In un’epoca non ben precisata una feroce guerra getta il mondo nel caos. Dei ragazzi vengono mandati in un’accademia militare per prepararsi ad andare a combattere, il destino che li aspetta sembra già scritto, credono che per loro non possa esserci un futuro. Poche cose però sono come sembrano. I nostri protagonisti riescono a scappare poco prima di essere mandati in guerra. Da qui inizia un grande viaggio di sei ragazzi in fuga per l’Europa e per il Mondo. Incontreranno personaggi loschi ed altri geniali, vivranno esperienze uniche, irripetibili, ma anche sconvolgenti. Il dilemma che li avvolge è: riusciranno a fuggire senza essere catturati? Nel frattempo la domanda che tutti si pongono è un’altra: riuscirà l’umanità a salvarsi da ciò che ha se stessa creato?
Perché ho scritto questo libro?
Ho preso spunto da cose accadute anni fa, prima della pandemia. Ho iniziato questo libro in maniera casuale, un pomeriggio, scrivendo le primissime righe della storia. Quello che ho scritto un pò per divertirmi e un pò per distrarmi e avere del tempo da dedicare a qualcosa di mio, ora si trova in un sito di una casa editrice e centinaia di persone potrebbero leggere e appassionarsi ad una storia che ho creato io. Questo è incredibile. Non trovo altre parole per descrivere tutto ciò.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Questa è una di quelle storie in cui tutto sembra già scritto e già si crede di sapere come andrà a finire, ma proprio quando tutto sembra perduto, in un mondo a pezzi, senza più valori, senza idee, a cui rimangono solo lacrime, armi e sangue, c’è una speranza, una piccola luce in tanto buio. Andiamo però un po’ indietro. Noi tutti stavamo vivendo la nostra vita, ognuno con le proprie debolezze, le proprie forze e le proprie speranze. Nessuno di noi però sapeva quello che ci aspettava, nessuno di noi conosceva tutto ciò che saremmo stati chiamati ad affrontare e a compiere. Nessuno di noi poteva immaginare che la storia avrebbe cambiato le nostre vite.
Partiamo però anche da un presupposto; qual è il ruolo di giovani o dei ragazzi nella società? La risposta a questa domanda è curiosa: alcuni dicono che il nostro compito è farci sentire, esporre le nostre ragioni, dire quello che pensiamo, infatti siamo anche spesso esortati a fare ciò. Poi però, quando lo facciamo, veniamo repressi, screditati o addirittura insultati. Quante volte ci dicono di inseguire i nostri sogni, i nostri ideali, lottare per realizzarli, ma poi una volta che diciamo cosa ci piace fare, cosa vorremmo fare, nessuno ci appoggia più, veniamo lasciati a noi stessi, veniamo abbandonati, e le stesse persone che ci avevano esortato ad inseguire i nostri sogni ci dicono invece che dobbiamo lasciare stare, che non ne vale la pena, che è tutta una perdita di tempo. Questa è soltanto una delle contraddizioni della società. Ne esiste anche un’altra. Tutti noi nasciamo in un mondo che non scegliamo, che non conosciamo, che è quasi sempre in pessime condizioni. Questo mondo poi ci viene chiesto di cambiarlo, di trasformarlo in qualcosa di meglio.
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La contraddizione sta nel fatto che la gente che ci ha lasciato tutto quello che conosciamo in queste condizioni, le stesse persone che ci chiedono di cambiare il mondo, non hanno fatto niente per far sì che ciò avvenisse in precedenza ma anzi lo hanno rovinato. Loro quindi ci chiedono di realizzare un qualcosa che loro stessi hanno già fallito. Quindi in tutto questo cosa dovrebbe fare un adolescente? La risposta migliore direi è: deve vivere, vivere così com’è, deve lasciarsi scorrere addosso tutto quello che gli succede, tutti i brutti sguardi che incontra e tutte le brutte parole che gli sono dedicate anche senza aver fatto niente.
C’è chi dice che gli anni dell’adolescenza sono i più belli; per me invece non è vero ma anzi sono più difficili e complicati della vita di ognuno di noi. Gli anni più belli sono quelli della giovinezza in cui ognuno ha trovato la propria strada e può iniziare a vivere la propria vita con apparente serenità. Il problema, la cosa più complicata di tutte però è trovare la propria strada, la propria via, trovare il proprio posto nel mondo. Questo cammino è complicato e difficile come il viaggio che ci apprestiamo ad affrontare. Dalla fine di questo cammino però nasce la giovinezza.
Era un freddo pomeriggio d’estate, avevo appena finito le superiori ed ero un ragazzo come tanti. Stavo trascorrendo la giornata in casa pensando a cosa mettermi la sera perché, tra di noi, con i miei amici, compagni di classe, avevamo organizzato una cena per salutarci dopo i cinque anni passati insieme; il mio dubbio era: camicia nera o bianca? Pantalone chiaro o scuro? Queste sono le vere domande nella vita e io non avevo ancora trovato una risposta. Però oltre al dilemma di come vestirmi avevamo tutti problemi più gravi perché oscure tenebre si erano posate sui nostri tempi. Questa cena per noi infatti non era solo un momento per salutarci, ma proprio per dirci addio perché io e tutti ragazzi della classe dovevamo partire per andare in guerra. Non starò qui a spiegarvi contro chi dovevamo combattere o le varie alleanze che si formarono, perché in situazioni del genere non ci sono buoni o cattivi e né giusti o sbagliati; ci sono solo tanta tristezza e confusione. Cercare quindi di trovare un ordine nel caos non avrebbe senso.
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