Una cosa posso dirla, però. Non è affatto vero che in certi momenti ti passa la vita davanti come fosse un film e tutte ’ste balle qui che si dicono sempre. Anche perché credo che nella maggior parte dei casi, per quanto dalla durata lampo, sarebbero tra i film più noiosi della storia. Cercai solo di fare mente locale. Dove diavolo ero? C’era un silenzio irreale. Sopra di me i cavi dell’alta tensione, che in quella prospettiva incorniciavano le antenne sui tetti dei palazzi. Girai la testa e riuscii a intravedere i binari del tram. Immobile, sdraiato di schiena sull’asfalto, mi sembrò di ricordare che mi avessero sparato, ma non c’era sangue intorno a me, almeno a una prima, rapida occhiata. Così come non mi sembrò di avere niente di rotto. D’un tratto però ricordavo dov’ero e come c’ero finito.
Ma perché non riuscivo ad alzarmi? E la moto dov’era finita? Non nel mio campo visivo. Poi capii. Ero come bloccato. Ma la rabbia pulsava nelle tempie e scorreva lungo tutto il resto del corpo e man mano sentii il sangue pompare di nuovo e i battiti ritornare e soprattutto aumentare.
Stupido. Ma cosa credevo? Era già tanto che fossero passati tre anni di relativa calma. Apparente. Perché la calma è sempre apparente. Quel grassone maledetto. Sarebbe tornato alla carica, l’avevo sempre saputo. Ma non avevo voluto ascoltare la voce nella mia testa, preso com’ero a illudermi di cambiare vita. E come gli era potuto venire in mente di rimettere in piedi il solito gruppo? Nemmeno negli anni d’oro avevamo mai brillato, figurarsi dopo tutti gli strati di ruggine e polvere e stanchezza che ci si erano depositati addosso. Una tempesta di merda. Nient’altro. Ecco in cosa mi ero cacciato, da quando avevo rimesso piede nel vecchio covo fino a quel momento, steso col culo per terra sulla strada gelida alle tre di notte in mezzo a largo Preneste. Questa era la mia vita. Finalmente mi alzai, evitando per un pelo il bus notturno il cui clacson squarciò il silenzio di una periferia quanto mai triste e mortifera, con quella perenne manata di grigio addosso. Tirai fuori dalla tasca lo zippo argentato e accesi una sigaretta. Diedi una boccata e sbuffai fuori il fumo. Mi faceva male una costola e il braccio destro era indolenzito. Passai la mano tra i capelli e mi resi conto che avevo guardato ovunque tranne che nel posto giusto. Un po’ di sangue c’era e mi sporcò le dita. Poco male.
Il cuore aveva ripreso a battere regolarmente. E di testa mi sembrava di starci. Per quello che voleva dire. Diedi una scrollata al vecchio giubbotto nero che ormai era una seconda pelle e mi incamminai mezzo zoppicante nella notte, cercando di capire dove fosse finita la mia moto, diretto verso un destino su cui troppi avevano messo bocca tranne il sottoscritto. Seriamente intenzionato a spaccare un bel po’ d’ossa. Era ora di ristabilire l’ordine.
Maria Maddalena Lupica (proprietario verificato)
Libro molto ben scritto, la storia scorre velocemente e ti cattura, le descrizioni dei personaggi sono molto evocative. Ti trovi a simpatizzare per i cattivi compagni, loro malgrado risucchiati dal vortice della criminalità. Il ritmo della narrazione e delle scene descritte sembra già adatto alla sceneggiatura di un film; in certe parti mi ha ricordato Romanzo criminale, in altre le atmosfere grottesche della trilogia di Smetto Quando Voglio. L’attore recentemente scomparso Libero De Rienzo ne sarebbe stato l’ideale protagonista. Assolutamente una lettura da consigliare.
Elena D’Orso (proprietario verificato)
Una lettura veramente divertente, come romanzo di intrattenimento fa il suo. Si legge bene, è scorrevole e appassiona. Una via diversa al crime italiano che non passa per i soliti investigatori con o senza distintivo, ma cerca di raccontare una realtà di periferia attraverso la lente del genere. Molto belle le descrizioni dei momenti d’azione. Consigliato!
Massimiliano Franchi (proprietario verificato)
ho iniziato a leggere le bozze, i primi capitoli e subito mi sono sentito immerso in questa storia di piccoli grandi gangster, di freddo e fumo, trascinato dai pensieri e dai ricordi del protagonista, in una Roma che ben riconosco e la sensazione è quella di non volersi staccare dalle pagine fino a finire tutta la storia.
Giulia Basili (proprietario verificato)
Ho preordinato la mia copia e ho letto le bozze. Da subito mi sono ritrovata catapultata in un’atmosfera davvero particolare e avvincente. Da romana posso dire che non è scontato come tante cose viste e raccontate finora, anzi! Un crime che non vedo l’ora di leggere per intero!