Può essere pericoloso indugiare lì fuori, meglio entrare. Con una mano apri la porticina, che cigola un poco. «Maverick? Mav…» Ti fermi, non riesci a dire altro. Non hai mai provato una sensazione come questa. Un pugno al petto, forte, bruciante. Abbassi lo sguardo e sgrani gli occhi, tremando per uno strano e improvviso freddo a coglierti, ora più intenso lì, dentro la casa, piuttosto che fuori. Una freccia se ne sta conficcata nella tua camicia, all’altezza del costato. Camicia che, da bianca che era, sta diventando sempre più color cremisi. Con una mano pallida e tremante sfiori il legno della freccia nel tuo corpo, incredula riguardo della realtà dei fatti. Poi ti inginocchi, ti senti stanca. Profondamente stanca. Vedi in un angolo Maverick immobile, sdraiato al suolo e, sopra di lui, un uomo vestito di nero e incappucciato che ti guarda serio. Ha un arco fra le mani. Chiudi gli occhi. Game over.
2-A
Brrr… Pensi fra te e te. Un gelido soffio di tramontana ti fa quasi sussultare. Nel bosco, in autunno, la temperatura cala velocemente insieme al sole, da Gnevnasur manovrato, e di notte c’è il rischio di imbattersi in branchi di lupi. Con la mano sfiori il tuo borsello: è leggero. Da quando la bottega di tuo padre è stata pignorata per i debiti è difficile tirare avanti, specialmente per un’orfana come te che, sostanzialmente, non sa fare nulla. Tu, con quel tuo bel faccino e la tua curiosità. Non sei neanche in grado di difenderti. E proprio mentre rifletti su queste eventualità, senti ululare. Ti fermi, pietrificata. Drizzi le orecchie e aguzzi la vista, stordita e appesantita dalla luce bluastra del crepuscolo. Senti solo i battiti del tuo cuore, sospinti dall’adrenalina. Poi, eccolo di nuovo, un altro ululato. Ma sembra lontano, non sarà un problema. Forse. Decidi di affrettare il passo, ora è troppo tardi per voltarsi indietro e tornare a Zefira. Ma eccola là, finalmente. Oltre un ultimo boscoso di abeti e ginepri, al di là di una famigliola di funghi alti almeno mezzo metro, sorge in una radura aperta a colpi di ascia la baita di legno di Maverick grosso orso. Un amico di infanzia, un fratello, come furono i vostri padri un tempo. Ti avvicini alla casupola, la porta è solamente socchiusa e dal comignolo esce fumo. Senti ululare di nuovo, da qualche parte fra gli alberi. Il suono rimbalza, difficile individuarne l’origine esatta e la notte ormai sta abbracciando ogni cosa su Bandura. Da dove proviene questo ululato? È vicino, è lontano?
Apri la porta della a casa ed entra Sez. 1-C Resta fuori dalla casa ancora un po’ Sez. 3-A
2-B
ZEFIRA
Riapri gli occhi: sei nel tuo letto, sporco e freddo. Fuori canta il gallo e gli uccellini gli vanno appresso. È una nuova giornata a Zefira. Mentre ti alzi dal giaciglio, ti torna in mente la voce di quella ragazza strana, Shelley Lay. Ti aveva detto di cercarla se avessi avuto bisogno di denaro. «Soldi facili», erano queste le parole che aveva usato. Quella è una tipa un po’ losca però: ti pare di ricordare che avesse avuto problemi con le guardie cittadine. Guardi per un attimo il tuo borsello… Dai, alla fine sentire cosa abbia da dire che male può mai fare? Pensi fra te e te. Dopo aver bevuto un bicchiere di latte, esci fuori e vai a dar da mangiare a Brero, il tuo cavallo color senape dalla fosca criniera. Il tuo migliore amico, l’ultimo regalo di tuo padre.
Esplora casa tua (Continua nel libro) Cerca un lavoro (Continua nel libro)
Vai da Julius l’armaiolo (Continua nel libro) Cerca Shelley Lay (Continua nel libro)
Parti: lascia permanentemente Zefira (Continua nel libro)
3-A
Qualcosa non quadra. Conosci quella casa: sai che dietro il capanno della legna c’è un altro ingresso, una porta secondaria. Forse è più prudente entrare da lì. Fai il giro della baita con circospezione, dunque apri la porta di servizio. Dentro non sembra esserci nessuno. Per sicurezza afferri un’accetta, che sta lì vicino, conficcata in un ciocco di legno. Fai un passo all’interno dell’abitazione e ti affacci da un angolo sull’ingresso-soggiorno. Vedi subito Maverick a terra, legato e apparentemente privo di sensi. Sopra di lui, a pochi metri da te, un uomo incappucciato di nero, con un arco agganciato sulla schiena, intento a frugare fra le carte del padrone di casa, su un tavolo vicino al caminetto acceso. Non sembra aver notato la tua presenza. Tu abbassi lo sguardo, verso la rozza lama dell’accetta che brilla al lume di candela.
Prendi la mira e gli tiri contro l’accetta Sez. 3-C Scappi via Sez. 4-C
Provi ad avvicinarti a lui senza farti scoprire per colpirlo da vicino Sez. 4-A
3-B
La locanda “Al Tasso Ubriaco” non è un posto per nobili signori, ma nemmeno una sporca bettola di periferia. Diciamo che è una tipica osteria di questa zona di Bandura: spoglia e spartana, prevalentemente costituita da legno e derivati vegetali. Sei tavolacci all’interno e un solo avventore questa sera. Cedric Du Galle, l’alchimista, lo stregone, il misterioso. Si tratta di un vecchio particolarmente arzillo, che a Zefira possiede una bottega di filtri, pozioni ed unguenti. È alto, magrissimo, dai vispi occhi grigi e dotato di una barbetta rada sulle guance che forma una trecciolina a scendere giù, sino al pomo d’Adamo. È solito trascorrere la maggior parte del suo tempo al di fuori del paese, e non ci è voluto molto tempo per far girare intorno a lui certe voci… che esercitasse le arti arcane, che fosse un mago. Non che ci sia niente di male in questo, ma gli abitanti di Zefira, uomini semplici e duri, pragmatici e ignoranti, da sempre mal vedevano cose tanto astratte e lontane dalle fatiche della gente normale. Ma tu, di certo, non sei come i tuoi compaesani. Intanto ti si avvicina Rosa, la cuoca. «Tesoro, cosa posso portarti? Questa sera abbiamo tagliatelle al ragù di cervo, che ne dici? Le ho fatte io e… tranquilla! Offre la casa!»
Mangia da sola e vai a dormire a casa Sez. 2-B Siediti al tavolo di Cedric Sez. 4-B
3-C
O la va o la spacca. L’uomo è tutto intento a frugare tra gli incarti sulla scrivania di Maverick, non sa di avere compagnia. Guardi l’accetta nella tua mano. Provi ad alzare il braccio e fai alcuni movimenti in avanti e indietro, per saggiare il peso dell’arma. Dopodiché ci provi, pieghi all’indietro il braccio quanto basta, per poi scagliare l’arnese. Questo rotea veloce, fendendo l’aria per i tre metri che separano te dall’individuo, per poi infine raggiungerlo e conficcarsi sulla sua schiena. Quello, per il dolore e lo stupore, lancia un grido acuto, sollevando le braccia al cielo, per poi accasciarsi sulla scrivania a faccia in giù. Ottieni +1 Mira. Vittoria! La storia continua nel libro.
4-A
Stringi forte il manico dell’accetta, sai bene che avrai a disposizione un solo tentativo. L’adrenalina ti sta facendo esplodere la testa, la paura c’è, ma il desiderio di sopravvivere la sovrasta, facendoti come regredire allo stato animale. Vuoi solo uccidere colui che ti minaccia. In punta di piedi fai un passo. Poi un altro e un altro ancora. Basta ancora un poco per essere alla giusta portata ma… un rumoraccio ti fa balzare il cuore in gola: una dannata trave scricchiola. L’uomo si gira, sotto la mantella ha un camicia scura e, rapidissimo, con la mano destra estrae da un fodero al suo fianco una spada. La storia continua nel libro.
4-B
Ti siedi a mangiare vicino a Cedric Du Galle. Da bambina leggevi e ascoltavi sempre con curiosità i racconti magici, che narravano le gesta di uomini capaci di brandire il potere degli dei, l’arte arcana. Domare le forze della natura, trasformare la materia, poter salvare le persone o… distruggerle. La magia sì che sarebbe stata un lasciapassare per una vita diversa. Migliore non sai, ma sicuramente diversa. Quell’uomo, Du Galle, è l’unico collegamento possibile con quel mondo, lì a Zefira. Decidi di farti avanti, senza troppo girarci attorno: gli chiedi se può insegnarti qualcosa. Cedric smette di mangiare e inizia a scrutarti profondamente, come se cercasse qualcosa nei tuoi occhi. Poi, annuendo, ti dice: «…La magia potrebbe anche rispondere alla tua chiamata, con la dovuta preparazione. Ma… hai la testa, l’intelligenza giusta per poter controllare i poteri arcani? È così difficile che talento e intelligenza alberghino nello stesso corpo… ti metterò alla prova. Risolvi questo enigma. Se ci riuscirai, parleremo domani mattina.» La ricetta della conoscenza? Prendi un paiolo e metti al suo interno le dita di una mano destra e tutte le vite di un gatto nero. Mescola bene e otterrai la conoscenza che cerchi. (Se non comprendi l’enigma puoi tornare alla sez. 1-A. Se lo hai capito: la storia continua nel libro).
4-C
Provi ad indietreggiare senza farti sentire, dunque volti le spalle e scappi più in fretta che puoi. In un attimo sei fuori dalla casa. Ormai è fatta, quel tizio non ti potrebbe mai raggiungere. Maverick? Ti dispiace per lui, non sai nemmeno se sia svenuto o morto. Corri intanto veloce fra gli alberi. È buio, non vedi bene, sai soltanto in che direzione si trova Zefira. Cerchi di guardare a terra, per evitare rocce e radici, ma non è semplice, la luce della luna è particolarmente fioca. Poi la botta, forte, all’altezza del volto: un ramo non visto. Il dolore è sordo e lancinante, subito scivoli: c’è un burrone di fronte a te, nascosto dagli arbusti. Cadi, rotoli, un osso si spezza, tutto accade molto in fretta. Quando finalmente ti fermi, vedi una delle tue gambe in una posizione innaturale. Piangendo istericamente gridi, ma nessuno ti sente. Il freddo aumenta. Game over.
Roberta Accarisi (proprietario verificato)
Ho avuto il grande piacere di poter leggere questo libro ed entrare nel mondo di Bandura. Restare affascinati è molto semplice perché i paesaggi, le città, l’atmosfera e le avventure che la protagonista vive sono coinvolgenti ed appassionanti.
La possibilità di scegliere in quale strada specializzare il proprio personaggio è la cosa che sicuramente ho apprezzato maggiormente: tra tutte non potevo che scegliere la via della magia!!
Sono davvero cuoriosa di sapere come andrà avanti l’avventura di Tarober e quale finale avrà il mio personaggio!!
Consiglio a tutti di fare un giro nel mondo di Bandura, ne resterete affascinati e sarà difficile uscirne!
Francesco Gl
Ho avuto il privilegio di poter leggere Bandura in anteprima e non posso che auspicarmi che quest’opera approdi sugli scaffali delle librerie in forma fisica. Mi sono sentito immerso nell’universo di Bandura sin dalle prime pagine e, proprio come la protagonista Tarober, ho sentito sulla mia pelle il grande fascino della scoperta, il richiamo dell’avventura e la bellezza di infinite possibilitá e bivi in cui scegliere e compiere il mio destino. La scrittura e’ incalzante e il ritmo serrato ti tiene incollato al volume con l’aviditá di scoprire cosa accade e prendere scelte cruciali. Complimenti davvero a Gabriele per quest’opera che non avrei mai pensato essere la sua opera d’esordio. Spero che in molti avranno la
possibilita’ di leggerlo.
Francesco Galiotto