Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Lo specchio dei sogni celati

740x420 - 2024-10-17T111316.186
25%
151 copie
all´obiettivo
84
Giorni rimasti
Svuota
Quantità
Consegna prevista Luglio 2025
Bozze disponibili

Nella dimora celeste e misteriosa, echeggiano segreti che s’intrecciano con le vite di famiglie diverse. I Narrour, aristocratici legati alla casa da antichi legami, vi hanno lasciato le loro storie, impresse nelle mura. La famiglia Crane, guidata dal biologo Ernest, cerca un rifugio di pace, ma le figlie presto scoprono una magia dimenticata nelle ombre della villa. Gli Inkthread, ladri abili e ambiziosi, inseguono ricchezze, ma trovano forze oscure. Infine, la giovane Anahita, figlia di esploratori, percepisce i racconti che la casa custodisce.

Tra epoche e destini, queste famiglie rivelano emozioni profonde e avventure che sfidano il confine tra realtà e magia. Un racconto corale sul potere dei ricordi e il fascino delle leggende, dove la meraviglia dei luoghi si unisce a sogni e dolori nascosti, e l’incanto è nelle parole dette e quelle tenute nel cuore.

Perché ho scritto questo libro?

Che effetto hanno le parole sul corpo? Nella vita quotidiana, spesso diamo più importanza alle azioni, dimenticando che ciò che diciamo lascia un’impronta profonda. Le parole belle risvegliano emozioni e possono far vibrare l’anima, mentre quelle negative lacerano e fanno male. Alcuni smettono di sognare a causa di ferite invisibili, mentre altri trovano forza in espressioni gentili. Questa storia fantasy nasce dalla mia ricerca di parole capaci di riportare luce e colore nelle vite di tutti.

ANTEPRIMA NON EDITATA

La festa era piena di amore, risate, applausi e auguri, anche quando i camerieri avevano portato un’immensa torta di mascarpone e frutti di bosco. Quattro piani di crema lilla ricoprivano ogni superficie e piccole mirtilli, lamponi e fragole circondavano l’esterno creando mura di frutti di bosco. In cima, una piccola statuina di Annabelle vestita del suo capo blu preferito con uno dei suoi libri in mano. Anche se era solo una statua, la figura incapsulava in pieno la magia di quella donna e raccontastorie. Era una miniatura che evocava la sua capacità di raccogliere attorno a sé le anime del mondo. Infatti, non fu strano vedere come anche le lucciole fossero attratte dalla piccola Annabelle e le volassero attorno proprio come avevano fatto con la versione in carne ed ossa.

Gli invitati avevano alzato i calici alla coppia celebrando l’anniversario e la pubblicazione del quarantesimo libro, ma la vera attenzione era su Annabelle, per volontà del marito. Il signor Narrour era coinvolto in ogni momento dell’evento, assicurandosi che i piatti preferiti della moglie profumassero fragranti proprio secondo il gusto dell’amata, che l’orchestra suonasse le melodie preferite della moglie, che le statue fossero posizionate correttamente e che l’illuminazione raggiungesse ogni angolo per irradiare di vivacità quel momento senza disturbare il bosco, lasciandolo volontariamente al buio per non disturbare la fauna tanto cara ad Annabelle.
Continua a leggere

Continua a leggere

Aveva anche dato il cenno ai camerieri per portare quella torta, su cui aveva dato non poche indicazioni ai pasticceri per renderla di un violetto, che Annabelle narrava spesso nei suoi racconti. Aveva fornito tutta la frutta necessaria e pagato perché ogni ingrediente utilizzato fosse fresco e profumato. Aveva dato tutto sé stesso per creare uno scenario che avrebbe potuto anche essere tratto da uno dei libri dell’amata. Voleva farla sentire parte di una delle sue storie, voleva darle modo di immedesimarsi nei suoi personaggi preferiti e di provare quella meraviglia che i suoi lettori avevano imparato ad amare.

Lo sguardo di Annabelle era tutto ciò che ambiva a vedere. Gli occhi della moglie si erano illuminati fin dal momento in cui era uscita di casa per recarsi alla festa all’aperto, e con il passare del tempo erano diventati stelle luminose. Ad ogni postazione che visitava, ad ogni portata che veniva servita, ad ogni cambiamento di melodia per iniziare una nuova sinfonia, Annabelle cercava con gli occhi suo marito e infondeva in lui tutto l’amore che nemmeno le sue preziose parole sarebbero riuscite a comunicare. Per Friedrich era sufficiente. Era tutto ciò che desiderava. Quello sguardo, quegli occhi che l’avevano catturato la prima volta e avevano accolto la sua anima, gli avevano dato una dimora; quel modo tutto speciale di Annabelle di ancorarlo a terra e di elevarlo al di sopra di tutto e di tutti, quelle gemme preziose che lo ammiravano con gentilezza e stupore erano ciò che lo animava ogni singolo giorno. Da quando l’aveva conosciuta, non aveva più potuto fare a meno di quegli occhi e aveva cercato di mantenerli così luminosi e stupendi ogni giorno di quella che era diventata la loro quotidianità matrimoniale. Poterle mostrare e celebrare l’amore che provava per lei con un evento dove tutti gli affetti e gli amici cari fossero lì anch’essi per acclamarla, era il suo modo di ringraziarla per gli anni passati insieme, per la gioia che infondeva in ogni cosa e per aver portato incanto e meraviglia anche nei più piccoli avvenimenti mondani.

“All’arrivo della torta, si erano guardati ancora e lui le aveva condiviso il più piccolo dei sorrisi, come a nascondere un segreto che solo loro due potevano comprendere, e le aveva alzato il calice. “Sei una sirena, un gioiello, un incanto che proteggerò per la vita”, le aveva detto al centro della pista da ballo con il bicchiere ancora in cielo. “E che i nostri amici abbiano sempre la fortuna di vivere delle tue parole.” Un applauso, un coro di esclamazioni gioiose e i camerieri avevano iniziato a marciare nelle diverse direzioni per fornire fette di torta a tutti gli invitati. Una processione di piatti e di nuovi calici venivano predisposti sui vari tavoli, altre bottiglie venivano stappate e piccoli cupcake e dolcetti vari venivano trasportati all’esterno per appoggiarsi sul banchetto immenso, precedentemente dedicato alle portate del buffet. Lilla, celeste, rosso, porpora, arancione, giallo; l’arcobaleno era rappresentato sotto forma di leccornie di tutti i gusti e le luci illuminavano questi pasticcini rendendoli ancora più invitanti e golosi.

Tutti erano felici. Gli invitati erano impegnati a mangiare e a godersi le prelibatezze presenti attorno a sé. I bambini danzavano ancora al centro della pista da ballo, altri dormivano accoccolati ai genitori seduti ai tavoli. Le lucciole si erano posate sulle strutture in legno, creando corone di luce sulle teste degli animali. L’orchestra aveva iniziato una melodia più soave e delicata, preludio al riposo della notte. E la coppia Narrour si trovava in un angolo, vicino all’arco dei libri, abbracciata mentre danzava al ritmo di una musica che sentivano solo loro. “Tutto questo è per te, mia cara”, Friedrich le aveva dato un bacio veloce sulla guancia, tanto fugace da non essere notato da nessun altro che da loro. “È tutto meraviglioso. Un sogno”, sorrise lei. “Spero che tutto questo non ti abbia tolto troppe ore dal tuo lavoro”, aggiunse abbracciandolo. “Amore mio, tu sei il motivo per cui ho una dimora. Questa villa celeste non esisterebbe senza di te, non sarebbe una casa senza di te. Tu sei ciò che mi invoglia a svegliarmi al mattino e il motivo per cui smetto di lavorare la sera”, la cinse a sé più forte. “Guardati attorno. Non porti magia solo nella mia vita, ma in quella di tutti loro”, sospirò. “Tu sei l’incanto da cui nessuno di noi vuole più risvegliarsi.”

La serata trascorreva leggiadra tra melodie e poesie d’amore sussurrate dagli amanti Narrour. I calici venivano riempiti e svuotati velocemente. Le risate risuonavano nell’aria fino a illuminare anche il bosco di un’affettuosa aura senza confini. Gli animali, seppur distanti, sembravano percepire quelle vibrazioni di energia positiva e la notte scendeva con il suo manto di stelle per adornare di meraviglia anche il cielo sopra le teste di quei fortunati.”

“Nel manto della notte, anche Dravsna guardava quell’amore abbracciato da un’aura candida come i petali dei fiori estivi. Con i suoi antichi occhi, vedeva il velo del loro affetto che avvolgeva i due amanti e li proteggeva dal resto, un tessuto ricamato di parole di adorazione l’uno per l’altra e con perle d’oro che si illuminavano sotto lo sguardo della luna piena. Una visione eterea per una creatura come Dravsna, che da secoli proteggeva il bosco, diventato la sua dimora, ma che ora condivideva e apriva con grande gioia anche alla sua protetta Annabelle. Un amore così era raro da vedere negli umani. Loro, che nei secoli si erano dimostrati abili guerrafondai e irascibili combattenti, non avevano mai mostrato tanta devozione l’uno verso l’altro. Le loro aure erano grigie, offuscate da anni di soprusi, invidie e desideri di conquista. Ma i due amati Narrour, i due giovani amanti che erano arrivati a mettere radici tra gli arbusti del bosco, avevano portato nuove speranze agli abitanti della selva. Quel velo invisibile agli occhi di tutti tranne di Dravsna era cresciuto insieme agli sposi, fino a diventare un mantello di pregiata meraviglia che copriva e avvolgeva i due giovani, brillando e impreziosendosi di ricchezze ogni volta che l’uno nutriva il proprio amore per l’altra e viceversa.

La notte procedeva con il suo ruolo di dominatrice del regno notturno e le ore passavano in fretta durante i festeggiamenti. Quando ormai era così tardi che anche gli ultimi invitati non potevano più rimanere, i camerieri avevano iniziato a sparecchiare, a rimuovere le pietanze e a pulire. Dopo un’ultima danza, che seguiva solo il suono del vento del bosco, i Narrour avevano dato la buonanotte ai dipendenti e si erano incamminati verso casa ancora abbracciati.

Allo spegnersi dell’ultima luce del giardino, sotto il fascio lunare, una piccola perla d’oro brillava nascosta nell’erba. Separata dalle compagne e sciolta dalla presa del velo d’amore, Dravsna l’aveva raccolta per osservarla. Un lato era nero, corroso e sgretolante. Sul manto d’erba, lì dove si era appoggiata, aveva rilasciato una polvere altrettanto scura che aveva annerito anche i ciuffi di vegetazione. Dravsna si girò verso la finestra della camera matrimoniale dei Narrour. Il glicine che aveva iniziato ad abbracciare la vetrata si era ritratto volgendosi verso il basso, facendo ciondolare le proprie radici, come a non voler più toccare l’esterno di quella camera. “Cosa succede?” sussurrò Dravsna alla pianta. Un petalo del più alto dei fiori di glicine si staccò per dondolare a terra, fino ad arrivare al palmo della creatura. Al centro del petalo, una piccolissima rugiada rossa gocciolò fino a toccare il suolo, lasciando il fiore bianco con una macchia purpurea che, poco dopo, si bruciò. “Non lasciatela sola”, li ammonì Dravsna, mentre tornava nel bosco. Si concesse solo un ultimo sguardo veloce per vedere i fiori di gelsomino ritornare ad attecchire attorno alla finestra, rilasciando un profumo che arrivava fino alla soglia della selva.”

Troverai qui tutte le novità su questo libro

Commenti

  1. (proprietario verificato)

    Margiii 🤩🤩🤩 super brava 💪🏻💪🏻💪🏻🍀 attendo il
    Libro per la mia lettura estiva 💛

  2. Valentina Zanatta

    (proprietario verificato)

    Che bello Margi!! 🤩 Non vedo l’ora di avere una copia tra le mani e leggere questa storia! 📚

Aggiungere un Commento

Condividi
Tweet
WhatsApp
Margian Laganà Ghadimi
Margian respira parole, le inala. Le accoglie con una tale forza che è assurdo che non riesca a dire due cose in croce. Ma lei predilige la scrittura e lì, dove la voce non riesce a farsi sentire, l’inchiostro le permette di comunicare tutto ciò che porta dentro. Sembra una persona in difficoltà quando parla, e forse lo è, ma è perché ha troppo da dire, niente da dire, non sa cosa dire. Insomma, meglio scrivere.
Un’anima antica la sua, una Nonna Salice, che trova la sua dimensione nel cuore della natura e accanto ai suoi meravigliosi, e rumorosi, cani.
Il suo superpotere? Colleziona libri, che poi dimentica di avere.
Margian Laganà Ghadimi on Instagram
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors