“Colin ha visto tutto, è in silenzio e guarda Robin spostare lo sguardo su di lui.
Sente la pelle d’oca, le mani gelate e il cuore battere in modo spaventoso mentre gli occhi privi di luce di lei lo osservano in modo pacato, come se provasse vergogna nei suoi confronti, come se desiderasse ardentemente di provare qualsiasi cosa nei suoi confronti.
Ma d’altronde lei è un MetaUmano. Una bestia meccanica incapace di provare qualsiasi cosa, un corpo dal volto spento e mantenuto in vita da un microchip difettato.”
Tutto quello che conoscete è scomparso, divenuto polvere. L’uomo è crollato e il mondo con lui. Ogni cosa sembra essere ormai giunta alla fine, anche la razza umana. La soluzione è una: creare un nuovo mondo sulle macerie del precedente, nella sola città che conserva un po’ di speranza: Arca.
I rifornimenti però sono pochi e la classe che guida la neonata dittatura fatica a mantenere l’ordine. È così che, grazie alla tecnologia, nascono i MetaUmani. Questa è la storia di uno di loro.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto MetaCitizen rifacendomi all’epoca in cui vivo, dove il cuore delle persone sembra essere stato avvolto da un sacchetto di plastica trasparente che lascia le emozioni, l’umanità, l’amore e la coscienza all’esterno, lasciando che il nostro animo possa soltanto desiderare di potersi riprendere ciò che si è perso col tempo.
MetaCitizen è questo: la lotta per riprenderci le nostre vite e per poterle vivere appieno, cercando sempre dentro di noi l’amore per noi stessi e per il prossimo.
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