un paio di baffi curati molto bene. L’uno era alto mentre l’altro era più basso. Avevano tutti e due il pigiama sopra il quale vi era la vestaglia corta. L’una era scozzese perché piaceva tanto mentre l’altra era in tinta unita di un blu scuro. Stavano in una casa di riposo da circa cinque anni. Ed erano sempre insieme. Si trovavano bene come era sempre stato. Qualche volta litigavano per delle stupidaggini ma poi l’uno cercava di smascherare il malumore e di fare così pace. Si conoscevano ormai da una vita. L’uno stava per l’appunto ricordando come si fossero conosciuti e l’altro stava sorridendo amabilmente.
“Quanto tempo è passato, eh?”
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“Eh sì, ormai sono più o meno cinquant’anni.”
“Ma ci pensi?”
L’altro lo guardò profondamente.
“Certo che ci penso ed ancora oggi stento a crederci.”
“Beh, a questo punto ci devi credere, no?”
L’uno rise.
“E’ bastato solo volerlo e ci siamo riusciti nell’intento.”
“Già, proprio vero. Se ci credi veramente basta volerlo per far durare ciò che noi vogliamo.”
“Ovviamente ci vuole pazienza, soprattutto a stare con te.”
L’uno lo guardò e gli rispose di rimando in tono beffardo.
“Perché io non ne ho avuta di pazienza?”
L’altro rise di gusto.
Stavolta si guardarono negli occhi intensamente e si strinsero fortemente le mani. Non avevano bisogno di parole.
Dietro di loro si sentirono delle grida di incitazione, di incoraggiamento, applausi calorosi.
Si girarono e videro i loro compagni di stanze, i loro amici, le infermiere, i dottori. Sapevano di loro e dalla primissima volta che li avevano incontrati li avevano amati subito, così come erano.
Quel giorno, era speciale per loro perché era il loro anniversario. Si amavano da cinquant’anni. Il loro amore era stato compromesso tante di quelle volte che non ricordavano nemmeno più ma una cosa era certa: avevano voluto a tutti i costi mantenere vivo il loro sentimento più di ogni altra cosa al mondo e ce l’avevano fatta. Ed ora, erano lì a festeggiare ancora una volta, per la cinquantesima volta, il loro anniversario e niente e nessuno li avrebbe distolti dal non festeggiarlo. Mano nella mano, si alzarono ed andarono verso il cielo blu che in quel momento stava loro sorridendo.
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