Voglio raccontarvi anche di come sono arrivato a decidere di fare il Cammino di Santiago, di come ho fatto a scaricare la versione gratuita di Spotify per trenta giorni per ascoltare musica lungo le tappe, di come ho deciso di iscrivermi ad Amazon Unlimited per leggere qualche pagina di libro su una grande scogliera che affaccia sull’oceano Atlantico (ah, anche questa è la versione gratuita per trenta giorni!). Ebbene, sono arrivato a fare una scelta del genere perché, prima, ho voluto, un po’ spontaneamente e un po’ spinto dalle circostanze, fare un viaggio dentro me stesso. L’ultimo anno accademico – perché ormai è passato quasi un anno dal giorno della mia laurea in Economia – è stato uno dei più intensi della mia vita, ricco di esperienze e di nuovi incontri.
Mi sono laureato con buoni voti e ho fin da subito trovato uno di quei lavori che consentono di percepire un buon reddito, cosa che, al momento, non è così scontata. Ebbene, penso che sia stata una bella esperienza, eppure, nelle società di consulenza, in cui solitamente è presente una forte gerarchia, non c’è spazio per chi ha dentro di sé grandi crepe dal punto di vista caratteriale e umano. Secondo me, bisogna avere una buona dose di autostima, avere anche le idee chiare su che cosa si vuole fare della propria vita e su dove si vuole andare. Io penso che non sapessi neanche chi fossi in quel momento: volevo, volevo e pretendevo. E nel mondo del lavoro, solitamente, le pretese che tu hai nei confronti degli altri ti si ritorcono contro. E quello è il momento in cui devi prendere posizione!
Risultato: dimissioni dall’oggi al domani. Ciao a tutti, arrivederci, e forse neanche un grazie. Come se non bastasse, la ragazza con la quale ero fidanzato rientrò dall’Erasmus. Tempismo (im)perfetto: dopo circa tre-quattro giorni di continue discussioni e litigi, ci lasciammo. Quello per me fu un giorno importante, in cui riscoprii il perdono. Avevo sbagliato per così tanto tempo che non mi rendevo più conto di nulla. Ero talmente pieno di sensi di colpa che, smarrito profondamente, mi rifugiai in una chiesa dietro al posto di lavoro. Non ci entravo da anni in una chiesa, e non voglio parlare del tempo trascorso dall’ultima volta in cui avevo varcato la soglia di un confessionale. Pensai che, quel giorno, tutte le pietre con cui era stato costruito l’edificio mi sarebbero crollate addosso. «Di’ un’Ave Maria e un Padre nostro» mi disse invece il parroco. Ma come? Basta davvero così poco?!
Affamatissimo di perdono, trascorsi almeno un’ora al giorno a messa (a volte mi capitava di andarci anche due volte). Per un momento credetti di stare bene; mi sentivo sul pezzo e, da quello che ho compreso leggendo diversi saggi religiosi, vissi uno di quei momenti di santità terrena, in cui si speri mentano un silenzio e una forte quiete, una grande pace. Avevo trovato la mia roccia al di fuori di me. Mi iscrissi a un corso d’inglese e, nel giro di poco tempo, ritrovai un lavoro, ovvero uno stage in un’altra società di consulenza IT per l’implementazione e la manutenzione dei processi aziendali. Volevo provare: mi era sembrato un ottimo colloquio e quelle che avevo davanti mi erano parse due persone molto decise e sicure di sé. «Ok, accetto!» dissi.
Ero così contento quel giorno: ricordo di aver dormito di gusto durante il pomeriggio e la sera sarei uscito con degli amici e “amici di amici” a bere qualcosa. Eppure, alle 20:15 circa, scoppiai a piangere abbracciato al mio amico, dicendogli: «Remo, mi ha scritto Lei. Dice che vuole vedermi. Che cosa vuole da me? Io non ci voglio più avere niente a che fare!». La mia determinazione durò giusto fino al pomeriggio del giorno dopo. Appena incontrata, mi sciolsi davanti ai suoi occhi che, come avevo avuto spesso il piacere di dirle, sorridevano. Poi ho invece scoperto che non sarebbe stato tutto rose e fiori. Prima di rimetterci insieme ci eravamo promessi di non arrabbiarci più per cose stupide e di viverci la storia con più serenità rispetto a prima. Per paura di perderla ancora, evitai del tutto le discussioni, di far valere le mie ragioni. Cercai di sopprimere le mie emozioni, smettendo di vivere e cadendo in qualche modo in un mutismo selettivo. La mia mente lavorava costantemente, come se fosse la turbina di un aereo accesa su una pista di atterraggio, pronta alla partenza… ma questo aereo non decollava! Lavoravo da lunedì a giovedì in trasferta e soltanto tre giorni – venerdì, sabato e domenica – li trascorrevo a Milano, spesso senza vederla. Non stavo bene con nessuno, ancor meno con me stesso. Avevo perso peso, e il sorriso. Non mi facevo neppure una canna perché non sapevo come il mio corpo avrebbe reagito.
Volevo chiudere la storia il prima possibile, augurandomi che poi sarebbe andato tutto bene. Eppure, mi fermai: non ci capivo più niente. Il fatto che al lavoro preferissi il silenzio e che non volessi più espormi mi fece capire che questo mutismo avrebbe influito molto sulla mia carriera lavorativa. Perciò, decisi di rivolgermi a un terapeuta che mi aiutasse, che cercasse di capire insieme a me che cosa mi stesse succedendo. Fu lì, in quel momento, che incontrai R. Nel frattempo, continuavo a dire a chi mi stava vicino che andava tutto bene. Ricordo le dure ma necessarie parole di uno dei miei più cari amici, che mi guardò negli occhi e mi disse: «Tu dimmi che va tutto bene ancora una volta e io non ti rivolgo più la parola». La stessa sera ci incontrammo io e Lei per chiudere insieme la relazione. Terminare una storia di sei anni e mezzo non è semplice, ancor peggio se hai uno schema cognitivo di tipo abbandoniCO alle spalle (e comunque scoperto mesi dopo). Non presi bene il distacco, ma in particolare non presi bene i giorni seguenti, quando a Milano c’erano i Coldplay, per il cui concerto avevamo comprato i biglietti insieme. Quella sera, la sera del concerto, al quale poi decisi di andare con mia sorella, sono morto dentro. Chi vi sta scrivendo ora è Francesco, la somma delle scelte e delle decisioni prese da quel momento in poi.
Federico Riccardo (proprietario verificato)
Una sensibilità profonda. E ho solo sfogliato qualche pagina! Bravo Francesco!
Fausto Ruggiero (proprietario verificato)
Penso che questo libro possa essere d’aiuto a parecchie persone. Una storia vera ed emozionante. Francesco racconta di un periodo della sua vita molto duro e di come è riuscito con le sue forze a trovare una via d’uscita.
Consiglio vivamente!!!
AURORA CECCARELLI (proprietario verificato)
Ho letto il libro tutto d’un fiato! Un diario intenso e ricco di preziosi insegnamenti, un meraviglioso viaggio alla scoperta di chi siamo, dona serenità e tanta gratitudine per la vita! Grazie Francesco! Lo consiglio vivamente a tutti! Buona fortuna Francesco e complimenti!
Sofia Olivieri (proprietario verificato)
Sono davvero sorpresa positivamente dal contenuto di questo libro! Semplice nel raccontare aspetti della vita quotidiana che a volte possono risultare complicati … è stato bello potersi immedesimare nel protagonista! Davvero tanti complimenti a Francesco per il coraggio nel mettersi a nudo in questo racconto! Consigliatissimo 😉
Rebecca Cristofoletti (proprietario verificato)
Francesco ha avuto molto coraggio a condividere con noi la sua storia, penso che questo libro potrà essere molto utile per coloro che stanno attraversando un periodo non facile della loro vita, ma non solo, anche chi attualmente è insoddisfatto di quello che sta facendo può trovare il coraggio di prendere in mano la situazione e cercare di cambiare! Siamo i padroni delle nostre vite e ci sarà sempre un modo per migliorare se stessi! Grazie a Francesco e a questo libro molte persone potranno capirlo e stare finalmente molto meglio! Lo super consiglio!
Federico Telesca (proprietario verificato)
Sono sinceramente colpito dal libro!
Spesso ho avuto la sensazione che Molfese parlasse con Franci, con il se stesso adulto, ma anche con me. E’ un bel libro che rispecchia dubbi e ansie della vita che solo pochi fortunati possono permettersi di non avere. Ognuno con i suoi problemi in dettaglio, ma tutti con quell’omino nel cervello, appunto, che ti chiede cosa fai, cosa farai e soprattutto perchè.
Bravo Fra, ottimo lavoro!
marta.aliu10 (proprietario verificato)
Un di quelle letture rare, che ti portano a scavare dentro, a guardare il bambino che c’è in noi e che spesso ci dimentichiamo di ascoltare.
Un libro piene di gemme grezze da portare sempre con noi e da levigare.
Il dialogo con noi stessi è forse uno dei più importanti.
Si dice sempre che per amare gli altri, per stare bene con chi ci sta attorno dobbiamo prima essere sereni con noi stessi e io non avrei saputo trasmettere questo messaggio meglio di Francesco.
È un libro che ti coinvolge emotivamente, ho provato un misto di tenerezza nei momenti in cui emergeva tra le pagine il piccolo Franci.
Un libro di amici con sé stessi.
Un libro di un viaggio infinito verso la scoperta delle proprie emozioni e del contatto con il mondo.
Un libro che mi ha insegnato tanto e che consiglio a chiunque si senta perso e lontano da sé stesso.
Grazie di cuore per averci portato nei tuoi pensieri più segreti.🌸
Gabriele Motta (proprietario verificato)
Questo libro é un aiuto concreto per tutte quelle persone che amano il cambiamento e non si arrendono di fronte alle difficoltà. Francesco é un ragazzo come tutti noi, che cammina attraverso ciò che la vita ci mette davanti. Il grande valore aggiunto del libro é che ciascuna persona può rivedersi in Francesco e, come uno specchio, prendere spunto dalle sue avventure, difficoltà, pensieri ed emozioni per migliorare il proprio mondo.
Libro assolutamente da non perdere!!😃
Simona Sergi (proprietario verificato)
Leggendo il libro riesco ad immedesimarmi e cammino anche io lentamente verso Santiago, riesco a sentire la forza dei passi, la solitudine delle cene e il rumore dei pensieri.
Non vedo l’ora di poter leggere il libro interamente. Francesco non poteva raccontare meglio questo viaggio, che accomuna un po’ tutti, in qualche modo.
Davide Caldara (proprietario verificato)
Libro incredibile!
Con la trasparenza che lo caratterizza Molfese ha scritto un libro molto empatico.
Si entra in contatto con lo scrittore e se ne percepisce l’essenza.
Chi leggendo queste cronache ci si rivede, può trovare l’ispirazione per rompere la barriera che gli si è creata intorno.
Altri troveranno un punto di vista ancora più prezioso in quanto diverso da quanto da loro vissuto ed estremamente arricchente.
Consigliato a tutti!
Omar Olimpio (proprietario verificato)
In un momento in cui molti si stanno perdendo, sentendosi tormentati, senza trovare risposte e vie di fuga dalla realtà,
Un ragazzo
Decide di mettersi in gioco, abbandonando ogni sorta di schema imposto dalla società per quello che si può definire
il viaggio “ alla ricerca della felicità”
Un libro nudo e crudo in cui l’autore condivide i suoi pensieri e stati d’animo durante questo travagliato e “forse” meraviglioso percorso.
Consiglio vivamente di abbandonarsi alla lettura di questo libro e chissà che possa essere di aiuto a modificare la nostra percezione della realtà che ci circonda.
Vannia Crema (proprietario verificato)
Conosco Francesco da poco ma leggendo le pagine mi sembra proprio di sentire la sua voce. Si intuisce che le esperienze raccontate sono proprio vissute in prima persona , sulla sua pelle, lasciando poi segni e cicatrici. Come quello che succede a tutti noi, ma che spesso non riusciamo a condividere con gli altri e ci teniamo dentro. Un libro in cui ti puoi ritrovare, riscoprire e magari ritrovare coraggio, nonostante le difficoltà della vita. Si sente che è un libro scritto con il cuore e con questo è da leggere. Bravo Francesco, continua cosi!
Anna Ardielli (proprietario verificato)
Penso che se questo libro arrivasse alla persona giusta potrebbe cambiargli la vita…
Francesco ha descritto perfettamente le emozioni che provava e come si sentiva, emozioni che probabilmente tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo provato ma che in molti non hanno la capacità di esprimere o non le riconosciamo.
Consigliato soprattutto in questo periodo buio ma da cui si possono coltivare grandi cose.. grazie ad una guida come questa 😉
Sara (proprietario verificato)
Consiglio questo libro!
Ho percepito a pieno i sentimenti e le emozioni che ha provato questo ragazzo in un periodo buio della sua vita e alla fine é riuscito a trovare una via di fuga… sono proprio curiosa di leggere come andrà a finire, se è riuscito a trovare se stesso oppure no.
Auguro un grande in bocca al lupo a Francesco.