Beatrice è una ragazza che presto si troverà faccia a faccia con turbamenti, insicurezze e incontri che decideranno il suo destino.
Sono proprio gli uomini a farla da padroni nella sua vita: una maternità inaspettata e il suo matrimonio fallimentare poi, la costringono a farsi delle domande su chi vorrebbe essere e su cosa invece le viene imposto di essere. Troverà un grande amore, che la torturerà e non la abbandonerà mai veramente.
Beatrice è una donna ambiziosa, con un sogno: fare la scrittrice, ma spesso viene spinta in basso dai suoi amanti che non sopportano lei possa essere meglio di loro o avere maggior successo. Si rende complice delle umiliazioni che le vengono inferte e cerca a modo suo di ribellarsi, attraverso il sesso, ma anche con una profonda autocritica che la tormenterà per tutta la sua esistenza.
La maschilista ero io è un libro passionale, ricco di sentimento, rabbia e frustrazione, è una storia comune, troppo, proprio per questo deve essere raccontata, ascoltata, capita e interiorizzata.
Beatrice è un po’ ogni donna, nelle sue sfaccettature più oscure, quelle più ingenue, quelle più spontanee e nelle cattive abitudini “culturali” che lascia le vengano imposte dal mondo maschile.
Questo è il suo viaggio alla ricerca dell’autodeterminazione, la sua lotta contro le catene che spesso ha lasciato le venissero messe ai polsi e nelle quali noi donne tutte dovremmo e potremmo evitare di farci imprigionare.
Perché ho scritto questo libro?
Scrivere “La maschilista ero io” non è stato semplice.
È stato un viaggio straziante attraverso le mie stesse paure, i miei fallimenti e le mie umiliazioni, ma anche in quelle di altre donne meno fortunate di me.
Non è un libro autobiografico, ma ho cercato di immedesimarmi in alcune situazioni che spesso osservo intorno a me, alcune le ho vissute in prima persona.
Ho deciso di parlare di maschilismo e di come le donne ne siano “inconsce schiave” perché ne abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di tirare fuori la voce, di non vergognarci dei nostri pregi e difetti, dei nostri successi e delle nostre sconfitte, delle debolezze, degli errori, della voglia di essere amate e di essere felici, realizzate. Abbiamo bisogno di poterci liberare dalle catene, di distruggerle una volta per tutte.
Spesso viviamo dei meccanismi culturali senza farci domande, senza chiederci se quello che vorremmo essere sia quello che il mondo si aspetta che diventeremo.
Il risultato che vorrei raggiungere con questo libro è ambizioso: mettere in luce tutte le piccole frustrazioni, violenze che una donna comune vive ogni giorno senza nemmeno accorgersene, come se fosse routine e come se fosse giusto così.
Vorrei che anche gli uomini si rendessero conto di avere atteggiamenti dannosi e sessisti troppo spesso, senza pensare alle ripercussioni che piccoli gesti, parole, possono avere sulla psiche femminile.
Vorrei che ogni donna finalmente capisse che non è giusto subire, non è giusto sottostare a questo retaggio culturale arcaico, che non lo meriti nessuna di noi.
Insomma, vorrei che questo libro portasse alla consapevolezza di essere gli artefici del nostro destino, di chi siamo e di cosa vorremmo essere, pur essendo donne.
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