Giulia ha quasi trent’anni e della vita non sa niente. Quando la dimettono dalla clinica nella quale è ricoverata decide di andare a vivere con Andrea, il suo ragazzo, in un appartamento nello stesso condominio dove vive la sua migliore amica, Clara, nella loro cittadina. Per provare ad avere una vita normale. Ma il senso di alienazione ed estraneità che prova costantemente non l’abbandona. Così, tramite il suo sguardo disilluso e onesto, vediamo un mondo che rifiuta la diversità, l’imperfezione, che considera la malattia mentale come vizio, vergogna, tabù, a partire dalle loro famiglie. Quella di Giulia, semplice e misera, tenuta in piedi dalla zia, Rita, donna di fede, e quella di Andrea, più benestante, rigida e patriarcale. Vediamo una società imbarazzata dalla pazzia, totalmente impreparata, incapace di gestirla. Perché dalla chiusura dei manicomi con la legge Basaglia del 1978, quando i “matti” sono tornati nelle loro case, non è cambiato poi molto. La gente ha continuato a far finta che i malati non esistessero. Ma lo sguardo di Giulia, rimasto a lungo lontano dal mondo, è per questo motivo differente, originale, imparziale, estraneo alle contaminazioni della massa. Puro. E a suo modo, in fondo, pieno di speranza.
Perché ho scritto questo libro?
Avevo 14 anni quando ho iniziato a leggere il DSM IV-TR, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, ed è in quel momento che mi sono appassionata alla psichiatria. Vedevo e sentivo intorno a me storie di persone che oltre a lottare con le loro malattie dovevano scontrarsi anche col pregiudizio da parte della società. È allora che sono nati nella mia testa Giulia e Andrea, quando ancora credevo di non saper scrivere. E ora che di anni ne ho 24, hanno finalmente la loro storia.
sofiaenna
Una scrittura tagliente, concisa, che non lascia spazio a retoriche fallaci. La Torre Eiffel non esiste sottopone allo sguardo dei suoi lettori una porzione di realtà che spesso si vuole ignorare, mettendo in primo piano una tematica scomoda, che ancora è fonte di imbarazzo. Attraverso gli occhi della protagonista, che diventano gli occhi del lettore, la normalità rivela tutta la sua follia e la follia trova la sua razionalità. CONSIGLIO VIVAMENTE!