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Una diagonale perfetta

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In una piccola città l’esplosione di una bomba provoca la morte di una donna innocente. Il magistrato che doveva essere ucciso, invece, resta incolume. Anni dopo Eleonora, la figlia del giudice, sta trascorrendo la serata a casa dei suoi amici, Antonio e Lorenzo. Mentre ammira la congiunzione di tre astri nel cielo, dichiara con ironia che il raro evento potrebbe essere il segno di un cambiamento straordinario. Non si sbaglia.

Un viaggio sulle strade d’Italia li condurrà a esplorare i ricordi e i disincanti di due ragazzi ormai cresciuti, ma sempre meno uguali agli altri.

Capitolo uno

Il nostro Sistema solare è composto da otto pianeti e da cinque pianeti nani, che orbitano intorno a una stella gialla nana. Giove è il pianeta più grande, Venere il più luminoso.

«Stasera vanno in scena i pianeti! Guardate come brillano! Più si avvicinano tra loro, più riflettono la luce. In fila come ballerine… Sembra una coincidenza straordinaria, vero? Secondo me, non lo è. Si muovono sempre sulle stesse orbite, quindi prima o poi devono incrociarsi. È inevitabile.»

La Luna crescente, Giove e Venere disegnano una diagonale perfetta nel cielo senza nubi. L’uomo che li sta osservando con un telescopio parla ad alta voce, senza contenere l’entusiasmo.

«Ecco, ho centrato Giove! Che meraviglia… Accidenti, l’ho perso! Non è facile correre dietro ai pianeti, sono velocissimi, ma lo siamo anche noi! La nostra vecchia Terra sfreccia rapidissima nella sua orbita. Le leggi della natura non smettono mai di stupirmi.»

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Accanto al telescopio si stagliano altre due figure umane. Guardano in alto, a occhio nudo. Tacciono.

Eleonora di solito è un’ascoltatrice attenta, ma la sua mente è distratta da un’assenza. Forse anche lui sta guardando lo stesso cielo. Forse anche lui è in compagnia. In questo caso, di sicuro sta pontificando sulle leggi della natura, come Lorenzo. Le sembra di vederlo gesticolare, il suo ex marito. Le sembra di sentirlo descrivere, spiegare e magnificare con entusiasmo le caratteristiche del Sole, dei pianeti, delle loro orbite e della loro luce riflessa, curvata dalla forza di gravità. Un uomo di poche parole, ma incontenibile quando parla della sua scienza.

Finalmente Antonio rompe il silenzio.

«Conosciamo poco le leggi della natura» commenta cupo.

Eleonora si sente obbligata a dire la sua. «Le leggi della natura sono leggi per modo di dire, descrivono soltanto ciò che accade. Non sono leggi morali come quelle degli uomini.»

Antonio emette un brontolio da cane prima di riprendere la parola. «Hai ragione, mia cara. C’è sempre chi le confonde per poter applicare il marchio contro natura su qualcuno. Con quel marchio è più facile. Troppo facile.»

«Troppo facile che cosa?» domanda Lorenzo, che continua ad armeggiare con il telescopio.

Antonio alza appena la voce. «Fare le solite cose: odiare, discriminare, torturare, uccidere, sterminare. I nazisti hanno usato le leggi della natura per giustificare grandiose persecuzioni. Sono stati innovativi. Li hanno copiati in molti. I loro alti ideali sono ancora vivi e godono di buona salute.»

Eleonora esibisce il suo tipico sorriso triste. «Una scusa per aggredire i nostri simili la troviamo sempre. Il fine giustifica i mezzi. Siamo i predatori più aggressivi sulla faccia della Terra. Se lo fossimo soltanto un pelo di più, saremmo già estinti.»

Lorenzo si stacca dal telescopio. «Per favore! Il cielo offre gratis uno spettacolo meraviglioso, e voi perdete tempo con le miserie umane. Quelle non scappano, i tre pianeti allineati invece sono già in fuga. Perché non ci godiamo la bellezza, finché dura? Potete rimandare le lagne a domani, non vi pare?»

Eleonora si alza in piedi, sbuffando. «Obbedisco! Stasera contemplare la bellezza è d’obbligo…» La sua voce ha un tono sarcastico. «Chissà che accadrà domani. Forse i pianeti stanno annunciando un evento davvero straordinario. Domani potrebbe essere la giornata più intensa e sorprendente della mia vita. Potrebbe finire il mondo. Potrebbe iniziare una nuova era di pace e prosperità. Perché no?»

Capitolo due

Un battito d’ali di farfalla può scatenare un ciclone.

Quasi nello stesso istante, poche centinaia di chilometri più a sud, il sole di primavera illumina una piccola casa singola, bianca e verde, di costruzione non troppo recente. Sembra abbandonata. Le pareti bianche sono decorate da pannelli di ceramica dipinti a mano. Il giardino ben curato non maschera l’aria di abbandono che ristagna tenace tra le finestre chiuse, i tendoni ricoperti di polvere, le ragnatele che spuntano dagli angoli.

Due bambine, una rossa magrolina con lentiggini e una bruna grassoccia e riccioluta, sono accovacciate sul retro, dietro la rete che separa il giardino da una vigna.

«È questa?» domanda la rossa.

«Sì, è la casa delle marionette. Negli altri lati ci sono il muro e la siepe alta, ma noi possiamo entrare da qui» risponde l’amica, indicando un angolo della rete sollevato.

«Non può vederci nessuno? Sei sicura?» bisbiglia attorcigliandosi la lunga treccia rossa tra le dita.

La ricciola avanza con decisione. «Tranquilla, siamo coperte dalla vigna, e poi a quest’ora non c’è nessuno in giro. Andiamo!»

Sgusciano all’interno del giardino. La brunetta avanza a zig-zag tra l’erba con un’agilità che denota una lunga pratica.

«Seguimi! Fai come me: tieni giù la testa» sussurra la brunetta con un piglio da condottiera.

La bambina magrolina la segue a stento. La raggiunge sotto una finestra, che sembra chiusa.

«Ci siamo. La siepe e il ciliegio ci coprono, quindi siamo al sicuro, ma è sempre meglio fare attenzione. Guardami le spalle mentre apro e mi infilo dentro.»

«Okay. Vai!» replica la rossa, puntando in aria l’indice come se fosse una pistola immaginaria.

La brunetta tira un sottile fil di ferro, apre senza fatica imposta e finestra, ed entra in casa con un salto.

«Libero!» esclama atterrando.

«Eccomi!»

La rossa la segue, richiude l’imposta ed estrae una piccola pila dalla tasca dei jeans.

«Tutto merito di zio Stefano. L’ultima volta che l’ho accompagnato qui a lavorare si è dimenticato di chiudere questa finestra. Diciamo che l’ho aiutato a dimenticarsene» sussurra la brunetta con un sorriso furbesco.

La luce della pila illumina una libreria che ricopre un’intera parete della stanzetta. I libri affollano tutti gli scaffali, ma non l’ultimo. Quello è il regno delle marionette. Strampalate, buffe, variopinte, sembrano osservare le bambine con occhi curiosi, spaventati, scherzosi, a volte ostili. Hanno forme strane. Ricordano gli animali fantastici dei cartoni animati e dei fumetti. Le loro braccia e le loro gambe sembrano sul punto di animarsi.

La rossa frigge di curiosità. «Non ci sono fili! Che strane! Ma sono bambini o sono animali? Guarda quella lì! Sembra una scimmia con la faccia da maestra. Ma davvero le faceva lei?»

«Sì, davvero! Si chiamava Elena. Forse. Non ricordo bene. Zio Stefano la conosceva, l’ha vista lavorare. Mi ha detto che era un po’ matta, ma sempre molto gentile. Parlava poco, pensava sempre alle sue marionette e ai quadri… Guarda che belli!»

La luce della pila illumina altre marionette, dipinte sulle piastrelle.

«Piastrelle dentro le cornici? Ma i quadri non si fanno così! A me hanno detto che era molto matta, non soltanto un po’! La signora del negozio racconta sempre che lei era un’artista fallita e che anche lui faceva un lavoro da fannullone. Erano strani tutti e due. Due matti!» spiattella la rossa tutto d’un fiato.

«Tutte scemenze! Lui era uno scrittore di scienza, me l’ha detto lo zio, ed era anche famoso, si vedeva perfino in televisione. Lei era una pittrice e una scultrice. Guarda che belle! Le faceva lei, non era una fallita!»

«Matta sì, però. Una persona normale non fa cose così» ribatte piccata la rossa, indicando una specie di giraffa a strisce multicolori, con occhi a spirale e tre antenne lunghissime.

Il fascio di luce della torcia illumina per caso una foto incorniciata d’argento. Ritrae una coppia sorridente, agghindata per le nozze: una bella ragazza con un abito bianco molto semplice, accanto a un giovane bruno in sovrappeso.

«Che belli che sono! Mio zio Stefano dice che si volevano bene e che nessuno sa perché si sono separati.»

«A me hanno detto che sembravano troppo innamorati per essere veri» pigola la rossa.

«Chi te l’ha detto? Le solite vecchie pettegole?» domanda la brunetta, irritata.

«No, me l’ha detto il mio compagno di scuola, Samuele.»

«Anche lui è un gran pettegolo! Nessuno sa perché se ne sono andati via. Lei è sparita all’improvviso e subito dopo se n’è andato anche lui. A mio zio aveva detto che sarebbe tornato presto, ma poi non si è più visto. Nessuno ha più saputo niente di loro. C’è qualcosa di misterioso in tutto questo, te lo dico io.»

La rossa decide di arrendersi. «Hai ragione! Dobbiamo scoprire che cosa è successo. Magari possiamo fare qualcosa…»

«Certo che possiamo! Ho già un piano!» gongola la brunetta. «Finiamo di ispezionare la casa e poi te lo spiego.»

06 ottobre 2018

Aggiornamento

Recensione di Lettrice senza tempo ‘Una diagonale perfetta’ è stata per me una piacevole sorpresa. Dalla trama non mi sarei mai aspettata un romanzo così profondo e ricco di emozioni. Un romanzo che, forse perché letto in un periodo particolare della mia vita, mi è entrato dentro, mi ha emozionata e fatto riflettere. Sin da subito ho empatizzato con la protagonista, Eleonora, una bambina poi una ragazza e alla fine una donna diversa dai suoi coetanei. Una persona che pur sentendosi diversa e spesso sbagliata, anche a causa delle continue critiche della madre e dopo dei parenti del marito, non riesce comunque a cambiare. Non riesce, anche sforzandosi, a diventare come gli altri, non riesce ad omologarsi, perché non riesce ad essere diversa da ciò che è realmente. E su questo mi sono trovata molto affine a lei e per questo ho sentito anche molto mia questa storia. Eleonora si ritrova in un periodo della sua vita molto delicato, un periodo in cui è sola dopo un’anomala quanto necessaria separazione dal marito. Questo periodo così particolare la porta a rivangare nei ricordi facendone riaffiorare di nascosti e latenti. Ricordi agganciano ricordi, diventando come anelli di una lunga catena, che ormai la sta trascinando verso una destinazione precisa. Anche Marco, il marito di Eleonora, dopo la separazione si ritrova ad affrontare i propri ricordi, i propri dubbi e i propri sbagli. Un percorso di formazione e di riesame della propria vita. Un percorso fatto di sofferenze, di solitudine e di gioie fa sì che questo romanzo arrivi al lettore dritto al cuore. La scrittura di Antonella Di Martino è molto semplice ma allo stesso tempo ben dettagliata e scorrevole, gli sbalzi temporali tra passato e presente sono gestiti molto bene e si riesce a tenere benissimo il filo dei ricordi e della storia nel suo insieme. Super consigliato a chi vuole un romanzo profondo, introspettivo ed emozionante, un libro che fa riflettere sulla vita, sulla diversità e sul destino. Meraviglioso. Commette un errore enorme: sottovaluta ciò che ha. Il cervello sbaglia e abbaglia anche il cuore, che desidera ciò che non esiste più.
30 agosto 2018

Aggiornamento

Il commento di Laura Bucchioni, una lettrice-sostenitrice: "Ho finito di leggere il libro che avevo cominciato due gg. fa, ora l’ho passato a mia madre che l’ha quasi finito a sua volta. Premesso che, come mia abitudine, lo rileggerò una seconda volta per capire meglio alcuni passaggi, devo dire che mi è piaciuto, che si legge bene, suddiviso così in capitoli brevi, che è molto scorrevole ed originale nello sviluppo della storia. Molto interessanti sono anche i riferimenti “astronomici” all’inizio di ogni capitolo che, onestamente, non sono in grado di valutare o mettere subito in relazione alla vicenda, anzi, onestamente, devo rileggerli con attenzione per afferrare il concetto per me quasi sempre nuovo (io sono ignorante in geografia astronomica!!) Diciamo che si è concluso nel modo che mi auguravo, una pagina dopo l’altra ero da subito coinvolta e interessata alle vicende della povera Eleonora (più che a quelle di Marco, meno simpatico). Fin da subito infatti mi sembra che sia lei che cattura l’attenzione del lettore perché si capisce che (fin da bambina ) è una “fuoriclasse” (nel “doppio” senso della parola, purtroppo, in questo caso), in una famiglia “ingombrante”, con una madre “lontana e dispotica”, una maestra comunque figura assai scialba e non autorevole, che fatica per questo a trovare il suo posto nella vita anche perché regolarmente è costretta, dopo un po’, a ripartire per mettere radici in altri luoghi sempre precari. Sembra una persona fragile, in realtà è assetata di amore e relazioni affettive stabili; è molto intelligente, creativa, anche se, pure da adulta sembra “trascinare” una vita poco soddisfacente, frustrata perché “sempre all’ombra di qualcuno”, nonostante le innate capacità, che comunque professionalmente emergono e la portano a distinguersi ed a essere sempre all’altezza. Ha avuto tuttavia la fortuna, a parte il rapporto coi suoi nonni, di conoscere Maria e Sara, che hanno comunque “reso migliore” la sua vita presente (cioè mentre viveva il rapporto con loro), e futura, assimilandone consigli , modi di essere e di fare…che hanno inciso profondamente quando , suo malgrado, ha “realizzato “ la perdita ed ha dovuto “camminare da sola sulle proprie gambe”. Per quanto riguarda Marco , poco incisivo, in balia sempre della sua famiglia, della mamma arrogante e prevaricatrice, mi hanno fatto sorridere i riferimenti a invalidità riconosciute indebitamente (mi sembra) a fratello e cognata…riferimenti forse non proprio casuali, dati i tuoi trascorsi!! C’è anche il tuo mondo (passato), nel libro, mi sembra… Marco anche lui in conclusione prende atto degli errori e ce la mette tutta per essere un “uomo” migliore e non solo un letterato/scrittore fine ed arrivato… Alla fine mi sembra il caso di dirlo, ha trionfato l’amore reciproco di due persone complicate che però vivono in funzione l’uno dell’altra nonostante le difficoltà e i trascorsi...."

Commenti

  1. https://persainunliibro.blogspot.com/2018/08/una-diagonale-perfetta-di-antonella-di.html
    🙶 Chissà cosa accadrà domani. Forse i pianeti stanno annunciando un evento davvero straordinario. Domani potrebbe essere la giornata più intensa e sorprendente della mia vita. Potrebbe finire il mondo. Potrebbe iniziare una nuova era di pace e prosperità. Perchè no?🙷
    Sono queste le parole pronunciate sarcasticamente da Eleonora la sera prima di fuggire da Marco, il suo partner, dal suo lavoro all’atelier e dalla sua vita.
    Tra un flashaback e l’altro ricostruiamo l’infanzia della protagonista e le sue dinamiche famigliari. Il ricordo dell’anno della bomba le pesa sul cuore, nascosto da una fitta nebbia di ricordi e di anni passati. Il sentirsi fuori luogo per via della sua bravura a scuola, le prese in giro rivolte al padre, al difficile rapporto con la madre, una figura critica.

    Ogni capitolo, o quasi, si apre con una semicitazione. Perlopiù si tratta di nozioni scientifiche sui moti dei pianeti, ma ( come ad esempio nella foto, la mia apertura preferita ) anche con frasi un po’ meno ‘scolastiche’, se mi passate il termine. Ovviamente ciò fornisce anche altri spunti di riflessione, più o meno collegati al romanzo.

    Dopo aver lasciato la sua vita di prima, se così la vogliam definire, Eleonora diventa avvocato e si lascia finalmente alle spalle la costante sensazione di esser mantenuta dal marito. La crescita personale della protagonista è un grandissimo punto a favore del romanzo; un’ottima rappresentazione della situazione femminile ai giorni nostri.
    🙶è vero, non hai mai detto in maniera esplicita che dovevo vergognarmi, ma hai sempre detto che dovevo cambiare. Io provavo e non ci riuscivo, quindi mi sentivo sbagliata. Per questo mi vergognavo.🙷
    Nonostante sia stato affrontato sufficientemente, avrei gradito un’analisi ancor più approfondita del rapporto con la madre. I temi trattati sono numerosi, e capisco che svilupparli tutti sarebbe stato un po’ troppo, ma non per questo perdono la loro importanza o altro.

    Questa volta, inoltre, preferisco non dilungarmi troppo sui dettagli, perchè ‘Una diagonale perfetta’ è il tipo di libro che si legge tutto d’un fiato e che acquista quasi tutto il suo significato solo una volta terminata la lettura, dopo aver unito tutti i tasselli del puzzle e averci riflettuto su per un paio di giorni. Il messaggio che passa è estremamente soggettivo, ma resta quasi impossibile non entrare in empatia con la protagonista.
    🙶Continua a pensare, ripensare, scervellarsi ogni giorno e notte su quei perchè. Più tenta di sfuggire, più l’ossessione lo stringe e lo avvolge, inesorabile come una tagliola.🙷
    Per chi non si sentisse come Eleonora, invece, l’autrice, di cui ho apprezzato tantissimo lo stile di scrittura, ha delineato benissimo anche il personaggio di Marco, fondamentale per buona parte del romanzo. Perchè sì, un po’ di drammi amorosi ci sono, soprattutto dopo che Eleonora se ne va. Problemi di tutti i giorni, in linea con l’estrema veridicità dei personaggi.

    Non sono un’appassionata di astrologia e, pertanto, non mi vorrei soffermare troppo sul tema, ond’evitare gaffe enormi; ma i riferimenti sono numerosissimi. Non solo grazie alle citazioni, ma è proprio la trama che sembra essere un piccolo sistema. Tanti personaggi più o meno passeggeri, così come gli allineamenti dei pianeti. Altre relazioni costanti, così come il moto della terra intorno al sole.

    L’idea è bella, un romanzo il cui cento vero e proprio sono le coincidenze, dove tutto accade per una ragione. Lo stile è perfetto, calza a pennello con l’intreccio, anch’esso più che valido. Come lettura è stata breve ma intensa, e altrettanto piacevole.

  2. Laura Vargiu
    https://www.ibs.it/diagonale-perfetta-libro-antonella-di-martino/e/9788833230818
    Il peso dei ricordi e della nostalgia, il dolore di più di un’assenza, un amore ferito e interrotto bruscamente… Sono alcuni degli ingredienti del nuovo romanzo di Antonella Di Martino. Scritta con uno stile narrativo convincente e coinvolgente, la storia ripercorre la vita di Eleonora, prendendo le mosse da un’affascinante congiunzione tra la luna, Giove e Venere, comparsa nel cielo luminoso di una sera come tante, che sembra preannunciare alla protagonista un evento improvviso di grande importanza. Intanto, si fanno largo, preziosi ma nel contempo dolorosi, i ricordi dell’infanzia che finiscono per travolgere la giovane donna come un fiume in piena: ecco quindi ripresentarsi gli anni della scuola, quando per la piccola introversa Eleonora era cosa semplice primeggiare nello studio ma troppo difficile farsi degli amici ed essere come tutti gli altri bambini; gli anni in cui le maggiori crudeltà provenivano da parte degli stessi compagni di scuola; ma soprattutto l’anno nel quale era esplosa la bomba, pronta a spezzare legami di sangue e d’amicizia lasciando nell’anima ferite insanabili. E poi, dopo tanto soffrire, ecco l’amore a regalare un po’ di serenità, ma che, seppur profondo, veniva inevitabilmente messo a dura prova, come spesso accade, da incomprensioni e da una certa apatica rassegnazione alla vita quotidiana che fa sbiadire la poesia dei sentimenti. Una vicenda narrata con particolare maestria e grande sensibilità dalla penna dell’autrice, nonché caratterizzata da una prosa ben curata che offre una lettura scorrevole e un’ottima introspezione psicologica dei personaggi. Originali, e suggestivi, i riferimenti al sistema solare e ai pianeti come incipit di ogni capitolo. Un viaggio nella memoria fin nel cuore di una storia colma di dolore, non però avara di speranza poiché la vita, chissà perché, congiunzioni astrali o meno, riesce sempre a sorprenderci nei momenti più impensabili donandoci un nuovo inizio e una seconda possibilità di cui far tesoro.

  3. (proprietario verificato)

    Perfetto è ciò che scaturisce dal caso e si distingue dal caos cosmico, in uno stato di grazia destinato a non durare, ma che si rievoca sempre con nostalgia.

    Perfetto può essere a volte il rapporto tra due esseri umani, un uomo e una donna, distanti come due pianeti diversi tra loro per velocità, densità e rotazione, eppure in qualche modo affini, perché la loro congiunzione li fa splendere magnificamente.
    Come Venere e Giove, e come Eleonora e Marco, che si incontrano e si riconoscono malgrado background familiari agli antipodi: l’infanzia irrisolta di lei, senza amici e con una madre ipercritica, e quella di lui, cresciuto in una “sana” famiglia meridionale guidata da una figura paterna solida e rassicurante.
    “L’aria profuma di fiori, ma il cielo è coperto da nuvole spesse”: ciò che li avvicina – un senso recondito di perdita inesorabile fra l’indifferenza delle cose – finirà paradossalmente per allontanarli nel corso degli anni, creando un buco nero di ostile incomunicabilità dove vanno a finire tutte le buone intenzioni.
    In mezzo a un’umanità infelice e tragicomica come le marionette generate dall’estro creativo di Eleonora – figura femminile intensa tratteggiata a tinte tenui – si dipana una storia d’amore che sembra essere giunta al capolinea, ammorbata dal “veleno a piccole dosi” della quotidianità.
    Ma forse si tratta solo di una sosta, che porterà a sciogliere certi nodi del passato per giungere ad una nuova, catartica consapevolezza: vale sempre la pena lottare per superare le divergenze e tornare a brillare come stelle, tenendosi per mano.

    Cristina Ricciardo

  4. https://www.i-libri.com/scrittori/cinque-domande-ad-antonella-di-martino/
    Cinque domande e cinque risposte a proposito di questo romanzo.

  5. https://www.i-libri.com/libri/una-diagonale-perfetta/
    L’eccellente commento di Bruno Elpis per la Redazione i-LIBRI

  6. https://www.facebook.com/daniele.sannipoli
    E, sempre nello stesso giorno, l’inimitabile Daniele Sannipoli:
    “Le coincidenze sono pensieri che si cercano nella trama del tempo.
    Eleonora e Marco, Venere e Giove, ruotano sull’asse del proprio passato, lungo l’orbita misteriosa della propria natura, alla ricerca di un incastro perfetto che diradi le nubi pastose della loro separazione. Venere ha nascosto le cicatrici del tempo con la sua placida atmosfera, Giove si è circondato di tempeste, di letteratura, a nascondere il suo cuore rovente, perché i sentimenti, immagina, sono una complicazione.
    Sono queste nubi ad averli separati, “senza emozione non c’è vita, senza ragione non c’è umanità”, pensa Giove quando la mente torna a Venere che se ne è andata. “Aveva compreso e memorizzato il dato. Ma non l’aveva collegato alla vita”: è da qui che si riparte.
    Venere è luminosa, piccola e bellissima, rovente e silenziosa, così placida e sola ad affrontare le ombre fameliche del passato con cui ha provato a non fare i conti. Eppure il passato è sempre lì, sulla soglia, a gravare col suo peso sulla sua vita, abita negli angoli dove il tempo gli ha concesso di ristagnare, come una tela filata dalle ombre della memoria. Perché Venere parla sempre piano? Forse, se almeno una volta avesse urlato, si sarebbero salvati, pensa Giove. Forse lui avrebbe capito e quella macchia rossa che gli sconquassa l’anima avrebbe cessato di turbare la sua atmosfera.
    Eleonora e Marco inciampano sull’orbita della Luna, scivolano nei propri ricordi come gocce nel lago della malinconia. Così la memoria capricciosa si ricompone, oltre il dolore, a riavvicinare le loro orbite nel vuoto infinito della solitudine. E così, nella casa delle marionette, i loro fili si cercano per un nuovo nodo. Venere e Giove, rovente l’una, un nucleo incandescente l’altro, sanno che devono cedere alla loro storia per ricomporre il presente. La solitudine della separazione ha loro insegnato che l’unica possibile felicità è nella condivisone. Ma anche solo per toccarsi, Venere e Giove, devono incontrarsi a metà, concedersi l’uno all’altro, con una punta di disincanto, con una consapevolezza nuova e sofferta: quella che l’unico incontro possibile è sulla Terra, “un piccolo pianeta dalla superficie solida”.
    “Una diagonale perfetta” racconta con una bellezza semplice e trasparente la vita, quella quotidiana che capita a tutti e che spesso ci lascia tristi e silenziosi, che costruisce barricate attorno alla nostra anima. “Una diagonale perfetta” ci ricorda il terreno della comprensione e dell’ascolto, ma anche la forza del coraggio di affrontare i nostri ricordi: per permetterci di non subire chi siamo con docile indolenza, ma per scegliere chi essere, in fondo, nonostante tutto.”

  7. https://www.facebook.com/pia.sgarbossa
    L’acuta riflessione di Pia Sgarbossa:
    “La semplicità della forma scritta , associata ad una ricercatezza di vocaboli , rendono il libro di gradevole lettura. Un libro che tocca corde a me tanto care e che porta a buone riflessioni:
    – Le esperienze dell’infanzia e le caratteristiche personali che ci inducono a determinate scelte per segnare in modo talora indelebile il nostro futuro.
    – La capacità di creare una famiglia, come nuovo nucleo maturo, non ancorato o dipendente da altri, ma secondo un nuovo progetto di vita.
    – L’orgoglio maschile che spesso porta ad evitare confronti costruttivi.
    – Le spinte “buone” che sanno dare una mano in certe delicate situazioni.
    – La consapevolezza che siamo tanto piccoli nell’universo, ma che il credere che dei fili invisibili ci facciano sentire un tutt’uno con esso , fa tanto…tanto bene.
    Un libro che si legge tutto d’un fiato … per chi ama lottare nella vita … per chi crede nell’amore … per tutte quelle coppie che devono ritrovare un buon dialogo , prima che … sia troppo tardi.
    Insomma…UN LIBRO DA LEGGERE SICURAMENTE!”

  8. https://www.facebook.com/anna.m.balzano
    La splendida recensione di Anna Maria Balzano, che analizza i temi centrali del romanzo.
    “Eleonora e Marco, una coppia in crisi, un amore che non vuole estinguersi nonostante le incomprensioni, le piccole e grandi umiliazioni e le prevaricazioni. Una crisi e una separazione che offrono lo spunto e l’occasione di indugiare nei ricordi e nei rimpianti. Attraverso la memoria di Eleonora e di Marco ripercorriamo le tappe più importanti della vita di entrambi i protagonisti. Superando inibizioni profondamente radicate, nel momento della dolorosa decisione di abbandonare il marito, Eleonora riesce a rievocare momenti della sua infanzia che l’hanno resa infelice per molto tempo, il difficile rapporto con le amiche Giovanna e Irma, i tradimenti, le delusioni, le maldicenze.
    Rivivere il passato significa demistificarne l’influsso negativo, svelare misteri nascosti in seno ai quali si sono annidati incomprensioni e rancori. E affrontare apertamente il dramma più sconvolgente della sua adolescenza, l’attentato a quel padre tanto amato e ammirato che con profondo dolore e indignazione aveva sentito definire “boia”, per la sua professione di giudice, da sciocche e gelose compagne, affrontare questo dramma ora, per l’Eleonora adulta, significa accettare una realtà difficile e dolorosa che può svelarle il mistero della scomparsa della sua più cara amica Sara.
    Se ripercorrere a ritroso la propria vita è per Eleonora d’aiuto per ritrovare infine se stessa e mettere pace nel suo animo, per Marco rivedere criticamente il tempo trascorso con una moglie troppo spesso scontenta e frustrata, significa identificare i punti di debolezza di un matrimonio troppo condizionato dall’influenza dei membri di una famiglia assai invadente. È dunque qui il punto centrale del romanzo: solo la consapevolezza può essere d’aiuto nel superamento di crisi profonde, quando l’amore perdura, nonostante tutto. Molto attento è l’esame dei sentimenti infantili e adolescenziali, del rapporto spesso problematico con i genitori che si stenta a riconoscere come educatori, della relazione difficile con gli amici, e della difficoltà a inserirsi in gruppi già formati e consolidati. Tutto ciò Antonella Di Martino descrive con sensibilità e professionalità, in questo romanzo di piacevole lettura che fa riflettere e commuovere!”

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Antonella Di Martino
Antonella Di Martino è nata ad Aosta nel 1963. Si è laureata a Pisa in Filosofia e a Firenze in Scienze della Formazione. Per un breve periodo ha gestito un atelier di lavorazioni artistiche ad Aosta. Negli anni Novanta si è trasferita a Luni, in Liguria. Ha lavorato come autrice freelance per l’edito- ria tradizionale e multimediale, pubblicando saggi divulgativi, libri illustrati per ragazzi e narrativa.
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