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Dato che sono viva

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Non ci sono filtri nella vita di Francesca. E non ci sono soprattutto quando la quotidianità diventa una sfida, quando ogni giorno è una lotta contro se stessa e gli altri. Allora una notte decide di farla finita. Non è facile uscire dal tunnel più buio, ma è in quell’attimo, quando capisce che anche per lei esiste un futuro, che Francesca si pente di aver pensato al gesto più estremo. Un’altra Francesca, la sua versione più adulta, viene a trovarla in sogno per salvarla. Per sfidarla. Per farle scorgere la luce. È un percorso intenso, creato su misura per lei. Ma adesso Francesca è pronta, si mette completamente a nudo, si fida e svela i retroscena più intimi della sua vita.

CAPITOLO 1

Amo la matematica. Non so perché, mi fa stare tranquilla. Forse mi rassicura. Anche l’inglese mi piace molto, soprattutto il present perfect. Sul mio libro di scuola un dialogo in cui lo usavano parlava di montagne russe: “Have you ever been on a roller coaster?”.

No, I haven’t, in effetti. Ma non è bellissimo poter rispondere così brevemente? Mi piacciono queste forme contratte della lingua inglese, sintetiche e precise. In italiano può sembrare brusco, o addirittura maleducato, mentre per gli inglesi è corretto. Sono strani, sì, guidano a destra, ma Shakespeare era di quelle parti, quindi mi sono fatta l’idea che non possono essere così male.

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E comunque è vero che non sono mai stata sulle montagne russe. Mi piace di più il Brucomela. È più carino: puoi passare dentro a una mela (finta, ovviamente, ma vuoi mettere vedere tutta l’impalcatura dall’interno?) e poi invece dei vagoni anonimi delle montagne russe ci sono queste carrozze a forma di bruco, tutte verdi e “poppoppose”. È una parola inventata, mi sembra evidente, ma mi serve per rendere l’idea. Scommetto che si capisce cosa intendo. È così con le parole: se devi comunicare un’idea precisa, e tra quelle che conosci non ne trovi di adatte, finisce che devi inventarle.

Ma torniamo alla matematica, perché questa cosa mi preme; in qualche modo ha a che vedere con il perché mi trovo in questa situazione: chiunque abbia studiato le frazioni sa bene che, nel momento in cui dividi la torta in quattro parti, le fette sono più grandi di quelle che otterresti tagliandola in cinque.

Questa è proprio la base. E poi è facile dividere per quattro, no? Due tagli netti e hai fatto. Ho imparato in questi anni che nelle famiglie funziona allo stesso modo: se i soldi che entrano dal lavoro dei genitori sono sempre gli stessi, avere due figli o tre fa la differenza. Insomma, nella mia famiglia si stava nettamente meglio prima del mio arrivo. È matematica. Una logica ferrea. Lo so perché si parla molto di soldi da queste parti. E di rate. E di altre cose. Ma non voglio parlare ora delle “altre cose”. Non di nuovo.

Ho trascorso qualche notte fa a parlare e parlare. Con i miei genitori, con mia sorella, forse fino a un certo momento anche con mio fratello, non lo so, ho parlato e parlato e parlato. Non perché volessi farlo, mi hanno costretta. Volevano risposte, volevano spiegazioni. E le mie sembravano tante lunghe arringhe della difesa, come nei telefilm con gli avvocati che mi piacciono tanto. Dovevo difendermi e dimostrare che i miei motivi erano validi.

“Ma non hai pensato a noi?!” diceva l’accusa.

Come spiegare, ancora, che lo stavo facendo per il loro bene, che è soprattutto a loro che pensavo? Ho persino calcolato come non beccare i motorini parcheggiati lì sotto, per non fare danni.

Ve lo dico subito, non sono stata brava. Forse hanno ascoltato, non lo so, ma sicuramente non li ho convinti. Si è visto qualche ora dopo, quando mio papà ha voluto accompagnarmi a scuola, fino al portone, come una sorvegliata speciale. Perché l’indomani ovviamente sono andata a scuola, altrimenti: “Cosa penserà la gente? Non ti rendi conto?”.

No, papà, penso di no. Non me ne rendo conto, o forse non mi interessa.

2023-10-09

Aggiornamento

Questo ringraziamento poteva essere fatto ieri, al raggiungimento effettivo del goal, oppure domani, alla scadenza "ufficiale" della campagna. Invece lo faccio oggi, un pensiero a tutti voi (e uno a John Lennon). Certo, i preordini continuano e c'è tempo, ma intanto Grazie. Ci vediamo in libreria : )
2023-09-05

Aggiornamento

Non manca molto all'obiettivo, sia in termini di copie sia in termini di tempo. Grazie per partecipare a questo. Grazie per partecipare al resto. Alle volte è difficile e bello, ma comunque si va. Ecco una tappa del viaggio a cinque W per arrivare fin qui: https://organismoscrivente.home.blog/2023/07/08/un-dove-preciso/ Enjoy!
2023-09-02

Evento

Cucù Sabato 2 settembre, alle 18.00 vi aspetto da Cucù, in via Torrebianca 13 (Trieste). Insieme a Carolina Di Monte, un'amica e un'attrice meravigliosa, parleremo del libro e ne leggeremo alcuni estratti. Se avrete domande, sarà il momento. Se non avrete domande, sarà un evento. Perché Cucù? Perché è IL luogo. Una cornice perfetta dove stare, confrontarsi e contagiarsi di cose incantevoli. Questo il link all'evento: https://www.facebook.com/events/626505482802959?ref=newsfeed
2023-08-11

Aggiornamento

12 è il posto che occupa il suicidio nella classifica delle cause di morte dai 15 anni in su. 14 sono gli anni della protagonista. 41 quasi i miei, e questo palindromo mi piace non poco. 61 sono i giorni della campagna rimasti per raggiungere l'obiettivo. 45% è la percentuale raggiunta nei primi 39 giorni. Intanto grazie 🤍 Significa molto. Significherà molto di più ancora raggiungere questo obiettivo e, dunque, le persone che hanno "bisogno" di leggere questo libro. In più mi dicono che fino al 16 agosto c'è uno sconto sul preordine, col codice ESTATE2023, che non guasta.
2023-07-05

Aggiornamento

Innanzi tutto un doveroso grazie. Avrei voluto scrivere "ringraziamento", ma mi sembrava distaccato, e allora niente. Sono lieta di comunicare che avrete le vostre copie, e questa è una cosa bella che non immaginavo di poter dire così presto. Le emozioni che trasbordano sono variegate e in alcuni casi contrastanti, però sapere che per ora siamo arrivati fin qua è qualcosa. À la prochaine

Commenti

  1. Tania Polla

    (proprietario verificato)

    Quando si parla di arte creata per attivare un cambiamento concreto nella vita delle persone, penso a Daniela Dellavalle e a questo libro. Lo stile narrativo, incalzante e travolgente, trasporta il lettore in un vortice emotivo che passa da momenti di tensione e riflessione profonda, a momenti delicati e di grande umanità.
    Racconta una storia che potrebbe essere di chiunque, perché non si sa mai quali possano essere le fatiche delle persone che abbiamo intorno. Ognuno di noi ha i propri fantasmi, e questo racconto esprime con profondità l’esperienza di una ragazza, Francesca, che ha appena tentato il suicidio. La prospettiva è unica, ed efficace nell’esprimere cosa significhi il non esserci riuscita, e il dover gestire un presente che non era previsto. L’autrice riesce perfettamente a far entrare il lettore nella mente della protagonista, con tutte le sue sfaccettature. Il senso di smarrimento è tangibile, come lo è l’ironia di tante situazioni che Francesca si trova ad affrontare. Il tutto radicato nella vita quotidiana e in dinamiche familiari, raccontate attraverso una lente specifica e in maniera tutt’altro che scontata, con un pizzico di soprannaturale. Il lettore è immediatamente risucchiato nella realtà della vita di Francesca, e ne esce rinvigorito da una lettura stimolante ed emozionante, che lascia spazio all’auto riflessione.
    Questo è un libro che può condizionare in positivo chiunque si trovi a combattere contro le proprie ombre in silenzio; e permette di identificarsi e di trovare la forza di vivere la vita a pieno.

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Daniela Dellavalle
Attrice e autrice di teatro dal 1999, dopo gli studi si forma in Art-Theatre Counseling (Roma) e in Teatro dell’Oppresso (Barcellona). Nei suoi spettacoli porta in scena tematiche sociali e civili, per le quali nutre un profondo interesse, partecipando inoltre al Midtown International Theatre Festival e all’Italian Theater Festival a New York con uno spettacolo sulla pena di morte. “Dato che sono viva” è il suo romanzo d’esordio.
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