Walter Attavi è un ricco imprenditore e con i soldi ha sempre ottenuto tutto, tranne ciò che desidera davvero: un nuovo cuore per suo figlio Sam. La situazione, già precaria, si fa sempre più difficile con il passare del tempo: la malattia irreversibile del ragazzo, le cure insufficienti, la stanchezza di Walter e il tradimento della moglie che, per dimenticare le condizioni di Sam, cerca conforto al di fuori della famiglia. Ma, nella disperazione, un lampo di genio. Walter sa che la vita di suo figlio e le sorti di una famiglia ormai in frantumi dipendono da un possibile donatore. Così, dopo aver corrotto un tecnico informatico dell’ospedale, si viene a conoscenza di un giovane ragazzo che ha da poco fornito il proprio consenso per la donazione degli organi in caso di morte. Il suo cuore risulta compatibile e nella mente di Walter prende vita un’idea spietata.
CAPITOLO 1
L’impiegato dell’ufficio comunale portava due fedi all’anulare della mano sinistra.
Due matrimoni quindi, pensò Marco, seduto di fronte alla sua scrivania per farsi rifare un documento. Ma chi avrebbe mai portato la fede dell’ex moglie al dito, supponendo per assurdo che l’altra persona gliel’avesse ceduta, anziché venderla in un banco dei pegni o gettarla via in un tombino? No. Impossibile. Era molto più probabile che si trattasse dell’anello appartenuto alla moglie defunta. Forse però era stato lasciato per via del suo aspetto poco curato.
Cavolo, amico, tagliati quei peli che ti escono dal naso e dalle orecchie, sono lunghi come dei germogli di soia.
«Favorevole alla donazione degli organi?» disse l’impiegato con due fedi.
«Scusi» disse Marco, fingendosi sorpreso come se gli avessero chiesto di ballare il tip tap. «Io sono qui per avere una nuova carta d’identità.»
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Due Fedi inarcò lo sopracciglia cespugliose e, senza curarsi del tono sorpreso del ragazzo, andò avanti in modo laconico con la spiegazione: «Se aderisce alla donazione ora, potrà sempre retrocedere alla sua scelta in un secondo momento a questo ufficio». L’impiegato allungò un foglio a Marco in cui erano indicati indirizzo e numero civico di un ufficio nella città di Asti.
Due Fedi lo guardò attraverso le sottili lenti dei suoi occhiali, con l’intensità di cui solo i bradipi sono capaci, senza aggiungere altro. Forse voleva dare al suo interlocutore il tempo di pensare. Ma visto che Marco sosteneva il suo sguardo senza pronunciarsi al riguardo, Due Fedi gli propose la seconda scelta.
«Se ora sceglie di rispondere no potrà cambiare la sua decisione in un secondo momento, comunicandola sempre al medesimo ufficio.» L’impiegato guardò il ragazzo in attesa di una risposta: «Dunque cosa fa?».
«Favorevole» disse Marco.
Due Fedi non sembrò affatto sorpreso o interessato alla sua deci-sione, con la stessa flemma decisa che gli apparteneva inserì il re-sponso affermativo riguardo alla donazione di organi nel database; una stampante si attivò, sfornando un paio di tiepidi fogli A4.
«Questa è la sua carta d’identità provvisoria, potrà ritirare l’originale a una settimana da oggi in questo ufficio. Tutto chiaro?» disse consegnandogli i fogli.
Voleva dirgli di fare qualcosa per quei peli prima di andarsene, ma si trattenne. Era sconsigliabile dare nell’occhio. «Certo, tutto chiaro» disse Marco, che prese i documenti e uscì dall’ufficio.
Nonostante fosse autunno inoltrato, la piazza di Nizza era inondata dal sole e faceva piuttosto caldo. Marco si tolse il giubbotto di pelle e se lo strinse in mezzo alle gambe, sotto portava una T-shirt nera con stampato il simbolo di un gruppo musicale. Si sistemò i capelli legandoseli con un elastico in un ciuffetto ribelle sulla cima della nuca, mentre si specchiava riflesso nella vetrina di una gioielleria. Odiava vestirsi in quel modo. Si sarebbe sentito più a suo agio in un completo di tweed con un papillon abbinato, camminando con un bastone da passeggio che magari nascondesse un lungo e affilato pugnale al suo interno (in realtà quello lo aveva davvero a casa).
Una ragazza di passaggio, che indossava dei pantaloni neri aderenti e portava diversi piercing al viso, vedendolo, gli sorrise. Lui ricambiò il sorriso, e le disse avvicinandosi: «Con te userei volentieri il mio bastone da passeggio». La ragazza sembrò non capire, arrossì violentemente e andò via accelerando il passo. Marco la guardò sparire con un moto di odio misto a compassione e lasciò la piazza assolata per le ombrose vie del centro storico. Era ora della merenda.
Laura Mantelli (proprietario verificato)
Si tratta di un thriller molto appassionante. Le vicende dei suoi personaggi ci insegnano che corruzione e denaro, intorno ai quali ruota l’intera trama, non ci consentono di ottenere tutto e che le azioni ci ciascuno ne segneranno per sempre l’esistenza.
Anna Maria Rebora (proprietario verificato)
I personaggi di questo romanzo mi piacciono molto, ci fanno capire che i soldi non sono tutto nella vita, e che la strada che scegliamo segna la nostra esistenza.
Luca Gabutti (proprietario verificato)
IL MALE IN MEZZO A NOI
Un Thriller provinciale. Un racconto dove i luoghi familiari si popolano di ombre. Nulla è come sembra. Una costante sensazione di imminente catastrofe fa da contrappunto alla storia. Ognuno sembrerebbe inseguire la propria linea d’ombra, oltre la quale non si può più tornare indietro. I personaggi si muovono come marionette cieche, animate solo dai fili di una meschina iniquità. Questa propensione al male, a volte sordida e altre mascherata da nobili propositi, è quella che atterrisce maggiormente. Discendono i meandri dell’abiezione senza una motivazione ben definita -il fine è sempre alquanto nebuloso- ma si trovano a proprio agio.
Sceso il primo scalino, auspicano solo d’arrivare all’ultimo gradino prima dell’abisso,
e noi….non possiamo far altro che seguirli.
Rossella Tagliaboschi
Il libro m’incuriosisce molto!
Partendo dal titolo, leggendo l’anteprima ritengo ci siano delle tematiche interessanti.
Ogni autore da al proprio romanzo mille sfaccettature e il lettore capta e fa proprie quelle più affini al proprio carattere, gusti personali…
La sinossi mi lascia questa domanda in sospeso: Quante altre volte ancora dovremmo sbagliare, prima di comprendere?
Non vedo l’ora di leggere la versione cartacea il prima possibile