Cap. 1 L’istinto di Clara
L’auto dell’agente Clara Strendall correva verso il comando di polizia di Huntsville, una cittadina dello stato del Texas per seguire la pista del suo primo caso di omicidio.
Faceva caldo per essere ottobre e sperava di poter esaminare quanto cercava negli archivi della polizia per l’ora di pranzo, per potersi concedere un doccia in un motel prima di rientrare.
Frugò con la mano nella borsa appoggiata sul sedile del passeggero dalla quale estrasse il telefono per attivare il registratore.
“Sono le 10.32 antimeridiane di venerdì 12 ottobre 2015 e sono quasi arrivata all’ufficio di polizia di Huntsville. Fa caldo e non vedo l’ora di fare una doccia, non prima di aver bevuto del caffè! Sono impaziente di vedere l’archivio per cercare l’arma di un delitto che potrebbe essere collegato all’omicidio che sto seguendo. La vittima, donna tra 20 e i 30 anni della quale non conosciamo l’identità ancora a causa dello stato del cadavere, potrebbe essere stata uccisa con un uncino, una punta di freccia, un arpione. Abbiamo mandato a esaminare dei frammenti di metallo trovati nella ferita, ma ci vorrà tempo per gli esiti. Spulciando negli archivi dell’Fbi come casi irrisolti con le stesse modalità ho trovato un altro caso di ritrovamento di una detenuta, condannata alla sedia elettrica, evasa dal carcere di Huntsville nel 1958 e ritrovata cadavere dopo pochi giorni nello stesso modo e con lo stesso tipo di ferita. Dagli archivi risulta censita e conservata un’arma ritrovata insieme al corpo e potrebbe essere lo stesso tipo di arma usata dall’assassino che stiamo cercando. Non sono sicura di trovare un effettivo collegamento, del resto sono due omicidi a distanza di più di 40 anni e in stati diversi, ma poter esaminare quel reperto ci darebbe una indicazione sull’arma, se si trattasse davvero di un arpione sarebbe quantomeno insolito. Potrebbe essere uno strano caso di emulazione, naturalmente, magari legato a qualche tipo di culto o potrebbe non esserci alcun collegamento. Del resto è quello che sperano tutti che io faccia un bel buco nell’acqua! Ah nota per me: cancellare l’ultima frase.”
E così dicendo la donna chiuse la registrazione e rallentò in prossimità di un edificio posto proprio all’imbocco dell’ingresso della cittadina.
Parcheggiò velocemente e si sistemò rapida i capelli scuri cercando di scacciare tutti i dubbi che la assillavano.
Ricordava le parole del suo supervisore.
“E’ una cosa irrilevante, non può esserci connessione perché ci sono oltre 40 anni tra un omicidio e l’altro. Ti ho mandata lì per analizzare i fatti e chiudere il caso, non per aprire una caccia alle streghe!Se vuoi andare in Texas ci andrai nel tuo week end libero e a spese tue non del bureau, mi sono spiegato? E lunedì mattina voglio trovare il rapporto di chiusura del caso sulla mia scrivania, intesi?”
Sì, probabilmente il suo capo aveva ragione come del resto il suo compagno.
“Eddai ma che cavolo ci vai a fare ad Huntsville? Proprio nel week end!?”
Anche il suo conto corrente avrebbe volentieri fatto a meno di quella spesa imprevista.
Ma per lei c’era qualcosa di strano, qualcosa che ancora non riusciva a capire e che il suo sesto senso, l’istinto che l’aveva contraddistinta già all’accademia, le impediva di ignorare. Scese dall’auto e si diresse all’ingresso della centrale di polizia di Huntsville.
“Buongiorno sono l’agente Strendall, ho un appuntamento con lo sceriffo.” disse al poliziotto in guardiola, mostrando il tesserino dell’Fbi. L’uomo in divisa le fece un cenno del capo e con la mano le indicò un corridoio dritto davanti a se’.
“Sì, prosegua fino in fondo e poi giri a sinistra, lo sceriffo l’aspetta nel suo ufficio.”
“Grazie.”
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