Federico si è trasferito da Catania in un paese delle montagne trentine per seguire il sogno dei suoi genitori. Tra cattive amicizie e la sfida della scuola media cercherà di affrontare la quotidianità, ma non sarà da solo: presto diventerà amico delle Fiamme Rosse, un gruppo di amici che aspirano a diventare Vigili del Fuoco; con loro imparerà ad affrontare l’adolescenza vivendo avventure incredibili che lo aiuteranno a migliorarsi.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo libro pensando a tutti quei ragazzi che si trovano ad affrontare la scuola media, un periodo ricco di scoperte e di cambiamenti e ho pensato a quanto sarebbe bello se tutti gli adolescenti potessero contare su un gruppo di amici come le Fiamme Rosse.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Incipit ovvero:
quando per cominciare si parte dalla fine
Le grandi vetrate della camerata facevano entrare molta luce, ma non solo quella, anche qualche spiffero burlone, soprattutto dei venti invernali e anche i rumori della vita frenetica della città.
Paolo, o meglio il Comandante Greco, si guardò di sfuggita, mentre passava frettoloso davanti allo specchio che era appoggiato all’anta aperta dell’armadio. La tuta verde dei vigili del fuoco, era sfilata nella parte superiore e gli avvolgeva i fianchi, con le maniche che rimbalzavano sgangheratamente sulle bande fluorescenti delle gambe. Indossava una T-shirt bianca e al collo un vecchio foulard sbiadito che una volta doveva essere di un bordeaux acceso. Non lo toglieva mai, soprattutto in servizio.
Si avvicinò al comodino e tirò fuori un vecchio quaderno, sorrise guardando la copertina, sfiorandola delicatamente con le dita, prima di voltarsi di scatto e uscire dallo stanzone.
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Ritornò in cucina, un bimbetto infreddolito e impaurito lo osservava avvolto in una pesante coperta, facendo capolino da dietro una tazza di tè bollente.
– Allora Comandante me la racconti questa storia? –
Paolo lo guardò con severità.
– Solo se mi prometti di smetterla di rubacchiare in giro… –
– Ma ho preso solo un po’ di pane…Avevo fame e con sto freddo poi… L’hai mai vista tutta questa neve a Catania?-
Paolo scosse la testa, effettivamente non aveva mai visto tutta quella neve e il cielo non prometteva nulla di buono.
Guardò Martino, che in fondo era un bambino buono, a cui la vita non aveva sorriso.
– Ti ho già detto che se hai fame, devi venire da me! Non voglio più vederti venire in caserma scortato da un Carabiniere!
E visto che sembra che questa notte ne verrà altra di neve, ti faccio restare qui, ma domani fili a scuola! –
Martino acconsentì di malavoglia al pensiero della scuola, ma del resto avrebbe affrontato anche la galera pur di restare vicino al suo amico Paolo, l’uomo che per lui assomigliava di più ad un padre. Il suo era chiuso in galera da anni, non ricordava molto di lui. Aveva ucciso un uomo e sua madre aveva smesso di andarlo a trovare in carcere da molto tempo. Era troppo presa a crescere lui e i suoi quattro fratelli, trovare loro da mangiare e tentare di non farli stare in mezzo ad una strada.
– Allora, mi racconti perché sei diventato pompiere? –
Paolo sorrise e negò con la testa. Si sedette sulla sedia di fronte a lui e fece scivolare sopra il tavolo il quadernetto.
Martino lo prese in mano, era chiuso con un lucchetto.
Paolo tirò fuori le mostrine che portava al collo, appesa alla catenina c’era una chiave, la sfilò e gliela porse.
– Martino, se vuoi sapere perché sono diventato pompiere, dovrai leggere questo diario e conoscere una storia di Federico, un mio amico di qualche anno fa…-
Il bambino storse il naso. Nonostante avesse quasi dieci anni, non era bravo a leggere. Spinto dalla curiosità, però, prese il quaderno. Bevve di filato la bevanda, si alzò e si accoccolò sul divano avvolgendosi nella coperta.
Fece scattare la serratura del lucchetto e con le mani tremanti aprì la copertina.
Paolo lo guardò sovrappensiero, ma in un attimo fu strappato alle sue riflessioni dal trillo del cerca persone.
Si alzò in un lampo, gettò un’ultima occhiata al bambino e con un sorriso si accorse che era già stato catturato dalla magia di quella storia.
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