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Giorni magici

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In questa raccolta di fiabe moderne, conoscerete Diego, Margherita e Barbara: una famiglia in perenne lotta contro il Malvagio, per cercare di annullare una maledizione di triplice dolore che quest’ultimo ha inflitto a tutti loro. Incontrerete l’intraprendente zia Cate, a cui la nipote presterà delle scarpe “favolose” in tutti i sensi. E Cleo, che nel suo mondo onirico aiuterà Daria a trovare la strada, cercando di farle superare la distanza dal suo fidanzato, lontano per lavoro. Infine, conoscerete Roberta, femme fatale trasferitasi da poco nel palazzo del protagonista che sembra avere un fascino a cui nessuno riesce a resistere… nel bene o nel male. La magia, in fondo, è sempre presente nelle nostre vite, ma come si distingue il confine con la realtà?

MAGIE DI FAMIGLIA

Il fiaschetto rotolò giù giù lungo il marciapiede lucido di pioggia, facendo un audace balzo, sopravvisse al dislivello e arrivò in strada, dove continuò a rotolare fino alla lastra metallica del tombino. Lì si fermò solo un istante prima di precipitare nella fessura e scomparire per sempre.

Il ragazzino era riuscito a recuperare il tabellone, sgualcito e già molle di pioggia, ma non tutte le pedine. Il fiaschetto era perduto. Nella tasca dei jeans, il fungo, la pera e la candelina. E i dadi, naturalmente. Dalla finestra del secondo piano, suo fratello contemplava il misfatto compiuto. Il ragazzino si trattenne sotto l’acqua e, stringendo al petto la tavola di cartone tratta in salvo, alzò lo sguardo verso il cielo, sbattendo le palpebre per le gocce: il cielo era cupo e lui per un attimo vide balenare una stella.

Il padre andò a prenderlo, consolandolo e insieme rimproverandolo per via del litigio col fratello. A passi veloci, lo portò al riparo sotto la tettoia del portone.

«Cosa guardavi?» gli chiese. «Qualcosa che brillava.»

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I. Diego e la triplice maledizione

Da qualche anno, gli inverni erano piuttosto miti. Tutti dicevano però che l’aria non era più la stessa: era cambiata una certa qualità del freddo durante gli ultimi giorni di dicembre. Che la temperatura fosse più o meno bassa, le strade erano visitate da un’aria densa e sibilante che aumentava la distanza tra le cose: lampioni, spartitraffico, alberi, numeri civici parevano isole disabitate, oggetti collocati in ordine sparso, in uno spazio provvisorio. Le luminarie natalizie sembravano in procinto di cadere da un momento all’altro sopra le automobili o sulla testa dei passanti e, nei giorni di pioggia, con le luci attenuate nel grigiore, la situazione non migliorava. Soltanto la pineta, che si estendeva parallelamente alla spiaggia, rimaneva immune da quella desolazione, tanto che i bambini, sempre più spesso, usavano recarvisi nei giorni dell’Avvento per lasciare dei doni, come un frutto o un cioccolatino, a cui attaccavano col nastro adesivo dei bigliettini con pensieri augurali o desideri. I piccoli evitavano di raccontare agli adulti di quell’abitudine: in genere dicevano di dover portare quei regalucci a scuola per scambiarseli tra loro; invece poi trovavano il modo di lasciarli nella pineta, dove bastava distrarsi un momento e gli spiriti dei boschi sarebbero venuti a ritirarli senza farli accorgere.

Anche Diego aveva portato la sua offerta al bosco. Sul bigliettino aveva scritto soltanto “papà”, convinto che gli spiriti avrebbero capito. A quel tempo, Diego aveva sei anni ed era sempre molto impegnato: giocava, andava a scuola e, soprattutto, pensava. Non aveva più il papà da quattro anni, ma teneva stretti i pochi ricordi che aveva da quando era piccolo.

Di suo padre conosceva tante cose, ma gli erano state raccontate e lui ci teneva a distinguere i ricordi veri da quelli immaginati. Le particelle del ricordo si erano staccate una dall’altra, si erano scomposte e si erano innalzate in volo verso non si sa dove, come lucciole nel buio che si allontanano in direzioni diverse. Diego immaginava di poter parlare con quelle particelle luminose, per convincerle a restare nella sua mente, perché sapeva che se tutte fossero volate via, sarebbe rimasto solo il buio. Finora c’era riuscito abbastanza bene: molte delle particelle c’erano ancora.

2023-11-03

Aggiornamento

Novembre è arrivato. Voglio segnalarvi le presentazioni in programma. Ho già annunciato la presentazione del 10 novembre a Milano, alla libreria "Incipit 23". Trovate i dettagli nel post precedente. Seguiranno poi altri due eventi. Il 18 novembre a Milano, alla "Biblioteca Russoli". Saremo in pieno Bookcity, si respirerà un'aria libresca in tutta la città e di essa andremo a ricaricare i polmoni. I dettagli a breve. E poi il 25 novembre ci vedremo a Busto Arsizio, da "Farina e passione", qualcosa di più di una semplice "bakery", ma anche di questo riparleremo. A presto! Marzia
2023-11-10

Evento

Libreria "Incipit 23" via Casoretto 42 - Milano Cari lettori, vi segnalo la prossima presentazione di "Giorni magici". Si svolgerà presso la libreria Incipit 23, in via Casoretto 42, a Milano. Seguirà un breve aperitivo. Meglio prenotare (numero telefonico e email sulla locandina). Un caro saluto a tutti e ancora grazie a coloro che mi hanno sostenuta fino ad ora. A presto! Marzia
2023-10-19

Evento

Milano Cari lettori, grazie a voi siamo arrivati al 50% dell'obiettivo. È tempo di rompere il ghiaccio con una presentazione di persona. Inizio quindi con una colazione al Jaki's Bar, dove ho spesso fatto una pausa caffè durante le giornate di lavoro. Vi terrò aggiornati! ❤️

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Marzia Ammendolea
Nata a Milano nel 1969, vive nel pavese da una ventina d’anni. Alcuni suoi racconti e articoli sono apparsi su alcune riviste culturali. “Giorni magici” è il suo primo libro di racconti.
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