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L’amore connesso

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Consegna prevista Aprile 2025
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Carla è vedova e sta per diventare nonna, ma la figlia vive lontana e lei si sente sola. E’ indipendente, ha tanti amici ma le piacerebbe innamorarsi di nuovo. Convinta dall’amica del cuore, si iscrive a un sito di incontri online. Un salto nel buio per una donna che non si è mai concessa avventure prima del matrimonio. Spaventata ma anche attratta da quel mondo popolato di sconosciuti che può frequentare virtualmente, comincia a prenderci gusto. Nel frattempo Lorenzo, il migliore amico di suo marito, le rivela di essere sempre stato innamorato di lei. Colta di sorpresa ma anche lusingata, Carla si fa coinvolgere in una storia che potrebbe diventare amore. Ma quando anche il vicino di casa, che le è sempre stato antipatico, si rivela invece una persona interessante da frequentare, Carla dovrà compiere delle scelte e anche fare i conti con il lato oscuro dell’amore. E solo quando ritroverà fiducia in sé stessa la storia potrà avere il suo lieto fine.

Perché ho scritto questo libro?

Sono poche le storie d’amore che mettono in campo chi gioca nel “Terzo tempo” della vita. Così ho pensato di dare voce a una donna non più giovane, che decide di rimettersi in gioco per scoprire che la vita ha ancora tanto da offrirle, anche quando sembra avere esaurito la sua dose di gioie e dolori. Protagonisti credibili per una storia romantica e molto attuale, che ho scelto di raccontare con ironia, ingrediente indispensabile per non annoiarsi, a qualsiasi età.

ANTEPRIMA NON EDITATA

Sarà che sto per diventare nonna, che le rughe del mio viso, se non hanno ancora vinto definitivamente la guerra, si sono distinte in parecchie battaglie, sarà che fortunatamente godo di discreta salute, riflessi pronti e un aspetto ancora decente… insomma da una parte non me la sento di chiudere definitivamente il capitolo uomini, dall’altra ho una fifa tremenda di iniziare un qualsivoglia rapporto con l’altro sesso. Ho voglia di innamorarmi e ne sono allo stesso tempo terrorizzata. E poi penso Ma chi mi vuole? Chi potrebbe interessarsi a una come me? Ho una vita banale, non sono sexy e nemmeno ricca. Ammettiamolo, ormai è tardi per ricominciare! Basta. Giochi finiti. Farò la nonna e addio allamore dellultima spiaggia. Anzi non andrò più nemmeno dal parrucchiere, mi farò crescere i capelli grigi e non mi comprerò più vestiti, così sarà chiaro a tutti che ho chiuso con lamore. Vivrò di ricordi, belli e brutti e resterò fedele al mio Aldo per tutti i pochi anni che mi restano ancora da vivere.
Patetica! Mi canzona la mia voce interiore e non posso darle torto.
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Così decido di darmi una mossa. Asciugo lultima furtiva lacrima e armata di maxi tazza di caffè americano mi siedo alla scrivania e accendo il computer con lintenzione di connettermi con il mondo. !
Trovo una e-mail di Roby, l
altra colonna portante della mia vita, presente e vicina in ogni istante, specie quelli più bui. Siamo cresciute insieme e anche se le nostre vite hanno preso strade diverse non ci siamo mai lasciate. Lei è il mio opposto: irrequieta, matta, esuberante; cambia con disinvoltura uomini e occupazioni (ora fa larredatrice di interni) ed è una single irriducibile, perennemente innamorata di uomini inadatti e mai tentata dal matrimonio. Io invece sono cauta, riflessiva, poco fantasiosa ma affidabile. Anche fisicamente siamo lopposto: Roberta è alta, snella, con una massa di riccioli rossi, occhi verdi e tratti aristocratici, mentre io sono una ex cicciottella in dieta perenne con i capelli corti e lisci e un viso irregolare con labbra carnose e grandi occhi scuri. Un viso molto espressivo, almeno così dicono, ma non ho mai capito se sia un complimento o una consolazione. !
Da mesi Roberta mi incoraggia a uscire dal mio guscio e a mettermi di nuovo in gioco, spalleggiata da mia figlia. Oggi mi scrive che ha fatto una ricerca sui siti di incontri online e mi manda il link di quello che a suo parere risulta il più serio e affidabile. E conclude:
Dai, Carla, buttati in questavventura!”!
Ma io sono tutt
altro che una donna avventurosa. Mi sono sposata per amore con un uomo piuttosto normale e posato (Roby lo definiva noioso). Il mio matrimonio ha avuto i suoi alti e bassi dovuti alle scappatelle del noioso uomo (che evidentemente invece le altre trovavano brillante e irresistibile) e comunque la nostra storia mi ha lasciato una figlia meravigliosa che abbiamo voluto e amato entrambi. Quando Aldo ha cominciato a stare male mi sono disperata sinceramente, anche se ce lavevo con lui per lultimo tradimento. Dicono che le tragedie possono unire o dividere irrimediabilmente le persone. La malattia di Aldo ci ha uniti come non eravamo mai stati. Abbiamo parlato tanto, ci siamo confidati come mai era avvenuto in tutti gli anni di matrimonio, insomma, ci siamo ritrovati. Lui mi ha confessato che cercava altrove quella leggerezza che nella sua vita non ha mai avuto, ed è sembrato sinceramente pentito. Mi sono anche fatta un esame di coscienza e ho capito che avrei potuto essere più amante e meno moglie.
Così alla fine gli ho perdonato tutto. È stato bellissimo e mi sentivo pronta innamorarmi di nuovo di mio marito. Ma la malattia avanzava, inesorabile. Lui soffriva, io mi sentivo impotente e disperata. Gli sono stata accanto fino all
ultimo, condividendo il suo dolore, la rabbia di non farcela e la sua paura di morire. Quando se ne è andato volevo morire anchio, sul serio, non come un modo di dire. Mi ha trattenuto il pensiero di Angelica che non potevo lasciare sola e a poco a poco il dolore è diventato un sasso dentro al cuore. Pesante, pesantissimo, ma più sopportabile. Col tempo quel sasso si è compenetrato con i tessuti del mio cuore diventando una parte di me con la quale ho imparato a convivere.
Dopo tre anni di vedovanza però, ammetto di sentirmi tanto sola.
Mia figlia è sposata e lontana. I miei genitori sono morti. Non ho fratelli o sorelle e con la famiglia di mio marito ho rapporti formali. Ci sono gli amici, certo, ma io voglio di più. Insomma, vorrei ricominciare ad amare e  anche sentirmi amata.
Dopo il fallimento di vari incontri
combinati” nelle solite cene di amici volenterosi, disposti a tutto pur di vedermi di nuovo felice, anche a costo di presentarmi dei penosi casi umani, mi sono arresa allinevitabile, diventando un orso intrattabile. Esco raramente, a meno di essere letteralmente trascinata, non mi curo molto e se non avessi il lavoro non so se troverei la forza di alzarmi dal letto tutte le mattine, vestirmi e uscire di casa.
Ma Roby non si arrende. Infatti, mi scrive:
Carla, io ti conosco, so che da sola non stai bene. Ti sei sposata giovanissima e sei sempre stata in coppia, quindi non fingere di essere una single felice perché non è vero. Single si nasce, ricorda, non si diventa. Dai unocchiata a questo sito di incontri e iscriviti. Non ti può succedere niente di male, magari ti diverti anche. Non ti sto dicendo di cercare avventure di tipo sessuale, so che non ne saresti capace, ma ci sarà pure una persona che sappia capirti e starti vicino, che è poi quello che in genere desiderano tutte le donne. Anche solo come amico. Dai, regalati una nuova possibilità!”
Fisso lo schermo e penso
Perché no?” E così decido, per una volta nella vita, di essere avventurosa. Ma siccome sono molto puntigliosa, dopo essere entrata nel sito, vado in cerca di altri indirizzi per cuori solitari (ce ne sono tantissimi!) per poterli confrontare. Alla fine, dopo lunghe e accurate ricerche, concludo che, tra un sito che ha troppe pretese da agenzia matrimoniale e un altro decisamente erotico, quello consigliato da Roby sembra una giusta via di mezzo.
Sono ancora dubbiosa ma è inutile temporeggiare. Sento che oggi è il giorno giusto. Esito ancora un po
, bevo altro caffè per schiarirmi le idee e poi decido che in fondo non è che sto per trasformarmi in una serial killer. Tanto, penso, anche se mi iscrivo poi posso andarmene quando voglio. Se non mi piace, mica mi terranno legata, immagino. E poi è tutta la settimana che ci penso… oggi è il giorno giusto. Lo devo fare. Lo voglio fare. Sarà divertente.

Clic. Invio.

Dopo avere inserito correttamente i miei dati anagrafici, col dubbio che forse era meglio non dire tutta la verità specie sulletà (Sei la solita ingenua Carla, mi rimprovera la saggia voce interiore), mi viene chiesto di scegliere un nickname, ovvero un alias, un soprannome, un nome finto.
È giusto, rifletto, nel mondo virtuale è meglio prendere delle precauzioni anche se non si è minorenni. Quindi, ora devo trovarmi un nome d
arte. Digito il mio nome di battesimo, Carla, e il sistema mi dice che non va bene perché è già in uso. Allora ci metto vicino lanno di nascita e ancora non basta a distinguermi (ma quante gemelle diverse ci sono?!)
Provo con nomi che mi sono sempre piaciuti, tipo Ginevra, Rebecca, Eleonora… macché… pieno zeppo. Forse dovrei usare aggettivi descrittivi come
alta”, intelligente”, timida”, altruista”, ma lo trovo banale. No, meglio concentrarmi sul nome, un nome che non ha usato nessuna… Ah, ecco, ci sono! Mi viene in mente un film che ho visto in tv qualche giorno fa: Agorà”. Mi aveva incuriosito perché era il nome che volevo dare a una mia associazione culturale con scopi socializzanti e riservata agli over 50, ma questa è unaltra storia. Nel film si racconta di Ipazia, una filosofa di Alessandria, femminista, che finisce ammazzata per le sue idee. Mi sembra che mi rappresenti bene, anche se non sono unintellettuale. Provo a digitare Ipazia” e il sistema lo accetta. Evviva! Mi piace il mio nickname perché chi non conosce la filosofa può anche pensare che sia una storpiatura di pazza e quindi mi convince ancora di più. Rende lidea di come mi sento in questo momento: ribelle e pazza.
Ora devo rispondere a qualche domanda scema. Mi sembra più che ragionevole che alla mia futura dolce metà interessi sapere se fumo, ma non capisco perché dovrei fare sapere al mio potenziale innamorato qual è il mio reddito. È ragionevole dichiarare se si hanno tendenze alcoliste, anche se nessuno sano di mente lo direbbe: infatti il 90 per cento degli iscritti dichiara di
bere solo in compagnia” e solo il 10 per cento di non bere affatto. Stesso discorso con le droghe: le aborrono tutti, nessuno escluso. Capisco che il mio potenziale principe azzurro voglia sapere se sono vegetariana o meno, ma elencare tutti i cibi che amo e quelli che odio mi sembra eccessivo. Ho convissuto felicemente con un amante delle bistecche al sangue senza mai assaggiarne una e questo (la bistecca, intendo) non ci ha mai creato problemi.
Ed ora il punto cruciale: il mio ideale d
uomo. Che non ho e quindi ho già risposto un banale non so”. No, non va bene: potrebbero pensare che sono una di bocca buona e potrei diventare lultima spiaggia di disgraziati che nessuno ha voluto.
Allora mi spremo le meningi e poi scrivo:
Intelligente e che conosca la grammatica italiana”. Non è che io sia una persona colta o intellettuale, però mi danno fastidio le persone che sbagliano i congiuntivi o che non sanno mettere in fila due parole di senso compiuto. Sarà sufficiente?
Ora le domande si fanno sempre più noiose. Devo elencare Hobby (non ne ho, cosa mi invento? Scrivo cinema anche se è banale), Collezioni (le odio!), genere di film preferito, musica che ascolto, cantante preferito, attore e….Basta!
Noto che non si chiede il genere di libri preferito, evidentemente le ricerche di mercato hanno confermato l
assenza di appeal di uninformazione del genere. Invece interessa molto sapere quale parte del corpo di un uomo guardo per prima. Gli occhi? Farà una bella impressione? O meglio le mani, un classico?
Che noia, mi sto già demotivando. Vado avanti ancora un po
a rispondere a queste idiozie e poi…E poi mi dicono che sono iscritta. Meno male!
Ciao Ipazia e benvenuta tra noi. Ecco per te una selezione di uomini!”
Oddio, di già?! Mi sto un po
emozionando, lo confesso. Se tra questi ci fosse davvero luomo capace di farmi palpitare di nuovo? Ma quanti sono?! Avranno fatto una scrematura prima in base alle mie richieste? Clicco su uno a caso e mi dicono che posso vedere la sua foto solo se pago una tariffa di iscrizione. Ma se non pago? Posso leggere ugualmente il suo profilo. Bene, non mi importa della foto. E poi non ce lho un tipo di fisico ideale. Mi sono piaciuti uomini belli, brutti, alti, bassi, magri, grassi, con baffi e senza… e mi corre l’obbligo di specificare che  piaciuti non vuol dire per forza frequentati! Inoltre uno che non ha messo la foto mi è istintivamente simpatico perché è quello che ho fatto anche io. Tanto le foto non dicono niente. Difficile trovarne una che ti rappresenti davvero. E poi magari mi colpisce laspetto di un tizio e poi si scopre che era la foto del liceo e quando lo incontri di persona manco lo riconosci. Meglio lasciare un podi mistero. Fai tu la prima mossa. Scrivigli!” Suggerisce il sistema operativo.
Io? Ma siamo matti? Sono loro che mi devono scrivere per primi, io non faccio proprio nulla! Ai miei tempi non mi sarei mai sognata di fare la prima mossa con un ragazzo, perché dovrei farla ora?
Il sito suggerisce anche una serie di contenuti possibili per la prima missiva, in caso il mittente sia timido o semplicemente pigro. Il tenore è questo:
Le nostre visioni della vita a due sembrano corrispondere. Mi piacerebbe saperne di più sui tuoi gusti e i tuoi desideri! Non esitare a consultare il mio profilo e, soprattutto, a dirmi le tue impressioni (anche negative).”
Mi rifiuto di prendere a prestito le parole precotte e, nell
attesa che qualcuno si decida a scrivere, mi faccio un viaggio nei vari profili, affascinata dalla scelta dei nickname da parte di questi potenziali miei futuri fidanzati. Sembra che, di là del muro, il mio ipotetico principe azzurro, abbia avuto i miei stessi problemi nello scegliere un falso nome dietro il quale celare qualsiasi tipo di natura, anche quella di un assassino. Non sapere chi si nasconde sotto quel nome fittizio rende meno facile giudicare gli altri, ma allo stesso tempo è inevitabile che fornisca qualche indizio.
Partiamo dai basici, quelli che giustamente dicono “io ci metto il mio nome di battesimo e basta” o al massimo, chiamandosi Franco, decidono di darsi una botta di originalità e per mimetizzarsi (metti che qualcuno leggendo Franco capisca che sono io?) decidono di cambiarsi nome e si trasformano in Gianni (astutissimi!). Ma scopriranno ben presto che il piano “anonimato garantito”, fa acqua da tutte le parti e che altri maschietti hanno avuto la loro originalissima idea (magari dei Gianni che si sono trasformati in Franco!) e anche se ti butti su Franck, Franc, Frankie, Francis, Francisco o Frankino, è difficile che tu sia il primo della lista. Perfino i doppi nomi come Paolo Massimo o Gianfilippo sono superinflazionati, sia uniti che divisi, anche se di AlbertoMarioFilippoMaria ne ho trovato solo uno. Megalomane, ma mi intriga e quindi lo metto tra i preferiti.

A un certo punto ne spunta uno che si firma semplicemente Uomo. Lo trovo geniale. Finalmente qualcuno che esce dal coro! Deve essere un bel tipo questo. Semplice, diretto, ma sicuramente anche profondo. Vado trepidante a vedere il profilo. Leggo avida: “Sono un uomo che gli piace fare sport e vorei divertirmi”. Ah ecco! Ora ho capito perché si era chiamato Uomo: per pochezza, non per raffinatezza. E pensare che il sito mi calcola un’affinità con lui del 67 per cento. Scusate ma dove avete cestinato la mia specifica richiesta: deve conoscere la grammatica?

2024-07-19

Aggiornamento

Il web magazine Osservatorio Senior ha pubblicato la mia storia e quella del romanzo che ho scritto! al link trovate tutto! https://osservatoriosenior.it/2024/07/lamore-non-ha-limiti-di-eta/ anche sui social. Grazie!
2024-07-05

Telenova – Metropolis

A questo link potete vedere la registrazione della diretta. Il mio intervento è al minuto 28. https://www.telenova.it/programmi/attualita-e-approfondimenti/metropolis/metropolis-05-07-2024/
2024-06-28

TELENOVA

Nella trasmissione Metropolis condotta da Stefania Cattaneo si parlerà del mio libro e della campagna su Bookabook, ma soprattutto di amore nel "Terzo tempo" della vita. Un argomento di grande attualità.

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Paola Blandi
Sono nata a Milano, città che amo e che ogni tanto lascio per andare in Australia, da figlio e nipote.  
Diplomata attrice alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, il mio palcoscenico sono state le prime radio libere, da Radio Montecarlo a Novaradio. Come paroliera ho scritto canzoni per Mina, Vanoni, i Puffi. Poi la tv, come giornalista professionista, in redazione e sullo schermo a Telenova per le news.
Lasciato il piccolo schermo non ho mai smesso di lavorare, seguendo la comunicazione di varie realtà, tra cui l'Orchestra sinfonica di Milano.
Curo un blog di recensioni letterarie e con il progetto latuavita.it racconto le vite degli altri.
Ho pubblicato romanzi d’amore con Mondadori e Fabbri e biografie di cantanti con le Edizioni Lo Vecchio, ma il mio primo libro “Storia di un diavolo che in fondo era un buon diavolo” l’ho scritto in prima elementare. E non mi sono più fermata.
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