Mi piace ascoltare, ma amo anche parlare e far sorridere le persone, cerco sempre il buono in tutti e sono tanto gentile, a volte anche troppo.
Infatti sono stata spesso sfortunata in amicizia perché le persone se ne approfittavano di me a causa della mia estrema bontà. Ho solo una vera amica stretta: Valentina. Lei ci è sempre stata, ci conosciamo da quando abbiamo 6 anni e non ci siamo mai più separate.
I miei passatempi preferiti sono leggere, specialmente i romanzi rosa, e scrivere storie.
Il mio sogno fin da piccola era quello di vivere in America e adesso che passerò un anno lì non posso crederci.
A rendere la mia esperienza unica sarete proprio voi: la mia host family.
Non solo mi permetterete di stare nella vostra casa, mi consentirete di condividere un pezzo di vita al vostro fianco.
So che imparerò tanto, anche se non sarà tutto rosa e fiori, specialmente all’inizio. Sono sicura che però, percorrendola insieme, la strada sembrerà meno ripida.
Non vedo l’ora di arrivare e conoscervi.
CAPITOLO 1
Ho cominciato oggi a fare le valigie e devo ammettere di essere già a buon punto, mi mancano giusto i regali da portare alla mia host family che stiamo andando a comprare in centro.
Per la mia host mum , Madison, ho comprato una moka e una confezione di caffè tipico della mia zona, al mio papà ospitante James ho preso la maglia della nazionale italiana di calcio e ai miei fratelli Olivia e Noah una scatola stracolma di dolci perché mi è stato detto che, come me, li adorano.
Ritornando dal negozio abbiamo rischiato di fare un incidente: un camion era in contromano e per un attimo mi è sembrato ci stesse venendo addosso, ma per fortuna mamma ha sterzato in tempo e siamo tornate a casa sane e salve.
Ormai mancano solo 2 giorni alla mia partenza e Vale mi ha organizzato una festa per salutare i miei compagni di scuola.
Non ho mai amato questo tipo di cose perché non mi piace stare al centro dell’attenzione, ma almeno riuscirò a vedere tutti.
Per questa occasione ho scelto di indossare il vestito azzurro. Sono molto legata a questo abito perché è stato disegnato e cucito da me e dalla nonna Caterina e le avevo promesso che lo avrei messo in un giorno speciale. Purtroppo se ne è andata quattro mesi fa, ma so che lei, anche se non fisicamente, sarà al mio fianco e mi starà guardando fiera perché è stata la mia prima sostenitrice quando un anno e mezzo fa decisi di intraprendere il percorso per l’anno all’estero.
Eccomi arrivata a casa di Vale dove la festa ha già preso vita. Ad accogliermi c’è subito la mia migliore amica e dietro di lei tutta la mia classe. Il giardino è addobbato con festoni con la bandiera degli USA e un buffet occupa il posto sotto il gazebo bianco. Balliamo e cantiamo a squarciagola le canzoni di Blanco per tutto il pomeriggio. Poi arriva il momento più triste, ovvero quello dei saluti. I miei amici hanno deciso di scrivermi un pensiero a testa e di metterli tutti in un barattolo che aprirò una volta arrivata negli Stati Uniti. Io invece ho voluto fare un discorso:
“ Non pensavo che questo momento sarebbe arrivato così in fretta e invece eccoci qua. Innanzitutto volevo ringraziarvi per esserci, per me questo significa tanto. Con molti di voi ho passato momenti che mi porterò anche dall’altra parte del mondo. Vi auguro un giorno di poter realizzare tutti i vostri sogni, anche quelli più folli, di divertirvi sempre e di viaggiare tanto. Infine volevo ricordarvi che non vi siete liberati di me perché tra un anno torno, sicuramente diversa ma tornerò. Vi voglio bene.”
Ovviamente subito dopo sono scoppiata in lacrime e tutti gli altri insieme a me.
Manca solo un giorno alla partenza e io non sto più nella pelle.
Io e mamma stiamo tentando di chiudere le mie due valigie che sono piene di vestiti che probabilmente neanche metterò. Per fortuna ci è venuto in soccorso papà e alla fine le abbiamo chiuse.
Siccome è già tutto pronto abbiamo deciso di passare la giornata al lago di Viverone e portare con noi anche il nostro cane.
Abbiamo mangiato degli hamburger buonissimi e fatto una lunga passeggiata dove abbiamo avuto modo di parlare e i miei genitori mi hanno fatto tutta una serie di raccomandazioni. So che mi mancherà averli sempre vicino. Mentre tornavamo a casa abbiamo messo la canzone che negli ultimi mesi ci ha accompagnato “Buon Viaggio” di Cesare Cremonini. Questa volta però non ci siamo messi a cantarla come facevamo prima, ma ci siamo limitati ad ascoltarla. Ho cercato in tutti i modi di registrare questo momento nella mia memoria perché è tutto perfetto: la musica, il tramonto, Aslan sdraiato sui sedili con il muso appoggiato sulle mie gambe, papà che guida ondeggiando la testa da una parte all’altra a tempo di musica e la mamma che mi guarda sorridente.
Siamo tornati a casa e io sono davvero stanca, vorrei andare a dormire ma ho dimenticato che volevo scrivere una lettera ai miei genitori e dargliela da leggere dopo la mia partenza proprio come ho fatto anche con Vale. Così ho preso carta e penna e ho scritto:
“ Cari mamma e papà, vi volevo ringraziare per aver creduto in me fin dall’inizio quando decisi di provare a prendere la borsa di studio, sapevamo che era difficile ma non impossibile. Avete gioito con me quando è arrivata l’email con le graduatorie e abbiamo visto che ce l’avevo fatta. Poi poco tempo dopo la nonna ci ha lasciati ed è stato un duro colpo per tutti. Avevo anche pensato di non partire più, vi ricordate? E meno male che c’eravate voi che mi avete fatto riflettere e fare la scelta giusta. Sappiate che nonostante io sia lontana vi chiamerò tutti i giorni e sarete i primi a sapere ogni sviluppo di questa mia avventura. Vi voglio un mondo di bene. La vostra piccola, Evaluna.”
Adesso si che posso andare a letto tranquilla, ho fatto tutto quello che volevo fare. Vado in soggiorno dai miei genitori e gli do la buonanotte, poi chiamo Aslan e lo porto con me in camera come faccio tutte le sere, lui si accuccia ai piedi del letto e io mi sdraio.
Neanche il tempo di mettermi giù, che cado in un sonno profondo.
Mi sveglio, sono le 6:55, tra un’ora dobbiamo partire da casa.
Mamma e papà sono già svegli e mi hanno preparato la mia colazione preferita: i pancakes con la Nutella e la spremuta d’arancio.
Mi vado a vestire e indosso un pantalone nero della tuta, una t-shirt bianca con il logo dell’agenzia con cui partirò e una felpa grigia del mio liceo italiano.
Carichiamo i bagagli in macchina e ci mettiamo in viaggio. Ma prima passiamo a prendere Vale. Arrivati all’aeroporto cominciano a prendere il sopravvento un mix di emozioni, guardo il tabellone delle partenze ancora incredula di ciò che sta accadendo. Poi sento una voce che mi chiama, è Chiara, una ragazza che partirà con me e che ho conosciuto qualche mese fa agli incontri informativi. Subito dopo ecco arrivare anche Matteo, Andrea e Sara, anche loro partiranno per gli USA.
Il fatto di non essere da sola mi tranquillizza.
È arrivata l’ora di partire. Saluto mamma, papà, Vale e il mio amato cane.
Felice ma anche triste mi dirigo verso i controlli.
Adesso andiamo verso il gate e tra un quarto d’ora ci imbarchiamo.
Ecco finalmente si sale. Mostro il mio biglietto all’hostess e attraverso un lungo corridoio che mi porta direttamente sull’aereo.
Il mio posto è l’A13 vicino al finestrino. Accanto a me ci sono Chiara e Sara.
L’aereo decolla, guardo fuori e sorrido.
L’anno più bello della mia vita sta per cominciare.
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