Come si potrebbe essere arrabbiati con lui? È il presidente dell’associazione ed io lo stimo in quanto uomo di bello spirito e disinteressato ai soldi o alla fama.
Non percepisce un centesimo pur ricoprendo la carica più importante di un’associazione.
È un uomo molto intelligente, ma il lato più bello del suo carattere, lato che non trovo in nessun’altra persona che conosco, è che quando c’è bisogno di aiuto, lui arriva senza bisogno di chiamarlo e non chiede mai niente in cambio, o da per scontato che chi è stato aiutato da lui sia pronto a ricambiare.
Silvia ed io ci siamo laureate da poco ed io ho deciso di diventare un membro ordinario di quest’associazione mentre lei vuole continuare gli studi e lavorare in città, ama il nostro quartiere e non è decisa ad allontanarsi troppo dai suoi genitori.
Invece io preferisco avere la possibilità di viaggiare e andare alla scoperta di tutto quello che c’è al mondo.
Sorrido.
“Cosa c’ è di tanto comico?” mi chiede lei senza sorridere.
“No, mi è venuto in mente Maraviglia quel giorno in cui ci ha portato a via Margutta ed ha montato il cavalletto per la strada, incastrandolo nei sampietrini.”
Silvia finalmente ride di gusto, io e lei sappiamo che in realtà non ha incastrato i piedini del cavalletto, sul quale ha messo il più bel quadro, negli spazi tra un sampietrino e l’altro, ma in una di quelle cose morbide e scure che lasciano per terra i nostri amici a quatto zampe.
Maraviglia non se ne è mai accorto, forse chi gli pulisce la casa sì.
Sua moglie probabilmente, a patto che ne abbia una.
“Tra un po’ sarà il suo compleanno, secondo te quanti anni avrà?” mi domanda lei maliziosa.
“Non saprei… quaranta, credo.”
“Ma no! È uno dei veterinari più giovani che conosco, secondo me è già tanto se ne compie trentasette. È anche un bell’uomo se solo evitasse di schiacciare la sua chioma bruna sotto chili e chili di gelatina”.
Rido dopo averla ascoltata e penso che abbia ragione su di lui, su tutto.
“Perché non gli facciamo una sorpresa!”
“Cosa?” che cosa sta architettando?
“Una sorpresa a Maraviglia?”
“E perché no? Dopo tutto ci ha aiutate nei nostri studi, sarebbe carino se gli facessimo gli auguri in grande stile, ci ha visto crescere, ci ha insegnato un sacco di cose… ”.
Riflettiamo silenziose per qualche istante e mi viene in mente che qualcosa del genere l’avevamo già fatta per Emilio, l’attuale fidanzato di Silvia.
Ne era innamorata persa e mi ha chiesto di aiutarla a conquistarlo, allora ho proposto di disegnare sul palazzo di fronte a quello di lui le loro sagome unite in un bacio e lei si era opposta dicendo: “I muri ed i marciapiedi non si imbrattano”.
Poi aveva tirato fuori da non so dove un telo viola lungo tre o quattro metri e due bombolette di vernice bianca esclamando “ma uno striscione sarà romantico lo stesso!”
E così fu, la loro storia d’amore era iniziata così.
“E’ vero” mormoro.
Lei si gira a guardarmi “vero cosa?”
“Siamo sempre state libere di decidere per noi stesse, non abbiamo mai reso conto a nessuno cosa volevamo fare o non fare”.
“Perché adesso lui arriva e detta legge?” si batte il pugno sul palmo di una mano, è arrabbiatissima con Roberto, il mio ragazzo.
Silvia ha ragione.
Emilio non si è mai permesso di negarle di fare qualcosa.
Forse è arrivato il momento di fare quello che avrei dovuto fare molto tempo fa.
Esprimo questo pensiero a Silvia, la quale sospirando, conclude “vedrai che a distanza di tempo, lo capirà anche lui.
Tu sei una ragazza piena di interessi e non puoi stare con una persona che vuole attenzioni solo per sé. Fallo Maia.
Datti la possibilità di ricominciare a vivere, dalla a lui di trovare una persona che faccia di più al caso suo”.
Le parole di Silvia rispecchiano i pensieri che da tempo ho nel cervello.
“Solo che se lo lascerai poi avrai tutti contro”.
“Si lo so. Mia madre ci rimarrà molto male”.
“Ti diranno che hai qualcun altro e non hai il coraggio di dirlo, fidati, ci sono già passata”.
“Sì, ci ho già pensato”.
Non potrò contare neanche sull’appoggio di Lucia, mia sorella più grande di me di due anni, poche è già indaffaratissima ad organizzare il suo matrimonio che avverrà tra breve.
Il suo futuro marito è un ragazzo molto dolce, intelligente e non le vieterebbe mai di vivere, è per questo che lei lo ha scelto tra tutti gli altri.
Anche Roberto ed io eravamo felici i primi anni di vita di coppia, ma quando ho cominciato a capire che per lui era un problema sapermi una donna in carriera, ho cominciato a stimarlo sempre meno fino a non aver più piacere della sua compagnia.
“Sì lo so. Ognuno che conosco avrà da dire la sua. Ma è la mia vita, un giorno mi volterò indietro e penserò di aver fatto la cosa giusta per tutti e due”.
Roberto è molto diverso dal mio futuro cognato e con il fatto che ha cominciato a lavorare si è messo in testa che io posso benissimo evitare di farlo. Lavorare, intendo.
Prima il divieto di studiare.
Poi quello di viaggiare con Silvia.
E ora questo.
Credo che ogni persona fin da quando viene al mondo abbia il diritto di fare le scelte che ritiene più giuste, anche se questo significa andare contro le aspettative delle persone che ci circondano, o meglio, di quelle che ci vogliono veramente bene, come i genitori, i nonni, gli amici più cari.
Così, qualche giorno dopo il mio colloquio con Silvia, l’ ho fatto.
Ho chiuso la mia storia con lui.
Mi tiro su i capelli davanti allo specchio della mia camera, tenuta in penombra dalle persiane abbassate, osservo il mio corpo fasciato da un elegante tubino blu oltremare che mette in risalto il castano scuro dei capelli raccolti sopra la nuca.
Sono un veterinario, mi sono laureata due mesi fa ed ancora aspetto la mia grande occasione.
Commenti
Ancora non ci sono recensioni.