Elisa ha vent’anni, è a metà tra l’esser donna e il sentirsi ancora ragazzina; si percepisce figlia imperfetta, estremamente concentrata nel non deludere le aspettative dei suoi genitori; si scopre madre all’improvviso, sente un legame indissolubile con un piccolo essere che è parte di lei, ascolta le sue canzoni, le sue emozioni, respira con lei, dà senso alla vita di una ragazza che ha tutto e non ha niente. Ora sente di vivere davvero. E le piace. Momenti di gioia pura si susseguono: la nascita di Luna, la proposta di matrimonio di Christian, l’Amore di sempre, le soddisfazioni professionali. Poi, alla sera, come se fosse sempre estate, alza gli occhi al cielo e osserva quell’astro splendente che illumina la notte e fa compagnia alle stelle.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo libro a vent’anni. Volevo che tutto il tumulto che provavo nell’animo uscisse fuori e urlasse al Cielo, con tutta la voce possibile, che avevo perso un pezzo di me, proprio quando la vita cominciava ad avere senso. E invece ho tirato dritto, ho guardato avanti, nel mio silenzio apparente, nella mia calma costruita. Poi la vita mi ha messo davanti ancora sfide, fallimenti e dolore. Ho aspettato. E oggi, quando guardo quel Cielo, ringrazio Dio per le mie Stelle.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Prima che si renda conto di cosa è realmente la vita, voglio narrarle tutte le leggende e le storie fantastiche note all’uomo, perché pensi che l’essere umano è stato capace di inventare anche questo oltre le sue macchine di distruzione, e che ama e sorride ed ha altri valori oltre la smania di successo e crede in qualche altro Dio oltre il denaro.
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Le parlo di me e del suo papà, della nostra storia, del nostro amore fatto di piccole e grandi sfide, compromessi, gioie, a volte urla, altre silenzi; di quanto sia valsa la pena amarsi perché è arrivata lei; di quanto il destino gestisca poco la vita delle persone, perché in fondo ognuno è artefice di se stesso, da te dipendono le tue vittorie, le tue sconfitte, tu decidi, tu agisci. Siamo dotati di libero arbitrio, bambina, è troppo facile pensare che ci sia qualcosa di invisibile e misterioso a guidare i nostri pensieri e le nostre azioni.
E poi le parlo di noi due.
“Ti porterò nei posti più incantevoli, bimba mia, ti mostrerò il lato migliore della vita, voglio vederti ridere sempre, ridere con gli occhi, ridere col cuore. Voglio farti conoscere i profumi più belli, i sapori più buoni, voglio insegnarti ad amare le piccole cose, semplici, vere, perché tu riesca ad incantarti sempre davanti ad un tramonto e a sorprenderti di fronte alla maestosità e alla perfezione della natura, come accade ancora a me.
Voglio che tutto il bello e il giusto sia impresso nei tuoi occhi quando poi, un giorno, deciderai da sola, avvalendoti del tuo libero arbitrio, di conoscere quello che non ti ho mostrato.
E lo conoscerai. Sceglierai di seguire la tua indole, di cedere alle tentazioni, di violare le regole, come tutti prima di te hanno fatto, come ho fatto anch’io”.
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