Un gruppo di ragazzi, tra i quali non scorre inizialmente buon sangue, a causa di litigi passati, si trovano davanti uno strano cubo di Rubik che, almeno in apparenza, sembra irrisolvibile. Dopo settimane di tentativi riescono a capirne il funzionamento e ricevono il messaggio del padre di Murray che, secondo quanto recitato dal messaggio, sarebbe bloccato in un universo parallelo. Per salvarlo dovranno mettere da parte l’orgoglio, mettere via ogni rancore partire in un’avventura all’insegna dell’amicizia. Nessuno sa dove li porterà la Mitica, l’antica nave vichinga che i ragazzi trovano. La sola cosa che sanno è che se lavorano assieme ce la faranno.
Perché ho scritto questo libro?
L’idea di questo libro nacque un pomeriggio di una giornata piovosa di autunno. Ero in casa e stavo attraversando un periodo difficile. Avevo discusso con una persona con cui tenevo molto e sembrava che mi stesse cadendo il mondo addosso. Ero steso sul letto quando mi s’illuminò la lampadina: -E perché non scrivi un’autobiografia su ciò che ti sta succedendo? Perché non la racconti questa storia che potrebbe essere interessante? Così ho accesso il computer ed ho cominciato a scrivere.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Capitolo 11
Dure verità Dove si scopre che la verità può fare male ma alla fine la accetti mente le bugie invece sembrano che facciano bene ma alla fine feriscono più della verità.
l ragazzo, giunto a casa, si diresse subito nello scrittoio per vedere di trovare la lettera che aveva visto il giorno prima. La trovò, la fotografò e infine la mandò per messaggio ad Alexia. Una volta mandata la foto la aprì e la lesse. I Cara Compagnia dei Porti Incantati per mia sfortuna sono rimasto bloccato nell’ultima prova per raggiungervi. Ho inviato il cubo che mi avete dato assieme alla nave in cerca di aiuto. Spero che arrivi al più presto allo stesso modo in cui lo sperate voi, dico bene o dico giusto? Saluti il vostro Simons Roove. Non ci credeva. Non riusciva a credere come sua madre per sedici anni gli avesse potuto dire una bugia tanto grande. -Ora si spiega tutto!- Pensò, il cubo, la nave ed i diari che, anche se lui non lo aveva mai detto a nessuno, avevano una scrittura famigliare.- Era furioso… molto furioso, prese il pacco delle lettere e disse fra sé e sé: -Questa volta me la dice tutta la verità!!!-
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Passò circa una mezz’ora, fu la più lunga per il ragazzo, ma alla fine sua madre suonò il campanello. -Ciao Murray come stai?- -Bene ehm… dopo hai cinque minuti?- -Sì, mi cambio ed arrivo. Devi dirmi qualche cosa?- -Sì ma non preoccuparti.- Sarah andò in camera, si cambiò, e tornò da suo figlio per vedere cosa fosse successo. -Dimmi, cosa c’è?- -Mi stupisco di te!- Disse il ragazzo con tono sorpreso. -Di me?- -Sì di te!- -E… dimmi un po’ cosa avrei fatto?- -Mentirmi per sedici anni. Mi hai fatto credere che fosse morto, scomparso, ma questa risale a venti giorni fa. Come la spieghi?- La mamma prese la lettera. -Io credevo che…- -Cosa che fosse morto? Andiamo sputa fuori la verità!- -Ok, poco prima che tu nascessi tuo padre è partito con una vecchia nave vichinga e… non è più tornato. Credevo che…- -Fosse morto? Strano. Per sedici lunghi anni ho pianto in una tomba vuota e tu lo sapevi!- -Sì… beh… non proprio…- -Andiamo madre non puoi continuare a mentirmi all’infinito. Dico bene o dico giusto.- -Sì lo so. Quella frase dove l’ hai trovata?- -In uno dei dodici diari di mio padre. perché? Che ha di tanto speciale?- -Lo sapevo.- Disse la madre quasi sorpresa -Sapevi cosa? Dimmelo avanti!- Passarono alcuni minuti di silenzio -DIMMELO AVANTI!- Finì la frase e Murray, dopo avere sentito il campanello suonare, dovette corre ad aprire la porta . Alexia e Lorenz si erano precipitati a casa dell’ amico perché sapevano,dopo quanto era successo, che avrebbe discusso con la madre ma, ormai, era troppo tardi. -E… voi che ci fate q…qui?- Chiese incuriosito. -Facci entrare!- -Al momento sono occupato.- Il ragazzo andò per chiudere la porta ma Lorenz glielo impedì mettendoci un piede in mezzo. -Cosa vuoi anche minacciarla per farti dire la verità.- -A cosa ti stai riferendo Ale?- Chiese il ragazzo mantenendo sempre chiusa la porta. -Sappiamo che sei arrabbiato con tua madre per quanto successo ma ti prego facci entrare.- -NON SONO COSE CHE VI RIGUARDANO!-
-Lo sappiamo ma… forse, e dico forse, abbiamo trovato il motivo per cui tua madre ti potrebbe avere mentito fino a oggi!- Il ragazzo non sapeva ancora una volta se dare ascolto all’istinto e farli entrare o se ascoltare la mente e lasciarli fuori. -Dai venite d…dentro.- I ragazzi entrarono e si diressero nel salotto dove Murray e sua madre saltavano discutendo. Si sedettero attorno ad un tavolo sul quale erano collocate tutte le lettere di Simons che il giovane aveva trovato. -Eh… amico leggi qua.- Disse Alexia.-Questo è il motivo per cui tua madre per sedici anni ti ha mentito.- La ragazza aprì un diario e andò a pagina 110. Ancora una volta compariva il numero dieci. -Che stupido!-Disse il ragazzo tra sé e sé. -A cosa ti stai riferendo?- Chiese sua madre. -Quando entrai in una grotta, assieme ai miei amici, trovai un biglietto su cui c’era scritto che tutto accadeva alle dieci e ancora una volta la risposta alla mia domanda in che pagina era? A pagina centodieci e il dieci torna ancora una volta.- Murray prese il diario e iniziò a leggere a voce alta. Caro diario anche oggi è un giorno in meno che mi rimane da vivere. Sono ancora bloccato nella terza prova per raggiungere Cabot Cove. So che prima o poi mio figlio, in qualche modo, verrà a sapere la verità ma voglio che sappia che non deve venire per nessun motivo a cercarmi. Il luogo in cui sono intrappolato è molto pericoloso e difficile da raggiungere. Ancora una volta il ragazzo era sconvolto. Non riusciva a placare quella sensazione di inutilità. Sapeva che suo padre era vivo e ciò lo faceva stare bene ma, al tempo stesso, si sentiva inutile nel non essere ancora riuscito a salvarlo. -So che sei sconvolto per quanto successo ma,ti prego, devi dargli ascolto!- Disse la madre. -Quindi dovrei rinunciare a salpare?- Rispose il figlio in modo duro. -CHE… che significa salpare?-
-Sì beh… vedi… non te l’ho mai detto ma abbiamo già trovato la nave che, probabilmente, è la stessa che ha usato mio padre.- -Quindi tu vorresti ignorare il suo messaggio e partire?- -Senti vogliamo entrambi che mio babbo torni a casa e proprio per questo voglio dargli una mano!-
-Ok… hai ragione, ma non salperai. Ci sono troppi pericoli! Non…- -Cosa riuscirebbe ad affrontarli da solo?- Disse Alexia a sua madre. -Sì esatto. Se non c’è riuscito suo padre, come può riuscirci lui?-
-Perché non salperà da solo!- -Ah e chi salperebbe con lui lo spirito santo per caso?- -NOI. Tutti noi salperemo con lui!- -Perfetto quindi oltre a mio figlio ne devo avere altri due sulla coscienza se per caso dovesse succedere qualche cosa!- -E che cosa vorresti dire?- Chiese Lorenz incuriosito. -Vuole dire che se volete salpare dovrete dirmi il giorno di partenza, su che nave siete e portare con voi i telefoni!!!- I tre ragazzi si guardarono a vicenda e annuirono. -Ok… Accettiamo le condizioni madre.-
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