Dopo quell'”inaspettato incontro” durante uno dei viaggi più belli della sua vita nella magica Istanbul, Samia assapora giorno dopo giorno la storia d’amore che tutte avrebbero sognato. Sono passati circa 5 mesi da quando i suoi occhi hanno incontrato i più belli della Turchia e li hanno ammaliati così tanto da farli arrivare nella sua Italia. Tutto sembra andare per il verso giusto, ma proprio quando il suo compleanno è alle porte le sue certezze iniziano a vacillare.
E se le sorprese arrivassero prima di quel giorno così atteso? E se non fossero così tanto belle come aveva immaginato? Pronta a perdersi nelle bellezze della Capitale e affascinata dalla quiete delle campagne romane, questa volta Samia dovrà imparare a far fronte a delle scoperte inaspettate che metteranno a dura prova nervi e pazienza mentre Görkem, per la prima volta nella sua vita, scoprirà quanto possa fare male la paura di perdere ciò che di più prezioso il destino ha voluto regalargli.
Perché ho scritto questo libro?
23/02/2020, tornata da Istanbul, arrivano i primi lock down. Una pandemia stava per stravolgere le nostre vite. Fu in quelle infinite giornate chiusi in casa che, per uccidere la noia, ma soprattutto, per la voglia di dare un seguito al primo racconto, nacque “Inaspettate Scoperte”. Nel 2021, dopo aver incontrato, finalmente, la meravigliosa persona che ha ispirato il protagonista del mio racconto, decisi di terminarlo. Quello fu un anno pieno di gioie, e tra queste ci fu anche bookabook.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Nel frattempo sentii Federica muoversi in cucina.
«Ohi cercavo proprio te! Guarda ho trovato questo in macchina, deve esserti scivolato dalla borsa forse! Immagino sia un rossetto serio. Io lo sorveglierei per non perderlo più!» scoppiai a ridere.
Federica mi guardò con le sopracciglia aggrottate e rigirandolo tra le mani.
«Eh … magari fosse mio Samia! Con quello che costa questo marchio …! E’ un cosmetico molto particolare… se non sbaglio in Italia lo vendono solo a Milano in una delle più famose profumerie dalla città! E senti che profumo poi … lo adoro!» disse, chiudendo gli occhi e godendo delle note agrumate che si diffondevano ad ogni apertura.
«Sì, ma … aspetta… se non è mio… e non è tuo…di chi è?»
I nostri sguardi si incrociarono in una catena di domande.
Fu lì che mi resi conto dell’empatia che si era creata tra noi.
Ci stavamo scambiando dubbi e quesiti.
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Il caso sembrava sempre più intricato.
Sciolsi le spalle e buttai indietro la testa inspirando ed espirando profondamente.
Chiusi la porta a vetri in cucina, accertandomi che i ragazzi stessero ancora chiacchierando in giardino.
Mani ai fianchi tornai a noi.
«Devo parlarti! Non so perché lo stia facendo con te ma devo farlo con qualcuno prima che impazzisca… sono tre giorni che va avanti la caccia all’indizio e sono già stanca!»
Il cuore pulsava di nuovo ovunque. Il caldo aumentava.
«Samia, che succede! Ti vedo nervosa. Di che indizi stai parlando!?» rispose lei, rigirando le sue lunghe unghie tra i capelli nero corvino.
Le raccontai quanto accaduto negli ultimi giorni.
Mi fissava attentamente, camminando avanti e indietro per la cucina.
«Senti, ma perché non gliene parli? Magari ci sarà la giusta spiegazione a tutto, no? Magari stiamo travisando ogni cosa perché ci sfuggono dei particolari che non conosciamo. Non conosco bene Görkem, ma Idris me ne ha sempre parlato come il ragazzo più onesto e buono del mondo. Sembrate così innamorati. Ti rivolge sguardi che ogni ragazza invidierebbe!» disse.
«Sì, hai ragione, ma tanti indizi fanno una prova… e ti giuro che sto iniziando a credere che mi stia nascondendo qualcosa… e non parlo della mia sorpresa di compleanno! Ricorda che sa recitare… potrebbe farlo anche nella vita reale! E’ una cosa che mi ha sempre spaventato in realtà, pensare che potrebbe fingere e io potrei non accorgermi di nulla.»
Federica alzò le spalle e rivolse i palmi al cielo.
«Senti facciamo così … teniamolo d’occhio in questi giorni. So che dovrà lavorare e quindi spesso non ci sarà, ma quando possibile vediamo come si comporta! Non allarmiamoci troppo … dai… vieni qua. Ora ti riposi e domani sarà un nuovo giorno! Questo intanto lo prendo io così evitiamo equivoci! Tanto Idris non ci capisce niente e non saprebbe distinguere un rosso da un viola!» scoppiammo a ridere insieme, mentre circondata dal suo abbraccio confortante tornammo in scena a bordo piscina.
«Ehi… dove vi eravate cacciate! Le stelle aspettavano solo voi!» ci dissero invitandoci a sederci sopra di loro sulle poltroncine di legno intrecciato.
Seguimmo il consiglio.
Percepii il suo calore addosso al mio corpo velato da un semplice copricostume in cotone che era ormai troppo leggero per l’umidità della notte.
Parlammo ancora un po’, sentivo le parole rimbombare nel suo torace ed il battito del suo cuore scandirne i tempi. Mi lasciai accarezzare dalle emozioni; scacciai via i brutti pensieri. Era mio. Per ora.
Le voci si fecero confuse; il canto delle cicale sempre più martellante e poi il silenzio.
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