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I Misteri di Soul Creek

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Il giornalista James Sallow è oppresso ogni notte da atroci incubi legati a un brutto trauma subito nella sua infanzia, durante i quali viene inseguito da spaventose creature infernali. Come se non bastasse, l’incontro fortuito con uno strano cartomante gli prospetta un presente dominato dalla carta del Diavolo e un cambiamento di vita nel prossimo futuro, rappresentato dall’arcano della Morte. Infatti, allo scettico James viene presto offerto un incarico: recarsi in una località sconosciuta per scrivere un articolo. Qui una serie tumultuosa di eventi lo porterà a scontrarsi con il Male e a riaprire ferite mai rimarginate. Dolore, paura, menzogne, sacrifici rituali e corse contro il tempo: riuscirà James a fuggire dall’inquietante villaggio di Soul Creek?

CAPITOLO 1

L’oscurità era calata completamente, non si intravedeva neanche un barlume di luce. Tutto era nero. James Sallow sentiva il cuore battere come un tamburo, sembrava quasi volesse fuoriuscirgli dal petto. Non sapeva cosa fare. Iniziò a guardarsi intorno per cercare di capire dove si trovasse, cosa fosse successo, ma attorno a lui c’era solo il buio. Sentì la testa girare e il cuore accelerare sempre di più. Si mise a camminare lentamente con le mani tese in avanti e la paura di inciampare su qualche oggetto. A un tratto, tutto sembrò rischiararsi: era penetrata un po’ di luce, anche se James non capiva da dove provenisse. Quando poté vedere cosa c’era attorno a lui, rabbrividì.

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Si trovava in un edificio. C’erano delle scale e delle porte chiuse. James era completamente immobile, il suo corpo si era pietrificato e non riusciva neanche a fare un piccolo passo. Non era solo, intorno a lui vide delle figure nere. Erano alte, snelle e senza volto. James era sul punto di svenire. Chi sono? Che cosa sono?! pensava. La paura gli aveva bloccato le gambe e tutto ciò che riusciva a fare era restare lì impalato. Le figure erano a loro volta immobili e, nonostante non avessero un viso, lui sapeva che lo stavano guardando. Il silenzio inquietante che aleggiava fu smorzato dai passi di James, che prese coraggio e iniziò a correre, scendendo per le scale.

Non appena si mosse, le figure lo inseguirono. James correva ansimando e aveva il cuore in gola. Il sudore gli gocciolava dalla fronte mentre cercava di andare il più veloce possibile. Nonostante la rapidità con la quale scappava, quelle lo raggiunsero con estrema facilità. Si voltò e le vide, erano numerose e terrificanti. Tremante di paura, tentò di accelerare ancora di più la sua corsa. Ogni volta che scendeva una rampa di scale, leggeva il numero del piano. Ne mancavano altri quattro e sarebbe potuto, forse, uscire da quel palazzo. Cercò di darsi coraggio anche se le gambe erano ormai sfinite e non aveva più aria nei polmoni, tanto aveva corso. Ce la posso fare, si ripeteva. “3° piano”. Ce la faccio, si disse. “2° piano”. Le figure erano sempre più vicine. “1° piano”. Ce l’ho fatta! Pensò, ma non appena scese l’ultima rampa di scale, non si ritrovò all’uscita. James ebbe quasi un mancamento, aveva la bocca secca e il viso paonazzo. Non può essere… Alzò lo sguardo e trovò davanti a sé un’altra scritta: “3° piano”. Che…?!

Le creature gli erano quasi addosso e lui riprese a correre, incredulo. Era arrivato fino in fondo, come potevano mancare altri tre piani? Dov’era l’uscita? Nonostante fosse confuso, non poteva fermarsi. Continuò a scendere, ma quando superò di nuovo il primo piano, si ritrovò all’ottavo. Non ha senso… Ogni volta che sembrava stesse per raggiungere l’uscita, si ritrovava sempre più in alto.

Era distrutto, le gambe non lo reggevano più e iniziarono a cedergli. Inevitabilmente, James crollò a terra. Respirava a malapena. «Mi arrendo» disse, per poi venire avvolto dall’oscurità.

Lo avevano preso.

James aprì gli occhi e si alzò di scatto dal letto. Aveva i capelli grondanti di sudore e il respiro affannoso. Si portò le mani al volto e si guardò intorno, sincerandosi che fosse sveglio per davvero e che non stesse ancora sognando. Sentiva le gambe stanche come se avesse realmente corso per tutta la notte. Gli capitava continuamente di fare incubi del genere, ma non era riuscito ancora ad abituarcisi. Erano sempre terribili e, soprattutto, molto realistici. Diede uno sguardo alla sveglia sul comodino. Erano le 3:33. Si svegliava spesso a quest’orario, e la precisione con cui lo faceva lo lasciava esterrefatto. Lasciò la camera da letto e si diresse in cucina per bere un bicchiere d’acqua. Quando si mise a sedere, ripensò a quelle creature nere e senza volto. Non era la prima volta che le vedeva…

Che razza di incubo! pensò.

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Gaetano Esposito
classe 1991, cresce a Sant’Agnello, comune della Penisola sorrentina. Terminati gli studi nautici, inizia a solcare i mari a bordo di navi commerciali e da crociera. Dal 2021 spazia tra Inghilterra, Italia, e Marocco per poi stabilirsi in Svizzera, dove attualmente lavora. Il suo romanzo d’esordio, I misteri di Soul Creek, nasce da un’ispirazione giovanile.
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