Sherlock Holmes è un investigatore reale della Londra degli anni 2000. A causa di un imprecisato evento spazio temporale si ritrova nella Londra del 1888 dove conosce l’ispettore Lestrade ed il dottor Watson. I due uomini, dapprima scettici sull’incredibile racconto del detective, decidono comunque di salvarlo dall’internamento in manicomio, proprio nei giorni in cui ha luogo il primo delitto di Jack lo squartatore. Convinti di avere a disposizione un incredibile asso nella manica, lo coinvolgono nelle indagini per cercare di scoprire l’identità del famoso serial killer, evitando di modificare il passato ed il presente. A loro si aggiungono il fisico Nikola Tesla e lo scrittore in erba H.G. Wells.
Perché ho scritto questo libro?
l’idea mi è venuta seguendo i notiziari e i TG dove mostrano come, grazie alle moderne tecnologie, si riesca a risolvere rapidamente anche i casi più complessi ed intricati, cosa succederebbe se esistesse davvero il più grande detective letterario del mondo in epoca moderna e finisse misteriosamente in epoca vittoriana ad indagare sui delitti di Jack privato della tecnologia, affidandosi solo alla sua celebre intelligenza”
ANTEPRIMA NON EDITATA
CAPITOLO 1
1
Londra, 1888 Scotland Yard
L’ispettore Gregory Lestrade si apprestava a terminare la giornata lavorativa per tornare nella sua abitazione, non molto distante dalla sede centrale della polizia londinese.
Il funzionario di polizia ricopriva tale incarico già da alcuni anni, malgrado la relativa giovane età. A dispetto dei suoi 45 anni aveva scalato rapidamente le gerarchie della polizia londinese, raggiungendo in tempi brevi il grado più elevato di Scotland Yard.
Di bassa statura appariva piccolo, ma catturava l’attenzione grazie ai vistosi baffi ben curati ed ai penetranti occhi neri. Secondo i maligni le sue capacità investigative erano nella media, persino al di sotto, ed in tanti stentavano a comprendere come avesse fatto ad ottenere l’ambito posto che occupava. Mentre riordinava la scrivania bussarono alla porta del suo ufficio.
“Avanti”! Gridò, già alterato, prima di scoprire cosa fosse successo di tanto urgente.
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Le seccature in tarda serata, spesso recanti casi rognosi, dai quali era faticoso staccarsi prima dell’alba, lo mettevano proverbialmente di cattivo umore. La porta si aprì rivelando la familiare figura dell’agente Moore.
“Jim” lo salutò Lestrade. “Anche voi ancora qui a quest’ora”? Domandò stancamente il suo superiore. “Stavo per smontare signore.” Rispose il giovane bobby. “Problemi”? Chiese sospettoso l’ufficiale. “Forse” rispose l’altro rimanendo sul vago. A Lestrade i forse non erano mai piaciuti. Spesso nascondevano brutte notizie. “Forse che risposta sarebbe Jim”? Lo rimproverò bonariamente l’ispettore. “O c’è un problema o non c’è. Quindi? Potreste essere più preciso”? Moore punto sul vivo dalla ramanzina rispose seccato. “Poco fa si è presentato il dottor Lewis del Royal London Hospital ed ha chiesto di parlare con voi.” Dichiarò con voce neutra il giovane agente. “Perché lo chiamate ancora Royal London, Jim? Dal 1748 è stato ribattezzato Ospedale di Londra”. “Mia nonna lo ha sempre chiamato così in famiglia, signore, e l’abitudine è rimasta.” Precisò il bobby. “Tranquillo non ha importanza”. Lo rassicurò Lestrade conciliante. “Cosa vuole questo dottor Lewis”? “Difficile stabilirlo. Appare alquanto sconvolto ed ha ripetuto più volte di voler conferire solo con voi in privato.”
Lestrade assunse un atteggiamento perplesso che non sfuggì a Moore. “Vi vedo turbato. Quella zona la conosco ispettore. E’ malfamata e pericolosa. L’ospedale è sul lato sud di Whitechapel Road nel quartiere di Tower Hamlets. Avete indagato da quelle parti”? “In quell’ospedale ho perso un amico in circostanze drammatiche Jim e ne porto ancora i segni.” “Il caso Turner”. Mormorò il giovane agente. “Le voci corrono veloci Moore” sibilò Lestrade, con voce aspra. “Chiedo scusa, signore” aggiunse prontamente l’agente cercando di ammansire l’irascibile ispettore. “Lasciate stare Moore, è acqua passata. Insomma questo Lewis ha da sottoporci un caso investigativo o è passato a Scotland Yard per farsi una passeggiata romantica all’imbrunire”?
Il tono sbrigativo di Lestrade indicava quanto la sua irritazione fosse crescente. “Lo faccio accomodare da voi, ma vi avverto” dichiarò guardingo il giovane agente. “Quello che vi racconterà è inverosimile, quanto decisamente incredibile”. “Se permettete, Jim, questo lo stabilirò io. Fate passare Lewis e restate a disposizione”. Ordinò seccamente l’ispettore, facendo intendere come non ci fosse nulla da aggiungere al riguardo. Moore, capita l’antifona, salutò il suo superiore ed introdusse il dottore.
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