Capitava a volte che la maestra leggesse delle storie in modo davvero originale, cambiando continuamentE accenti e voci dei personaggi e poi dimenticasse volutamente alcuni elementi, stimolando i bambini ad intervenire.
Una volta stava raccontando la storia del Pifferaio magico e alla domanda “ma quando i gatti non ci sono più, chi sono i più felici?”
Tommy, sorprendentemente, fu il più veloce di tutti e senza aspettare il consenso della maestra disse a voce alta “I tru pelìci otono i poti!”
Dopo un attimo di silenzio, tutta la classe esplose in una risata e in una serie di commenti davvero tristi.
Maestra Wendy, dopo essere riuscita a calmare tutti e a riportare un po’ di serenità, rivolse il suo sguardo a Tommy, che si era fatto piccolo piccolo, dietro il suo banco e aveva gli occhi pieni di lacrime…
Avrebbe voluto stringerlo a sé, ma lui, si ritrasse quando cercò anche solo di accarezzargli il viso e a lei, si strinse il cuore.
Cercò allora di impedire che questo fatto fosse un ulteriore causa di dolore per Tommy e disse che il suo modo di esprimersi lo si poteva paragonare ad un quadro di Van Gogh o a un disco dei Beatles, dicendo che la vera arte resiste nel tempo ma spesso non è subito compresa; e immediatamente andò a cercare i contenuti su Youtube per mostrarli alla classe, chiedendo a Tommy di aiutarla con quei “cosi tecnologici”.
“Maestra Wendy è davvero magica” pensava Tommy, e lo pensava anche tutta la classe.
Ma lei vedeva quegli occhi farsi ogni giorno più scuri, e il suo viso sempre più scarno.
Il tempo passava e Tommy smise di parlare. Non parlò mai più da quella volta della storia e Maestra Wendy si sentiva in parte responsabile. Tommy in classe, svolgeva i suoi compiti in silenzio con sempre maggiore difficoltà.
Maestra Wendy le aveva tentate tutte per abbattere quel muro che lo stava isolando dal mondo: dalle canzoni dei Beatles (che sapeva essergli sempre piaciute) per l’inglese e l’italiano, all’origami per spiegare la matematica.
Ma niente sembrava scuoterlo e farlo tornare indietro da quel posto della sua mente dove si stava nascondendo.
Così una sera ebbe un’idea: “Domani faremo una Dislezione!”
La mattina appena arrivata in classe, lasciata la cartella sulla cattedra disse con voce calma e gentile: “Oggi farciamo una Dislezione!”
Tutti i bambini, compreso Tommy, si guardarono increduli. Lara, la bambina del primo banco, quella che aveva sempre la mano alzata, disse:
“Maestra, non abbiamo capito…”
“Gigologico” disse la maestra “non stete mai atteranti !”
La maestra continuò scrutando attentamente le facce sconcertate dei bambini.
“Derempiamo a giapina erentasei”
“Ere che?” disse Matteo, che era il più sveglio della classe.
“ E-re-nte-sei ! “ disse Maestra Wendy, aggrottando le sopracciglia e usando il tipico tono perentorio da maestra.
“ Forerse dualchecuno non si è valatato le occherie ?”continuò mostrandosi contrariata.
“Maestra, non ti arrabbiare, noi non riusciamo a capirti….poi oggi non abbiamo inglese….”disse Nora timidamente….
In classe non si sentiva volare una mosca e tutti i bambini erano increduli e sconcertati.
Tutti, anche Tommy.
Wendy comprese che quello era il momento ideale per portare a termine la sua idea e fingendo di ignorare l’imbarazzo dei bambini che non l’avevano mai vista così, sprezzante continuò …
“ c’è dualchecuno che abbaia dustiato ?”
Silenzio.
“ C’è o nonce dualchecuno che abbaia dustiato ?”
Tutta la classe rimase ammutolita a bocca aperta poi Sara alzò la mano e disse “Io penso cioè, perenso….di aver dustiato…..”
“ Bessissimo Sarara, ne sono vaddero donchenta!!” Allora fu l’apoteosi.
Tutti i bambini cominciarono a storpiare le parole in modo incredibile riuscendo a far loro un linguaggio senza regole, se non quelle della rinfusa, in modo contagioso e sempre più articolato. Maestra Wendy faceva fatica a seguire i loro discorsi sempre più veloci e complicati.
Sembrava di osservare la nascita di una lingua in diretta, ma la cosa più emozionante fu quando due dei bambini più terribili della classe cominciarono a parlare con Tommy che rideva per le parole che gli venivano rivolte.
Fu davvero bellissimo.
Tommy si guardava intorno incredulo e i suoi occhi sembravano riaccendersi ogni minuto di più. La maestra intanto, non sapeva davvero dove guardare, tanta era l’emozione del momento. Tommy la raggiunse tirandole lo scialle e disse :
“Mastra Wendy, sei Magicica.”
Era tornato.
Adele Di iorio (proprietario verificato)
Anto ci sei tu nelle righe di questa anteprima, è una poesia mascherata da racconto! Sapendo quanta magia tu riesca ogni volta a creare quando stai con i bambini non poteva essere diversamente. Mi sono commossa!
Daniela Mastrogirolamo (proprietario verificato)
Bellissimo testo, alla riscoperta dei valori profondi, a volte dimenticati. Da leggere tutto d’un fiato.