Vi è mai capitato di scorgere nel cielo estivo un’ isola volante, magari con sopra un enorme tendone da circo dai colori sgargianti? Ecco, lì è dove vive Astrid con la sua famiglia di grandi artisti: acrobati, giocolieri, clown e persino sirene! Ma qualcosa, in questo perenne clima di festa, la rattrista: non riesce a trovare il suo posto nello spettacolo, il suo vero talento, ha paura di deludere tutti… Riuscirà, con l’aiuto di tutta la compagnia circense, a trovare finalmente il modo di spiccare il volo?
Perché ho scritto questo libro?
Mi sono resa conto che oggi i nostri bambini sembrano avere sempre più paura di sbagliare, di deludere noi adulti, una sorta di ansia da prestazione che li assale fin da piccoli. Ho voluto scrivere questo libro per dargli qualcuno in cui immedesimarsi, qualcuno di piccolo come loro, con le loro stesse paure, affinché non si sentano soli e possano trovare il coraggio di abbassare gli scudi, darsi finalmente la possibilità anche di sbagliare per crescere e trovare la propria strada.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Il giorno del solstizio d’estate, quando il cielo è così terso che si vedono le montagne, è possibile scorgere in lontananza una piccola isola galleggiante sulla quale troneggia un gigantesco tendone da circo. I suoi colori brillano sotto i raggi del sole e le bandiere sventolano alla dolce brezza estiva.
E lì, rannicchiata in un angolo del giardino all’ombra della tenda, c’è la piccola Astrid con il suo cappello con le orecchie da coniglio. È triste e sconsolata perché, per quanto si impegni, ancora non ha trovato un ruolo nello spettacolo di famiglia.
“Cosa c’è piccina? Perché quell’aria triste?” le chiede Alfred il mimo. “Non so fare niente, per questo non posso salire sul palco con voi…non sono brava in niente” risponde Astrid tirando su col naso. “Oh, lo sai che non è vero” la rassicura Alfred “devi solo chiudere gli occhi e far volare la tua fantasia. Con quella puoi creare cose meravigliose, persino far crescere una pianta tra le tue mani… puoi fare ciò che vuoi!”
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Non del tutto convinta, Astrid torna nel tendone borbottando tra sé “Anche se fosse vero, chi mai vorrebbe vedere una mocciosa senza talento?” “Tutto il mondo vorrebbe!” le risponde Merelin, la donna barbuta, avvolgendo la bimba nella sua folta barba. “Sei piena di talento, piccola mia. Devi solo credere in te stessa! Pensi che io non avessi paura la prima volta che sono salita sul palco? Pensavo “Chi mai vorrebbe vedere un mostro come me?”. E guarda ora che successo! Se credi in te stessa, la tua paura diventa la tua forza”.
“Merelin ha ragione” interviene una voce alle loro spalle. “La prima volta che ho presentato lo spettacolo mi tremavano le gambe, la voce sembrava sparita e non ricordavo nemmeno il mio nome! Ma l’esperienza e sì, anche i tanti errori commessi, le volte che sono inciampata o mi è caduto il cappello, mi hanno permesso di crescere ed imparare sempre qualcosa di nuovo, trasformandomi in quella che sono oggi” aggiunge Zuleka uscendo dall’ombra ed avvicinandosi ad Astrid.
“Ma io…ho così tanta paura. Paura che ridano di me” farfuglia la bambina. “Se qualcuno dovesse ridere, lo farebbe CON te, non DI te!” le grida Jasper il clown inciampando nelle sue enormi scarpe e finendo seduto a terra accanto a lei, dopo aver fatto una tripla capriola. “Divertire significa ridere, no? Ed è così bello vedere i sorrisi delle persone e sapere che sei stato tu a generare quelle risate e a farli stare bene!”
“La gente non ride solo per prendere in giro le persone, Astrid” le assicura Judit la sirena uscendo dalla vasca. “Le persone ridono soprattutto quando sono felici. E ti dirò di più: le risate e i sorrisi dei bambini sono la cosa più bella che possa avere alla fine di ogni spettacolo. Ti fanno sentire…speciale e unica!”
Astrid guarda i suoi amici ancora perplessa: “E come fate a distinguere le due cose? Le risate da felicità da quelle di derisione, intendo…” chiede abbassando la testa. Judit le sorride e si avvicina a lei sobbalzando sul bordo della piscina “Lo riconosci dagli occhi delle persone, quelli non mentono mai”. “E se impari a ridere insieme a loro, vedrai che anche il tuo cuore si riempirà di felicità e la paura volerà via” aggiunge Jasper.
“Non solo quella, te l’assicuro!” Antonie compare alle loro spalle in equilibrio su un monociclo lanciando in aria dalle 5 alle 7 palline. “Che vuoi dire?” Gli chiede Astrid curiosa “Tutto scompare, non solo la paura. E ti senti leggero come l’aria, forte come la roccia e in grado di fare qualsiasi cosa!!”. Ad un tratto Antonie butta in aria tutte le palline, si lancia in un salto all’indietro ed atterra in piedi prendendo al volo tutto quello che aveva lanciato, concludendo con un inchino.
“Complimenti, bello spettacolo, ma la vera forza è un’altra cosa” lo sbeffeggia Sebastian. “Oh, ma smettila! Solo perché riesci a sollevare 250 kg non vuol dire che sei più forte di me” inizia a battibeccare Antonie. “Sto solo dicendo che certi muscoli non te li puoi inventare” continua Sebastian facendo mostra della sua potenza alzando Astrid con una sola mano “Ma per fortuna non sono indispensabili, vero Sebastian?” Interviene Antonie facendo scendere Astrid “Sai piccola, la vera potenza non sta nei muscoli, ma nel cervello”.
Sebastian se ne va sbuffando mentre alle sue spalle si sente un tremendo frastuono “Accidenti, Melissa! Oggi ci hai dato dentro con la polvere da sparo!” esclama Antonie. “Non farne un dramma, Ant” gli risponde Melissa togliendosi il casco. “Ciao, tesorino! Mi fai compagnia nel prossimo spettacolo?” “Impossibile! Sono troppo piccola per essere sparata dal cannone del circo!” Ribatte Astrid spaventata. “Tesoro, ma che dici?! Troppo piccola? E io che dovrei dire?! Non arrivo nemmeno alla sedia del tavolo! Anche noi piccolini possiamo fare cose grandissime!!!” urla Melissa saltando da una parte all’altra del tendone.
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