Sono partito da casa mia e, dopo un percorso lungo circa 450 chilometri, sono arrivato nella città di Assisi.
Come mi sia venuto in mente, ancora oggi è per me un piccolo mistero.
Era sera e leggevo Il Cammino di Santiago, di Paulo Coelho. All’improvviso, sono stato folgorato dal pensiero che sarebbe stato bello arrivare ad Assisi a piedi. Inutile chiedersi il perché di quel pensiero.
Molto tempo dopo, ho provato a ricostruire quale fosse il mio bisogno in quel momento. So solo che da quella sera l’idea non mi ha mai più abbandonato. Dovevo dare concretezza a quella scintilla, dovevo dare forma e sostanza a quanto avevo visto nella mia mente.
Così, pian piano, come il cadere incessante di una goccia d’acqua di un rubinetto che perde, tutto ha preso il suo spazio. È da quella sera, una domenica di novembre del 2003, che è iniziato il mio Cammino.
Avevo immaginato qualcosa di importante, di grande, di insolito e di avventuroso.
La domanda, a questo punto, era quando fare il Cammino e come impostarlo.
Dovevo trovare due settimane di tempo nel quale sostanzialmente “sparire”.
La voglia di arrivare ad Assisi a piedi era, però, talmente forte, che dovevo trovare il tempo e il modo di farlo entro un anno.
Poi, come spesso accade, la vita ne sa sempre una in più.
Dopo circa due mesi da quella sera, quella in cui leggevo quel libro e il pensiero mi aveva sfiorato per la prima volta, chiusi la relazione con la mia fidanzata storica, e, anche se in nessun modo (questa è una delle poche certezze che ho sempre avuto) i due eventi erano collegati, mi trovai, a gennaio del 2004, ad avere, all’improvviso, un bel po’ di tempo per potere stare da solo.
Se davvero volevo fare 450 chilometri a piedi, però, avrei dovuto prepararmi nel modo migliore sia dal punto di vista fisico sia mentale.
Data la mia esperienza scout, non ero nuovo ad attività di questo tipo. Mi era già capitato di fare da solo percorsi a piedi, ma mai per così tanti chilometri e per così tanto tempo.
Dovevo prepararmi all’intensità di questa avventura e decisi di iscrivermi in palestra, per la prima volta nella mia vita: avevo bisogno di allenarmi per avere la condizione fisica necessaria a sostenere uno sforzo prolungato per più giorni.
Andare in palestra significava perdere peso e tonificare il mio corpo per abituarlo alla fatica.
Una volta iscritto, mi ritrovai a parlare con quello che sarebbe stato il mio personal trainer per i primi allenamenti. Dopo alcuni convenevoli mi chiese, per definire la mia scheda personale e scegliere i giusti esercizi, quale fosse il mio obiettivo. Era abituato a sentire risposte come: “Voglio perdere peso” oppure “Voglio tonificare i muscoli superiori” o cose simili.
La nostra conversazione invece andò diversamente.
«Ciao, sono venuto in palestra perché ho un obiettivo ben preciso.»
«Bravo, è un ottimo modo per cominciare. Porsi degli obiettivi chiari e decisi… e quale sarebbe il tuo?»
«Devo essere pronto a fare 450 chilometri a piedi nel corso di questa estate, possibilmente in circa due settimane.»
«Ma ti serve per qualche gara atletica particolare?»
«No. Ho deciso di andare ad Assisi a piedi. Ho fatto i calcoli e da casa mia ad Assisi sono 450 chilometri circa.»
Di fronte a me avevo un trentenne muscoloso che, ascoltando la mia ultima risposta, era rimasto senza parole.
«MA SEI PAZZO???»
Scoppiai in una risata, era ancora una delle prime persone a cui avevo raccontato di questa mia idea, ma reagivano tutte alla stessa maniera.
In effetti non è proprio una cosa che ti viene in mente tutti i giorni. Ma che ci vuoi fare, è andata così.
«E con chi vai?»
«Ah no, be’, vado da solo.»
Di nuovo silenzio. Stavo mettendo a dura prova le certezze di quell’uomo che avevo di fronte.
«Ma scusa, e dove dormi? Dove mangi?»
«Dormirò ogni sera in un posto nuovo chiedendo ospitalità alle persone che incontrerò, in cambio di qualcosa da poter fare per sdebitarmi. Mangerò facendo normalmente una spesa minima ogni giorno e cercando di non esagerare.»
Il suo viso tradiva ancora tutti i dubbi e l’incredulità che quella notizia gli aveva dato. Poi, all’improvviso, sistemò i fogli e prese la penna. Stava cominciando a capire che facevo sul serio.
«Ripeto, o sei pazzo o sei troppo convinto. Se è vero quello che dici dobbiamo lavorare sulla resistenza e sulla tonificazione di spalle e schiena. Quarantacinque minuti di cardio e quindici di addominali e pesi. Per il momento dovrebbe bastare. Quando vuoi partire?»
«Voglio partire ad agosto.»
«A dir la verità non è molto tempo per prepararti, ma dovremmo riuscire a fare qualcosa.»
A questo punto, l’unico modo per scoprire come sono andate le cose, perché ho deciso di scrivere del Cammino verso Assisi e cosa mi ha donato questa esperienza, è compiere un gesto deciso e consapevole: bisogna voltare pagina e mettere uno zaino in spalla per partire e provare a fare un pezzo di Strada insieme.
Un passo alla volta.
Pietro Mastantuoni (proprietario verificato)
Ieri ho terminato di leggere il libro di Francesco, al quale mando un abbraccio grandissimo! Ho subito riconosciuto, sin dalle prime pagine, il ragazzo che conobbi tanti anni fa… credo fosse il 1998 o ’99. La profondità delle sue riflessioni, la capacità di raccontarsi senza veli e la sua capacità di autoanalisi spiccano in modo prorompente e coinvolgente! Questo libro non è solo il frutto della forte spiritualità che ha sempre contraddistinto Francesco. Questo libro lancia segnali e spunti ad ognuno di noi, per metterci sempre in discussione e “alla ricerca”. Di cosa? Tutti sono alla ricerca di qualcosa e, prima o poi, tutti ci si mette in “Cammino” sulla Strada, non necessariamente camminando per 450 Km come ha fatto Francesco. L’esperienza della Strada, tanto cara a noi scout, ti fornisce però sicuramente quel qualcosa in più, anche perché ti offre la possibilità di riscoprirti per come sei all’interno del vortice della vita che procede inesorabile attorno a te! Consiglio vivamente questo libro, anche a coloro che non vogliono necessariamente riflettere sulla Fede o sulla Spiritualità! Qui si parla anche e soprattutto di altro, si parla di vita, di uomini e donne, di incontri, attimi, scelte, coincidenze … provvidenza, follia, insomma c’è tutto per appassionarsi. Sono proprio felice di aver accolto l’invito di Gabriella che mi informò della possibilità di ordinare il libro di Francesco! Buona Lettura e… Buona Strada, Pietro Mastantuoni (Napoli)
Linda Guida (proprietario verificato)
Ho appena finito di leggere 450Km, mi ha commosso ed emozionato.
Con tanta semplicità sei riuscito a trasmettere emozioni intense..
Ricordavo vagamente che un giorno, incontrandoti a casa di Gennaro, mi aveva spiegato che eri appena tornato da Assisi e che vi eri andato a piedi.. e ricordo solo dei sorrisi…detto in quel modo non potevo capire l’intensità di quello che avevi vissuto: leggerlo è stato davvero costruttivo e alla fine mi ha dato la serenità e la sicurezza di potersi sempre affidare alla Provvidenza
Stefania Papa (proprietario verificato)
Il libro narra una bella storia che ha molto da dire al cuore di ognuno di noi.
La scrittura usata è semplice e pulita e questo lo rende molto scorrevole e coinvolgente.
Grande capacità di coinvolgimento dello scrittore attraverso una perfetta descrizione dei luoghi attraversati e delle persone incontrate sul cammino. Assolutamente da leggere!
Gennaro Piccolo (proprietario verificato)
Tra le numerose e diverse tipologie di cammino possibili, hai scelto quella più vicina alla originarietà del significato: essere peregrino, lasciare le certezze quotidiane e guardare avanti verso la meta, contando solo sulle proprie forze e su quello che il cammino offre, passo dopo passo.
A partire , soprattutto, dalla ospitalità: non tappe prestabilite, con soste più o meno garantite, ma ogni giorno misurarsi con l’estenuante ricerca di un alloggio, il doversi confrontare con l’altro, spiegare, giustificare, far comprendere la sorprendente, e a volte spiazzante, esperienza. Credo che tu abbia lasciato lungo la strada molti doni agli altri, paria quelli che hai raccolto, perché c’è l’accoglienza di chi ti ha ospitato, ma c’è anche la tua accoglienza nel saperti aprire all’incerto.
Il titolo di un libro di molti anni fa di un teologo, Arturo Paoli, “Camminando s’apre cammino”, mi sembra riassumere bene il senso e il risultato della tua conquista. C’è tanta spiritualità, nel tuo percorso e nelle tue parole, la spiritualità vera, alimentata da una profonda e generosa interiorità. Non è un caso se la meta del tuo itinerario è Francesco d’Assisi: nel suo “Cantico delle creature” ha espresso in modo esemplare non solo l’amore per il creatore e per la natura, ma anche la necessità di un diverso rapporto dell’uomo con la natura e l’ambiente (“fratello” sole, “sorella” luna) e con la stessa nostra vita e quella degli altri (“sora” nostra morte corporale).
La tua narrazione è bella, semplice, ma profonda e diretta, piacevole da leggere e rileggere, anche quando c’è l’amarezza della solitudine. Alla fine, resta la consapevolezza non solo che tu abbia raggiunto un traguardo, ma che la vita abbia cominciato ad avere un diverso colore e che questo cammino soprattutto interiore sia la vera strada da percorrere per tutti.
Gennaro Piccolo
Francesco Piccolo
Grazie per il commento, appena sarà possibile organizzeremo un incontro di presentazione dove sarà possibile confrontarsi su quanto ha emozionato di più del mio libro. A presto. Francesco.
Annunziata Feliciello (proprietario verificato)
È un libro veramente da leggere, perché trasmette tantissimi spunti di riflessione con tanti se e tanti ma e con la certezza che chi inizia con determinazione un cammino (anche se solo spirituale) può arrivare al traguardo di conoscere meglio se stessi e gli altri.
Mimmo Castiello