«Debora, potresti considerarmi? Non solo passi giorni dietro a quei fogli, ma lo fai anche mentre tua madre ti sta parlando?» la riprese Amanda.
Lei si voltò, gli ondulati capelli color miele ciondolarono lievemente dietro al collo. «No, mamma» rispose secca, tornando poi a concentrarsi sulle scritte.
Amanda si tolse lo zaino dalle spalle, lo appoggiò a terra e vi infilò gli indumenti, cercando di stropicciarli il meno possibile. «Spero solo che non mi fermi nessuno mentre sto tornando a casa…» brontolò, inserendo la chiusura a scatto e risollevando lo zaino dal pavimento.
«Sempre la solita storia,» lamentò Alan «perché mai dovrebbero fermarti, mamma? E poi, anche se dovesse succedere, non ti perquisirebbero mai senza un valido motivo. E poi, anche se dovessero farlo, non hai nulla di incriminante addosso. Solo dei vestiti in uno zaino, di che ti preoccupi?» La signora Simmon sospirò, i suoi occhi cristallini si fecero ancora più piccoli, inglobati dalle palpebre che si abbassavano. «Ma sai come sono gli Stratiàponi, Alan. Inizierebbero a chiedermi dove sto andando, da dove provengo, di chi sono questi vestiti, perché li sto trasportando…»
Alan rise. «Mamma… sono tutte paranoie che ti stai facendo. Gli Stratiàponi non avrebbero mai un comportamento simile. Tu vai tranquilla a casa come se niente fosse e vedrai che non avrai problemi.»
«E se dovessi incontrare gli Stratiàponi per strad…»
«Oh mamma, ma che discorsi! Se dovessi incontrare gli Stratiàponi per strada, che dovresti fare, scusami? Metterti a correre in direzione opposta agitando le braccia al cielo e urlando? Devi semplicemente far finta di nulla e proseguire.»
Amanda annuì convinta, caricandosi lo zaino sulla schiena. «Sì… sì, giusto, ho fatto una domanda stupida. Il fatto è che… è che sono molto agitata, ragazzi… Bisognerà trovare una soluzione, prima o poi…»
Debora distolse nuovamente l’attenzione dalla bacheca. «Di nuovo con questo discorso, mamma… Non è così facile come sembra trovare una soluzione, ne abbiamo già parlato» replicò.
«Invidio questa vostra leggerezza nell’affrontare le cose…» affermò Amanda prendendo la direzione della porta, il parquet che scricchiolava sotto i suoi scarponcini.
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