Gabbia, una struttura creata per rinchiudere, per tenere insieme forzatamente entità diverse. Non esiste termine migliore per descrivere questo libro.
Una raccolta di dieci racconti che poco hanno a che fare gli uni con gli altri, intrappolati tra queste pagine. Le storie si sviluppano, nella loro cruda realtà, raccontando di persone qualunque, come possiamo essere io e te, proiettate in un mondo ben lontano dalle nostre aspettative. Estratti di vita vera, reale, fatta di paure, di sbagli e peccatori. Le situazioni raccontate non trattano di supereroi alla ricerca di fama e gloria, ma di umani che sbagliano e pagano, che sgomitano cercando di sopravvivere ad un mondo cinico e freddo. Il mondo vero. Mi piace pensare che ogni racconto possa lasciarti qualcosa, che ti possa trasmettere un sentimento, una sensazione, un’idea. E farti riflettere. Che per il tempo che passerai a leggerne uno, durante una lunga giornata costellata di impegni, tu possa essere rapito dalla frenesia di vedere come andrà a finire per poi arrivare al racconto successivo e pensare ‘cavolo’. Leggendoli proverai disgusto, simpatia, incredulità, odio, rabbia ma la cosa più importante, te lo prometto, sentirai qualcosa. E passerai il resto della giornata a ripensarci perché i racconti sono esattamente come la vita, sono imprevedibili. Uomini, donne, bambini, tutti siamo in ballo, e tutti, volenti o nolenti dobbiamo ballare questa danza che è la vita. Musica.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo libro per trasmettere qualcosa. Per intrattenere e far riflettere. Ho scelto di scrivere racconti perché sono veloci e facili da leggere, senza troppi fronzoli o trame intricate. Leggendo un libro spesso mi capita di guardare quanto manca alla fine del capitolo. Oggi c’è sempre meno tempo, purtroppo, per leggere e questi racconti, sono un’ottima ‘pausa caffè’ ed un’occasione per rimanere colpiti, con storie particolari e, spero, difficili da dimenticare.
Federico de Nardi
La presentazione è molto intrigante! Bello anche il titolo