Il cancello d’ingresso principale di Villa Midas pullulava di forze dell’ordine. Poliziotti, carabinieri e medici legali entravano e uscivano senza sosta. Minervi però non ci faceva caso, perso com’era nei suoi pensieri.
Il suo sguardo era fisso sul sentiero che si inoltrava nel bosco vicino. Gli alberi erano ricolmi di foglie rosse, gialle e arancioni che ad ogni colpo di vento si staccavano dai rami per rimanere sospese nell’aria come zampilli di una fiamma ardente, prima di adagiarsi lentamente sulla stradina che oramai sembrava il letto di un fiume di lava. I colori autunnali sprigionati dal bosco donavano a Minervi una inconsueta sensazione di calore in quella fredda mattina di Novembre. E’ incredibile quanta vivacità potessero esprimere delle foglie morte. Com’è possibile che qualcosa giunto alla sua fine sembri comunque più vivo che mai?
Minervi sperava che i robot pulitori, sempre così efficienti a mantenere pulito e scorrevole ogni sentiero, tardassero ad arrivare per non rovinare la magia. Quella fredda tecnologia avrebbe aspirato senza sentimento tutte le foglie e avrebbe cancellato con un colpo di spugna quel meraviglioso quadro dipinto minuziosamente da Madre Natura con le sue pennellate di vento.
In mezzo al tumulto di quella mattina, Minervi aveva trovato il suo momento di pace, prontamente interrotto dalla voce di Birri alle sue spalle.
«Hai intenzione di rimanere a fissare il vuoto ancora a lungo? Ci sarebbe del lavoro da sbrigare».
«Se vedi del vuoto in tutto questo, hai ancora molte cose da imparare» rispose prontamente l’anziano detective. «Ti auguro un giorno di riuscire ad apprezzare quello che ora non riesci a percepire».
«Non vedo l’ora» disse Birri. Nel frattempo, dentro questa casa ci sarebbe un cadavere da esaminare. Non sarebbe il caso di farlo aspettare, dato che si tratta del Primo Ministro».
«Già, il Primo Ministro» sogghignò Minervi, espirando il fumo della sigaretta e tornando a guardare verso il bosco. «Lo sai qual è la cosa buffa? Per queste ultime settimane prima di andare in pensione non desideravo altro che un congedo tranquillo, invece cosa ci capita? Il caso del premier morto!».
«Bè, tutti gli indizi portano a credere che si tratti di un suicidio, quindi forse non c’è poi molto su cui indagare».
«Tu invece, che cosa credi?».
Anche Birri ora guardava verso il bosco, forse per cercare cosa stava guardando il compagno, forse per tentare di mettere ordine nella sua testa.
«Nutro qualche dubbio sul fatto che si sia tolto la vita. Ci sono ancora dei dettagli che non tornano in tutta questa vicenda».
«Ah, qualcosa quindi lo noti. Forse il tuo cervellino non è tutto da buttare, allora».
Rimasero entrambi fermi a guardare gli alberi per un silenzioso minuto.
«Uno scoiattolo» disse Birri. «Stavi guardando uno scoiattolo saltare da un ramo all’altro. Sono sicuro che ce n’è uno là in fondo su quell’albero».
«Tu lo scoiattolo ce l’hai nel cervello, assieme alla scimmia che batte i piatti».
«Si, certo. Ora però io, lo scoiattolo e la scimmia avremmo intenzione di rientrare. Ci vuoi raggiungere?».
Minervi fece l’ultimo tiro, buttò a terra il mozzicone ed espirò tutto il fumo dalla bocca. «Mi dispiace, Junior, ma non ho intenzione di raggiungerti questa volta».
«Come», Birri non credeva alle sue orecchie. «Ma il nostro caso…».
«E’ il tuo caso, adesso. Io a questo punto posso ritirarmi. Ormai l’affiancamento è finito. E’ arrivato il momento di toglierti le rotelle e farti pedalare in autonomia. Ho fatto quel che potevo per cercare di insegnarti come sopravvivere in questo ambiente. Quello che ti manca lo dovrai imparare da solo. Dopo riporta tu la macchina alla centrale, io ora me ne torno a casa a piedi».
Detto questo, gli girò le spalle e si diresse verso il bosco.
Dopo qualche passo, si voltò e gli disse: «Ti dò solo un ultimo consiglio. Non sfruttare questo caso per la tua gloria personale. Fai il meno possibile. Qualcosa mi dice che se scavi troppo a fondo, poi non uscirai più dal buco che hai creato».
Birri rimase attonito a guardare il suo collega che si allontanava ridendo mentre esclamava: «Ettore Midas è morto! Roba da pazzi…».
Stette lì un altro paio di minuti, ad osservare la figura di Minervi farsi sempre più piccola, finchè non diventò quasi indistinguibile dalle foglie colorate che coprivano il sentiero.
Per la prima volta Birri era solo. E si trovava già di fronte al caso più importante della sua vita.
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