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La freccia del destino

La freccia del destino
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Consegna prevista Aprile 2024
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Quando la vita di Valdo, giovane venditore di erbe e tabacco, scorreva tranquilla, scoppia l’imprevedibile. Il cielo si rabbuia improvvisamente e il clima cambia repentinamente come se non esistesse più l’alternarsi delle stagioni. Nel frattempo, la sua abitazione viene colpita da forti scosse del terreno e le parole del vecchio Piuma, trovano conferma nel racconto di Floro, un mago eremita che gli illustra cosa gli ha riservato il destino. Un giorno, Valdo, tornando a casa, scopre per caso un misterioso oggetto incastonato fra le pareti del seminterrato. Un oggetto che cambierà per sempre il suo destino e che lo porterà, assieme ai suoi amici, ad affrontare una lunga serie di pericoli verso un epico destino.

Perché ho scritto questo libro?

L’ho scritto per un semplice motivo. Avevo bisogno di evadere dalla monotonia della vita quotidiana che scorre lenta ed inesorabile. Sentivo il bisogno di perdermi in un mondo fantastico dove io stesso sono il protagonista di un’avventura epica e a lieto fine.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Erano da poco trascorse le nove del mattino e nel vecchio villaggio di Aldena la vita scorreva tranquilla e pacifica. L'estate stava per iniziare e, nonostante ciò, dai comignoli delle casette si vedeva ancora il fumo fuoriuscire.

Una lieve foschia che risaliva dal fiume aveva avvolto la parte più bassa del villaggio, dove, da lontano, si vedevano alcuni pescatori intenti a lanciare le reti ed alcune donne lavare i panni nelle sue acque.

Poco più in alto, invece, alcuni pastori stavano radunando il bestiame per portarlo in fiera ed altri stavano caricando i carretti con formaggi di varia misura.

Quel giorno, infatti, tutto il villaggio era in subbuglio. Si celebrava il Santo patrono e per le vie del centro si avvertiva un'atmosfera di festa.

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Si vedevano uomini e donne intenti ad abbellire le strade con ornamenti ed addobbi di vario genere, mentre gli angoli della piazza principale erano già stati adibiti a mercato: vi erano punti dove poter bere e mangiare cibo preparato per l'occasione e nell'ampia parte centrale della piazza, di fronte al municipio, erano state allestite alcune zone dove era possibile osservare la tanto attesa corsa dei cavalli, il tiro con l'arco, le battaglie con scudi e spade di legno, nonché i famosi combattimenti fra galli per i quali, solitamente, la gente scommetteva ingenti somme di denaro.

Ovviamente, non mancavano i banchetti degli indovini e dei cartomanti dove parecchie donne si recavano per conoscere le possibili infedeltà dei loro mariti.

Poco dopo, giunsero anche i musici con i loro strumenti e con loro, ad aprire la festa, si presentarono anche i giocolieri ed i cantastorie, accompagnati dal rintocco delle campane.

Nel frattempo, in un piccolo angolo accanto alla chiesetta, se ne stava seduta un'anziana signora intenta ad allestire un banchetto ricolmo di erbe. Quando gli abitanti del villaggio e gli altri avventori dei villaggi circostanti cominciarono ad affollare le vie del centro, alcuni, in breve tempo, fecero visita al suo banchetto finemente decorato con una tovaglia bianca e fiori di campo riposti all'interno di cesti di vimini.

Quando finì di completarlo, tantissime erano le erbe esposte e tutt'intorno, più di tutte, si espandeva il profumo ora della lavanda, della menta, e poi della camomilla e della salvia.

Ad un certo punto, dopo aver servito diversi avventori, una giovane ragazza si presentò al suo banchetto per dare un'occhiata alle varie erbe officinali.

“Buongiorno, signora” disse.

“Si, si! E' proprio un buongiorno questo, mia cara.” rispose l'anziana signora scrutando il cielo sgombro di nuvole. “Quindi buongiorno anche a te.”

“In cosa posso esserti utile?” domandò con fare cortese la venditrice di erbe.

“Da diverso tempo il mio sonno è disturbato. Vorrei, quindi, una miscela di erbe che mi aiuti a dormire bene.” chiese la ragazza osservando i prodotti in vendita.

“Ma certo, cara! Lascia fare a me. Uhm, vediamo un po'. Da quanto tempo il tuo sonno è disturbato?” chiese la signora.

“Da circa un mese!” rispose la ragazza.

“Allora, questo farà certamente al caso tuo!” rispose la signora che cominciò a prelevare alcune erbe dai vasetti di terracotta in cui erano conservate e le mise in un mortaio per sminuzzarle ed amalgamarle.

“Questa miscela farebbe dormire anche un orso, mia cara” disse sorridendo l'anziana signora che si accingeva a macinare il tutto. “Camomilla, malva, lavanda, tiglio e passiflora faranno al caso! Inoltre, sono sicura che alcune gocce di valeriana ti possano aiutare, quindi prendi pure una di queste boccette di vetro”.

Ma a quel punto qualcos'altro destò l'attenzione della giovane ragazza: era il ciondolo che la donna portava addosso. Quest'ultimo, infatti, era fuoriuscito dalla camicetta della vecchia signora in seguito ai ripetuti movimenti che stavano accompagnando il pestello nel mortaio.

“Ma che bel ciondolo! Me lo vendereste? E' davvero bello!” disse la giovane ragazza che, intanto, teneva fra le mani alcune erbe essiccate e ne sentiva il profumo.

“Che strana domanda!” rispose l'anziana signora osservando la ragazza e accarezzandosi il ciondolo.

“Come mai sei interessata a questo ciondolo?” chiese incuriosita la venditrice di erbe.

“Mi piace per la sua forma e nella sua semplicità conserva tutta la bellezza” rispose l'avventrice. “Ma quello che desta di più la mia curiosità è quella piccola pergamena la cui punta sembra fuoriuscire dal monile. Sono sempre stata attratta dai messaggi nascosti dentro gli oggetti. Che cosa c'è scritto?”

In realtà, quel ciondolo non aveva niente di particolare ed era di semplice fattura. Niente di più che un semplice pezzo di legno a forma di foglia di edera. Inoltre, sembrava essere molto vecchio dato come stava a testimoniare il verde del suo colore che era parecchio sbiadito.

“Dentro c'è un messaggio scritto molto tempo fa al quale sono molto affezionata. Non posso venderlo, mi dispiace!” rispose la signora.

“Sospettavo che quel ciondolo avesse un qualcosa di speciale. Posso almeno conoscerne il contenuto? Perdoni la mia curiosità” chiese la ragazza con fare gentile e soprattutto incuriosito.

“Certo cara. Qual è il tuo nome?” chiese la vecchia signora che, intanto, si stava sfilando la collana.

“Il mio nome è Diamante. Qual è il vostro?” chiese la giovane donna.

“Porgimi la mano, ragazza” disse l'anziana signora.

Diamante fece quanto richiestole dalla venditrice di erbe e quest'ultima le mise il ciondolo nelle mani.

“Tira fuori tu stessa la pergamena. Anzi, a proposito, visto che me lo hai chiesto: il mio nome è Nantea” disse la signora.

“Abitate in questo villaggio?” chiese la ragazza che, intanto, stava sfilando la pergamena dal ciondolo di legno.

“No! Un tempo qui ha lavorato mio marito. Io abito in una casetta di legno nel bosco fuori dal paese ed è lì che coltivo le erbe che vendo al mercato” rispose Nantea.

La piccola pergamena, appena srotolata, recitava questo messaggio: “Corrono tempi bui e misteriosi. Il vecchio Floro ti salverà”.

“Che cosa significa questo messaggio? E chi è Floro” chiese incuriosita la giovane ragazza.

“E' una storia lunga, mia cara, molto lunga” rispose la vecchia signora facendo un profondo sospiro.

“Le andrebbe di raccontarmela? Mi piacciono molto le storie di un tempo andato” chiese speranzosa la ragazza che, intanto, aveva riposto il messaggio all'interno del ciondolo e lo aveva restituito alla gentile signora.

“Dimmi un po', ti piacciono le avventure?” domandò Nantea alla ragazza che era stata distratta dal verso della coppia di cicogne che stavano costruendo il nido sul campanile della chiesetta.

“Le avventure? Ma certo, sono le mie preferite! Il tempo libero lo trascorro sempre in biblioteca in cerca di storie in cui perdermi” rispose felice la ragazza.

“In effetti, passo le mie giornate da sola e la compagnia di una ragazza graziosa e curiosa come te non può farmi che bene” rispose l'anziana. “Bene! Allora mettiamoci comode, mia cara. Su! Siediti pure accanto a me”.

A quel punto, il racconto di Nantea ebbe inizio.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Alessandro Sutera Sardo
Mi chiamo Alessandro Sutera Sardo. Sono nato all’una di notte del 22 marzo 1987 in un piccolo ospedale di montagna situato al centro della Sicilia. Dopo la primina, frequentata a cinque anni, ho proseguito le scuole superiori ad Agrigento, dove ho vissuto fino al conseguimento della maturità scientifica. Iscritto all’Università, ho ottenuto a Pavia la laurea in giurisprudenza nel 2014. Mi sono poi trasferito in Gran Bretagna, dove, ho conosciuto una ragazza di Madrid che, dopo qualche anno, è divenuta mia moglie. Refrattario alle imposizioni, comunque dopo l’inutile trasmissione di innumerevoli curriculum ad imprese di vario genere, ho declinato ogni possibile impiego, pubblico o privato, per dedicarmi alla gestione di un negozio in centro storico. Vivo a Pavia con mia moglie. Amo molto leggere e dedicarmi alla cura degli animali e del mio piccolo giardino.
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