Ancora ci scottiamo ad ogni nostro movimento, ad ogni nostro tentativo di fuga che non sia iniettarsi follia liquida nelle nostre vene.
Scoperto il trucco per un po’ di tempo riuscimmo a scampare l’ordine e ci buttammo nel caos, fu una nostra scelta: annegare tra i vaneggiamenti esplosi dapprima nelle nostre braccia, poi nei nostri occhi.
Ora, dannati, ci rifugiamo spesso in un posto buio come questo dove le nostre braccia brillano, il sangue bolle e le nostre anime raggiungono i cento gradi fino a cuocersi e a trasformarsi nel mangime che sazia la fame della terra.
Quando la mia anima brucia, con me, c’è sempre un altro angelo che corre sui fili del mio cuore e insieme danziamo su di esso, nascosti agli occhi del mondo. E anche oggi è con me, nel giorno del mio compleanno ha deciso di farmi una
sorpresa e portarmi qui per scappare, io e lei solamente. Questo è amore per me, questo è amore che si inietta dritto nel profondo del mio essere fino a farlo sdoppiare in due e trasferirlo direttamente nel suo di essere, nell’essere di Audrey. Questo è il suo nome, questo è il marchio sulla mia anima, anima che le ho già venduto: se esiste il diavolo lei è il mio. Dalla A io mi perdo, mi muovo al buio e in avanti, sono un serpente che biascica sulla sua mela tra la U e la D. Striscio sulla R, mi appendo alla E, scavalco la Y finale per ritrovarmi disperso in un posto che mi scatena soltanto angoscia e dolore.
E allora infilatevi nelle mie braccia, iniettatemi tutta la leggerezza possibile, venite a trovarmi in questo posto dimenticato, io vi accoglierò tutti. Raccoglierò tutta la speranza degli angeli perduti che mi fanno compagnia ed insieme danzeremo sul ciglio della lucidità agitando il nostro spirito.
Si sta già agitando, Audrey, accanto a me, sta cadendo e non è mai stata così bella ai miei occhi, un angelo caduto e raccolto dal mio cuore che prova a donarle l’amore, lo stesso che si sta insinuando nelle nostre vene.
E’ bella, dannatamente bella, potreste confonderla per un sogno e invece è qui ed è reale, in mezzo a tutti noi.
Il posto è sempre lo stesso, la vecchia vetreria ormai abbandonata da decenni e ora riempita di marciume e graffiti sparsi in ogni dove.
La notte ci abbraccia, non so di preciso che ora sia ma so di preciso che siamo già da un’altra parte e non vogliamo tornare.
Al nostro fianco si estende l’altro marciume, quello di cui facciamo parte anche noi, ci siamo tutti, è il posto preferito dagli angeli perduti della città: di spazio per le nostre ali non ce n’era là fuori e allora ce lo siamo creato noi qui dentro.
Quando arrivano queste notti e con esse questi momenti stringo la mano ad Audrey, ho paura di andare troppo in alto e perderla per sempre, perchè poi mi perderei anche io, più di quanto mi sia già perso.
La stringo, ci iniettiamo i deliri e mi sento così sicuro, non mi interessa dove vado, mi interessa andarci con lei.
Il cuore della notte è sempre il più duro da sopportare, il tempo sembra dilatarsi allo stesso ritmo delle nostre pupille e tutto si attenua in quel momento, poi arrivano e sono sempre diverse: allucinazioni e vaneggiamenti per lo più.
Stanotte stanno tardando ma già li sento, sono vicini come vicina è ormai l’alba,
sono vicini! e allora mi avvicino io, maldestro, alla luce fioca di un destino spento:
“Chi va là?”, urlo a me stesso.
L’eco risponde, si frantuma contro un albero spoglio con foglie crepate, piene di fori provocati dall’assuefazione della sostanza verde che scorre nelle nostre vene larghe, scorticate e mangiate da ossa di un bianco smaltato dove mi perdo, mi specchio ed inciampo ogni volta che vedo Narciso. Affogo con lui dentro me stesso per ritrovarmi bello al mio risveglio. Il cielo aspira, ci tiene un posto lì dove una volta stava l’angelo con la testa in giù e dove adesso stiamo noi.
Sotto di me ora balla una fiamma blu spasmodica, si intreccia in un caleidoscopio di avventure che portano tutte qua, l’archetipo della fine del mondo: una fiamma danzante tra due mondi dove noi balliamo e ci occupiamo della disintegrazione della fiacca noia.
Sussultate di paura voi, il cielo è nostro, il cielo è dei dannati.
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