Cosa accade quando le ‘prime volontà’ di un bambino si intrecciano con il testamento emotivo di un adulto?
Ne nasce una fusione che solleva dalla frenesia quotidiana. Ogni cosa diventa un luogo in cui il senso di sè si dissolve, e ci si sente connessi ad una realtà più alta.
Allora la vita non appare più come una linea retta da percorrere, ma una spirale ascendente di evoluzione reciproca, denudandosi della materialità, lasciandone essenza vitale pura.
Dalle radici delle parole-spirito di una bambina si innalzano i rami al cielo attraverso le braccia di una mamma, rammentando che lo scopo ultimo della vita è ricreare, trasformare le proprie esperienze in luce, ritornando a una coscienza di puro amore.
Le Parole che fanno dell’Amore, l’Amore vuole essere uno sguardo tenace di meraviglia all’esistenza, uno scudo per i dubbi insinuati, una mappa per districarsi nel caos di input generati dalla società, ma soprattutto un abecedario emotivo per chiunque senta il diritto di essere amato.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo testo nella primavera del 2018 dopo aver raccolto le parole di mia figlia fra i 2 e i 4 anni, riportandole in dialoghi reali. Parole che spingono ad esprimersi profondamente e non rimanere mondi a noi stessi sconosciuti.
L’ho scritto per ispirare sentimenti luminosi, per incitare a sovrastare le situazioni contrastanti ed estenuanti, traghettando l’universo interiore in incoraggiamento che afferma, un respiro che trasmuta gli stati d’animo in energia essenziale, in creazione.
* nell’acquisto di ogni volume, è compreso in omaggio anche l’ebook
ANTEPRIMA NON EDITATA
Non vivere un tempo diluito, perché quello che fa la vita, è quel tempo condensato di abbracci e di baci, di slanci amorosi. Non è necessario saper scrivere poemetti o eccellere in ogni cosa che fai. L’importante è eccellere nelle intenzioni e eccedere nelle dosi di amore e di abbracci.
Sul comodino ho un libro che narra di vita terrena e vita nell’aldilà. Una lettura che dà luce allo spirito e cancella ogni sorta di solitudine.
Angeli custodi belli come dei marcantoni, anime che si prendono cura di noi e un luogo dove non esistono confini di spazio e tempo, il nostro cuore. Questa è la vita terrena, non l’aldilà.
Strana è la scintilla che ha acceso in me questa lettura. Alla fine di tutto la neve sciolta ha lasciato scoperto la cima su cui troneggia solamente la parola Abbraccio!
Grazie all’abbraccio di qualcuno sentiamo di esistere, di essere tangibili. È un invasione provvidenziale di sentimento, un abbandonarsi e un affidarsi che salda due esistenze.
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Molte anime naturalizzate terrestri scordano di essere ciò che sono quando rinunciano agli abbracci. Perché l’abbraccio avvolge il corpo e tocca l’anima, incarta delicatamente i nostri sentimenti e li ammorbidisce. Le braccia che si intrecciano sciolgono il male diventato gesso.
Un abbraccio è essenza di motivazione, uno scambio di comprensione in una felice esaltazione.
Non possiamo riavvolgere il nastro della nostra esistenza, eppure un abbraccio può risultare il cancellino degli sbagli sentimentali, rilascia un eco che cancella scritture di vita sbagliate.
Mai dovremmo, alla fine dei nostri giorni, avere il rimpianto di non aver baciato abbastanza.
“Quando sei di buon umore, mi viene sempre voglia di baciarti!” Sorriso chiama bacio.
Un primo bacio è un immenso miscuglio, guance accaldate, fiamme di imbarazzo. Un oceano ardente che non riusciamo a controllare, un mondo attorno che non ci frena.
Abbiamo nostalgia di labbra che trasmettono calore, di baci sdraiati sull’erba, di baci fatti di due respiri per sopravvivere. L’amore ha bisogno di parole che a volte non vengono pronunciate, per questo desideriamo prenderle dalla bocca di chi amiamo.
Tuttavia, quell’istante prima del bacio, quel secondo in cui realizziamo di dover assolutamente baciare è un momento altrettanto fantastico. Così fantastico che merita un piedistallo anche da solo.
Sarebbe qualcosa che sapremmo di dover fare, se avesse un nome. È un po’ come tentare di definire la fase del decollo, del volo e dell’atterraggio insieme. Qualcosa di aerodinamico come l’Angolo d’Attacco. Amoroso.
E allora a un amico che si lamenta della sua nevralgia intercostale chiederemmo: “Hai provato con l’Angolo d’Attacco Amoroso?”
L’Angolo d’Attacco Amoroso ha il passo da soldato, il volo sicuro di una tuta alare, le braccia strette come una morsa, ma morbide come l’ovatta e un’irrorazione periferica completa agli angoli più remoti e arcaici del nostro corpo. È un trasportino di molecole di giovinezza. L’approccio giusto alla vita.
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