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Biglietto di morte

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Consegna prevista Agosto 2025
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12 luglio 2019. In un quartiere benestante della cittadina italiana(immaginaria)di Luminate, la scomparsa di Erica di Giacomo, ragazza conosciuta e amata da tutti, sconvolge la quiete del posto.
La scomparsa avviene nel cuore dell’estate, e proprio a poche ore dalla sua partenza con il fidanzato Diego Lucci per una meravigliosa vacanza in Grecia. Diego, sconvolto e affranto, crede di conoscere bene la sua fidanzata, tuttavia non riesce a trovare un valido “perché” in quell’inaspettato accaduto.
Il ragazzo si decide a trovare da sé le risposte sulla scomparsa della fidanzata, finendo in una folte rete di inganni, così come il commissario Antonio Battidoro e la sua squadra, che dovranno affrontare false piste, e capire se questa non sia una scomparsa isolata.
Verrà presto alla luce che anni prima anche altre ragazze sono scomparse, e i loro fidanzati uccisi. Sui loro corpi senza vita, un biglietto ne annuncia il trionfo del killer:” Adesso mi obbedirai.”

Perché ho scritto questo libro?

In questa storia mi sono sentito in dovere di dare parola alla giustizia, e questo è anche uno dei motivi che mi hanno spinto a scrivere il libro: far comprendere che essa c’è, e non può non esserci in una società complessa come la nostra, bisogna darle fiducia e tempo. L’altro motivo per cui mi sono dedicato a questo romanzo è quello di dubitare di tutto e di tutti, e di non soffermarsi esclusivamente sull’apparenza, ma andare oltre.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Prologo

21 maggio 2018

Non provava più alcuna pietà,era diventato come una macchina forgiata per la guerra,dove i sentimenti e le emozioni non hanno alcun valore. Così era per lui,voleva soltanto dar sfogo alle sue pulsioni nascoste,peccato che in troppi gli facevano da intralcio,ma non si creava alcun problema,dal momento che riusciva a trovare delle soluzioni in pochissimo tempo,anche qualora le situazioni fossero precipitate.

Le sue mani tremanti nascoste nei guanti neri,poggiate sul volante della sua auto, erano diventate un tutt’uno con la sua irrazionalità,pronte a colpire con tutta la potenza che il suo corpo possedeva.

Guardò l’orologio che aveva sul polso. Era quasi ora. Le mani smisero di tremare,così le allontanò dal volante,e aprì il cruscotto,da dove tirò fuori un passamontagna,e un taglierino,che custodì delicatamente nella tasca dei suoi pantaloni elastici. Accanto a sé sul sedile anteriore passeggero aveva una giacca nera,la indossò e coprì così accuratamente le sue braccia tatuate,dopodiché il suo sguardo si posò sul cielo,e pensò a come si sentisse a suo agio quando non c’era nessuno in strada,e non aveva occhi cagneschi puntati addosso. Poteva fare quello che desiderava. Uccidere.

Il passamontagna che teneva appoggiato sulle gambe lo prese,lo tenne per qualche momento sospeso tra le mani sudate,tirò un sospiro profondo e infine lo indossò.

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Scese dall’auto,si diresse verso il bagaglio,lo aprì e si gettò con il volto all’interno per trovare ciò che cercava:una spranga di legno. Il suo modus operandi era ormai consolidato,ma allo stesso tempo semplice,d’altronde le sue vittime erano innocue,e meritavano un trattamento non troppo complesso.

Si assicurò di aver preso tutto,si auto convinceva che una volta passato quel concitante momento di agonia della vittima,avrebbe potuto godere al massimo del premio che riceveva a discapito della vita altrui,si faceva quindi forza.

Lasciò la vettura aperta,perché una volta portato a termine il suo piano doveva essere molto veloce,tanto da allontanarsi dalla futura scena del crimine. Lui non amava nascondere i corpi,anzi lasciava addirittura un biglietto su di essi.

A passo lento raggiunse il boschetto. Poco fuori da quest’area si passò per le spalle delle bretelle che aderivano perfettamente alla sua schiena. Queste bretelle appartenevano a un fodero,dentro al quale inserì la spranga. Vide la vittima,troppo felice per i suoi gusti.

Aspettò per qualche secondo nascosto dietro gli alberi,si guardò nella tasca del pantalone ed estrasse il taglierino. Approfittò della distrazione della vittima,e non appena quest’ultima si girò di spalle,inconsapevole di quello che stava per accadere,partì all’azione.

Improvvisamente la vittima si ritrovò  conficcata nella schiena la lama del taglierino,il sangue cominciò a scorrere a fiotti,dal dolore cadde a terra perdendo così l’equilibrio. Agonizzante,sembrava che gli mancasse il respiro,ma trovò la forza di dire le sue ultime parole:«No,ti prego».

Estrasse la spranga di legno e lo cominciò a colpire alla testa,ripetutamente,senza fermarsi.

Una volta che il ragazzo era ormai senza vita,pronunciò la sua frase di rito:«Adesso mi obbedirai».

Guardò il ragazzo disteso in una pozza di sangue,e sul corpo senza vita gli appose il suo biglietto da visita con le sue classiche parole.

                                                          Capitolo 3

Diego arrivò a casa,salutò il suo amico a quattro zampe Uhtred,e si buttò sotto la doccia.

Il cane era della sorella,ma lei da qualche anno viveva in Svizzera a Lugano,per cui l’aveva affidato al fratello Diego,il quale le fece una promessa,quasi sottoforma di un giuramento solenne,di prendersi cura più del cane che di sé stesso. Era un pastore tedesco di tre anni e sua sorella lo aveva chiamato “Uhtred”in onore del personaggio letterario e cinematografico realmente esistito durante l’invasione vichinga in Inghilterra.

Uscito da una bella doccia fredda,si asciugò i capelli,si guardò allo specchio,controllò il suo volto lucente,e si accorse che i suoi occhi azzurri risaltavano particolarmente in quella giornata.

Dopo essersi vestito,una maglietta bianca con maniche corte,con un pantaloncino blu che gli arrivava alle ginocchia,prese il paio di scarpe bianche e se le infilò. Prima di allontanarsi dalla sua abitazione preparò la colazione a Uhtred,gli mise i croccantini in una ciotola e dell’acqua fresca in un’altra.

Dopodiché si sedette,e si apprestò a dar vita a una buona tagliata di frutta di stagione. Era quello che ci voleva dopo una bella corsa,e soprattutto per recuperare le energie perse.

Accarezzò il cane che vedendo allontanare il suo amico umano cominciò ad abbaiare. Diego gli si avvicinò,lo strapazzò di carezze e uscì,diretto a casa di Erica.

Prese la macchina del padre,il quale gliela aveva lasciata per qualche settimana, poiché lui e la moglie si erano diretti a Lugano in visita alla figlia Federica,dedita ad un’attività di ricerca etologica.

Arrivò in pochi minuti a casa di Erica. Abitavano nello stesso quartiere,a pochi metri. La casa di Erica era molto grande,e sulla parte esterna del giardino aveva una piscina.

Quella mattina però decisero di fare shopping e di annullare l’idea di farsi un bagno,perché il giorno dopo sarebbero dovuti partire per la Grecia,destinazione Santorini,e dovevano essere limati gli ultimi preparativi.

Erica ancora doveva scendere,così Diego suonò il clacson. Dopo una manciata di minuti la ragazza uscì dalla sua abitazione. Indossava un vestitino blu molto aderente con dei sandali dello stesso colore del vestito.

Diego scese dall’auto,le aprì la portiera,la richiuse e si diresse verso l’area conducente.

Durante il tragitto parlarono della vacanza,e di come fossero felici di ritagliarsi quello spazio per loro.

«Ti giuro voleva venire anche Chiara»,annunciò Erica con tono divertito.

«La tua amica,o meglio la nostra amica dovrebbe rimanere un po’ al suo posto»,disse Diego accennando un sorriso.

«Sai,lei ama il mare,soprattutto se si parla di Grecia».

«Bé potrà andarci con il ragazzo che sta frequentando,no? Mi hai detto che è un riccone. Magari la porterà nel Mare dei Caraibi».

«Non credo affatto. I suoi genitori non sono molto permissivi».

Arrivati al centro commerciale Landscape Glass,situato nei dintorni delle zone periferiche del sud di Luminate,a pochi passi dal quartiere di Erica e Diego,i due fecero il loro ingresso,e videro che era già molto affollato. Il loro corpo fu investito da una piacevole freschezza dell’ambiente.

Negli anni addietro i luminatini avevano protestato aspramente per l’apertura del centro commerciale,poiché la sua apertura significava un importante disboscamento della zona. Tuttavia il progetto era proseguito spedito,e i pochi investitori presenti in città avevano quasi fatto a pugni per assicurarsi una percentuale degna di nota per gli eventuali cospicui guadagni futuri.

Diego e la fidanzata si stavano ora dirigendo al piano superiore quando i loro occhi furono catturati da uno schermo in bella vista,collocato nel bel mezzo del piano inferiore. Questo era tenuto fermo da un supporto ,con un’asta che lo sorreggeva. Una voce femminile al suo interno recitava:”Se vuoi godere di un bellissimo paesaggio recati alla zona relax al piano superiore,dove potrai ammirare tramite le spettacolari vetrate un tratto del fiume Luminate,da cui la nostra città prende il nome.” Varie immagini di Luminate si susseguirono sullo schermo:mostrarono il suo centro con i suoi principali uffici,fulcro dell’attività pulsante della città,tra cui il commissariato. L’ultima immagine raffigurava il moderno aeroporto,lontano qualche chilometro dal centro di Luminate.

Ora le scale mobili avevano portato Erica e Diego  al piano superiore dove vi era la gioielleria,in cui il ragazzo giorni prima aveva ordinato una meravigliosa collana personalizzata con le iniziali dei loro nomi,racchiusi in un ciondolo a forma di cuore.

«È bellissima,non dovevi»,disse Erica eccitata.

Si alzò i capelli,e Diego gliela poggiò delicatamente al collo per poi chiuderla.

«È per celebrare il nostro amore. Una ragazza come te merita questo e altro».

Erica si gettò affettuosamente tra le braccia dell’innamorato.

Lo baciò,e Diego la strinse forte a sé. Si era promesso di mettere la vita della ragazza davanti alla propria,per lui Erica era il tutto,la parte che non possedeva,e che soltanto lei gli poteva donare con il suo amore.

Pranzarono in uno dei tanti ristoranti del Landscape Glass,e dopo aver gustato una buona pizza,addolcirono il loro palato con del gelato.

«Mi fa impazzire il cioccolato!»,esclamò Erica.

«Mangi soltanto robaccia!»,disse Diego in tono scherzoso,e intento a gustare il suo gelato proteico.

Erica simulò un finto lamento,e s’imbronciò.

«Sei bella anche quando ti arrabbi».

Diego la tirò leggermente verso di sé,la riempì di baci sulle sue soffici guance.

Presi dall’amore i due ragazzi non fecero caso che qualcuno da lontano,non troppo lontano,a pochi passi da loro li stesse spiando,e stesse scattando l’ennesima foto.

                                                          Capitolo 4

La giornata di condivisione con Erica era da poco terminata,e dopo averla accompagnata al Beauty&Health,centro benessere,si salutarono,

si scambiarono gli ultimi baci,dopodiché Diego fece ritorno a casa,dove la valigia lo attendeva per essere preparata.

La notte stava per giungere,ma il caldo non si placava. La valigia era a buon punto,mancavano le ultime magliette quando bussarono alla porta. Uhtred cominciò ad abbaiare.

«Calmo bello. Sarà Giuseppe»,fece previsione Diego.

Dopo aver attraversato il piccolo corridoio che si annetteva con la cucina,raggiunse la porta. Guardò nell’occhio magico,riconobbe la persona in attesa,e girò la chiave nella serratura nel verso di apertura. Sulla soglia comparve l’amico.

«Ti volevo salutare amico».

«Vieni qui».

I due si scambiarono un caloroso abbraccio.

«Entra pure Beppe».

«No,vado di fretta. Come abbaia»,fece cenno con la testa verso il cane.

Diego si voltò verso Uhtred e rise. Poi tornò serio.

«Come stai,Beppe?»

«Male. Sento di non riprendermi più. La mia vita è diventata un incubo».

«Pian piano riuscirai a superarla»,disse Diego in tono comprensivo.

«La perdita di un familiare è sempre un trauma,specie se quel familiare era tuo fratello,e specie se con lui avevi un legame particolarmente forte. Non voglio annoiarti. Goditi la vacanza!»

«Grazie,a presto».

Diego quella sera non fece altro che pensare al modo brutale con cui era stato ucciso Filippo,fratello di Giuseppe. Il suo amico da allora si era ripreso a tratti,ma non del tutto. Era rimasto traumatizzato,e l’ultimo anno di liceo lo aveva frequentato  con frequenza irregolare,con presenze sempre più sporadiche. Nonostante tutto era riuscito a diplomarsi,seppur con il minimo,ma bisognava mettersi nei suoi panni per capire il dolore che celava all’interno.

Il sorriso di una volta lo aveva perso,così come la vitalità.

Diego ritornò nella realtà,e smise di pensare a quella cruda situazione in cui si trovava il suo amico.

Controllò il telefono. Non c’erano messaggi di Erica. Era strano,solitamente si scambiavano la “buonanotte”,ma non quella sera. Diego gliela fece ugualmente con un romantico messaggio vocale. Tuttavia non trovò risposta. Convinto che la fidanzata fosse stanca,impostò la sveglia delle sei,sarebbe andato a correre come sempre,avrebbe portato la colazione alla sua ragazza come sempre,ma avrebbe dovuto accelerare il passo,alle dieci avevano il volo per Santorini.

Si gettò sul letto e assieme a lui Uhtred che gli leccò la faccia.

«Starai da Giuseppe per una settimana. Con lui ti troverai bene».

Accese il televisore,e su uno dei suoi canali preferiti,stava andando in onda un servizio su Baia Marittima,città confinante con Luminate. L’inviato parlava in maniera sciolta e molto chiara:”Benvenuti a Baia Marittima,ci troviamo a sud-ovest di Luminate,in una delle mete turistiche estive fortemente gettonate per il suo mare cristallino,apprezzata per il buon cibo e per il bellissimo lungomare.”

Diego si perse nel colore blu acceso di quell’acqua marina,e per un attimo chiuse gli occhi,s’immaginò di trovarsi su una di quelle spiagge. Il rumore dell’acqua del mare che s’infrangeva contro gli scogli,producendo vero piacere per allontanare le scariche negative dall’interno del corpo,e il garrito che manteneva sveglio l’animo.

Poco dopo Diego si addormentò,e il televisore andò in modalità di riposo.

Però qualcuno fuori dall’abitazione stava preparando la distruzione della sua pace notturna,deciso a frantumarla in piccolissime schegge taglienti.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Antonio Pio Mosca
Nasce nel 2003 a Castellammare di Stabia(NA). È originario di Pompei, dove nel 2022 si è diplomato presso l’istituto statale scientifico Ernesto Pascal all’indirizzo linguistico. Nell’anno 2022-23 si iscrive alla facoltà di Scienze politiche e relazioni internazionali. Dopodiché decide di dedicarsi prettamente alle facoltà umanistiche,tra cui su tutte la filosofia e la storia. Nel 2024 inizia quindi un nuovo percorso di studi presso l’Università di Napoli Federico II.
Nell’ultimo anno, oltre a occuparsi della scrittura di un saggio filosofico, e al romanzo thriller “Biglietto di morte”, non ancora pubblicati, si è inoltrato nell’attività di volontariato. Grande amante della natura e del regno animale, nel tempo libero si dedica alla lettura, soprattutto di opere saggistiche, e ovviamente alla scrittura.
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