L’opera è a metà tra un romanzo breve e un monologo interiore, in cui il protagonista si immerge in un’introspezione durante una pausa caffè, seduto nel dehors di un locale in un tiepido pomeriggio di primavera. Davis riflette sulla sua vita e su chi ne fa parte, facendo emergere le sinergie tra passato e presente e il loro impatto sul suo carattere e sui suoi punti di vista.
La confessione di Davis è intima e spontanea e nasce da un evento che lo porta a mettersi a nudo. Inizia così un viaggio dalle sue origini fino al presente, tra forza, entusiasmo, fragilità e inevitabili ferite emotive, evocando sensazioni riconoscibili ed emozioni condivisibili.
Lo stile narrativo è diretto e coinvolgente, capace di trasmettere vibrazioni positive ma anche una sottile malinconia. La trama aiuta il lettore a immedesimarsi in un essere umano come tanti, forse come tutti.
Perché ho scritto questo libro?
Tutto è iniziato da un paio di frasi appuntate distrattamente su un blocco note e che col tempo si sono praticamente evolute da sole, proprio come accade, per certi versi, con le vicissitudini della vita. Ciò che ne è scaturito è un piccolo taccuino che celebra speranza, ricordi, vita.
ANTEPRIMA NON EDITATA
“Amico, dopotutto, è la storia di tutti”. Rivolgo a me stesso quest’asciutta considerazione mentre sto ascoltando un brano a cui sono affezionato da sempre, stranamente passato in questo momento alla radio o forse capitato chissà come nella rotazione della playlist in streaming di questo posto a metà fra un diner e una caffetteria …
… Ma questo non ha importanza, tutto ciò è stato necessario per me. Eccome se lo è stato. Soprattutto nei momenti in cui vivevo le mie avventure avvolto nella magica crisalide della tarda adolescenza dei venti anni…
Ci sono molti modi di vivere l’amore, così affermano gli Afterhours in questo singolo. È davvero così? Sarà vero? Esistono davvero molti modi? Molte strade per fuggire dalle debolezze, dalle fragilità? Ritornerà infine la speranza? Si riaccenderà quella luce che sembra ormai spenta? Possibilità? Mi fermo a riflettere ancora un attimo, ancora uno. E ancora e ancora.
Continua a leggere
… Ed è così che mi vola il tempo in preda alle ardite digressioni che mi discostano spesso dai minuti che scorrono. Si lo so, ne sono consapevole. Da sempre. È una vita intera che mi soffermo a pensare, molte volte a cose di poco conto, a infiniti modi per sbancare al gratta e vinci che acquisto saltuariamente qualche sabato pomeriggio dell’anno, in preda alla voglia di realizzare chissà quale sogno di carta che al sol pensiero, mi elettrizza e mi rende voglioso di gioire al grido di “ce l’ho fatta, ho vinto”. Come tanti. Forse come tutti
… Ma a parte questo cedere a certi confortevoli vizi capitali, non ho certo voglia di abbandonarmi alla corrente. Mi abbandono sì, ma non all’inesorabile. Neanche i salmoni lo fanno. Perché dovrei farlo io? Perché un individuo dovrebbe volerlo? Fondamentalmente nessuno vuole farlo. Abbandonarsi. Non credo esistano persone che si pongano tale obiettivo mentre si immergono nell’oceano del vivere…
… Lo faceva per scusarsi tacitamente, per alleggerire la tensione che inconsapevolmente creava ma di cui era profondamente vittima…
…Non amava parlarne molto mio padre, del suo passato. Ogni qualvolta gli sollevavo innocenti e puerili interrogativi mi sorrideva e cambiava elegantemente argomento, facendomi dileguare dalla mente in men che non si dica gli incalzanti quesiti con cui volevo penetrare nel suo fumoso passato familiare…
… Avrei dovuto fare molti più pronostici di quanto sono solito farne, bisogna sempre farne di pronostici, sempre tanti, considerare più variabili, soprattutto quando c’è la possibilità di essere chiamati a percorrere sentieri diversi da quelli che abbiamo arbitrariamente segnato sulla mappa della nostra esistenza…
… Il vuoto mi ha lasciato sospeso sulle mie paure e ho compreso di essere completamente impreparato di fronte alla mia fragilità…
… Silenzio. Come se stesse frugando nella sua mente in cerca di qualche risposta plausibile per replicare. Il silenzio durò cinque secondi esatti. Cinque lunghissimi secondi. Quei secondi avevano il sapore di cinque lustri, tutti insieme compressi in soli cinque insignificanti secondi. Trascorso il suo primo secondo di silenzio avevo capito tutto…
Commenti
Ancora non ci sono recensioni.