Un ragazzo come tanti altri con un destino segnato. Insieme a vecchi e nuovi amici tra scoperte, avventure e mondi fantastici che lo aspettano in questo primo capitolo della saga di Noah Scott.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto questo libro perché sono un appassionato del mondo fantasy, libri, film, fumetti, ma non solo è una sfida con me stesso, sono dislessico e daltonico ho problemi a leggere le parole e sono sempre stato etichettato come uno che non sapeva leggere o scrivere, voglio dimostrare che con l’impegno si può ottenere un ottimo risultato.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Era una bella giornata in un sobborgo di New York City, in John St. numero 19, dove sorgeva una villetta come tante in quella zona.
La villetta era composta da due piani e una soffitta o sotto tetto, dove vivevano Alison Cooper Scott, una signora di mezza età, alta, magra e dai folti capelli neri lisci fino alle spalle.
Insieme a lei viveva il suo unico figlio, Noah Scott, un ragazzo di 13 anni anche lui magro, di statura media e dai folti capelli rossi, con qualche lentiggine sul viso. I suoi capelli rossi li aveva ereditati dal padre, Caleb Scott, che purtroppo venne a mancare pochi giorni prima della sua nascita.
La signora Alison stava preparando la colazione, nella cucina c’era un odore di bacon soffritto e uova, ad alta voce gridò
“Noah, la colazione è pronta. Sbrigati o farai tardi a scuola.”
Noah frequentava l’ultimo anno delle medie in un istituto non molto lontano da casa.
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A grandi passi Noah si precipitò in cucina e salutò sua madre, Alison, con un abbraccio.
“buongiorno” disse Noah.
“buongiorno piccolo mio” rispose la madre dando un bacio a Noah.
“mangia che si fredda” ribadì con tono acceso.
“sì mamma” e Noah cominciò a gustare quella favolosa colazione, finite le uova, Noah, prese un bicchiere pieno zeppo di succo d’arancia e lo bevve a grandi sorsi, poi salì di corsa nella sua stanza, al primo piano della villetta dove vivevano, prese lo zaino, pieno di libri di scuola e dopo pochi minuti uscì di casa per andare a scuola.
Era quasi estate mancavano pochi giorni alla fine dell’anno scolastico e gli esami erano vicini. Noah non vedeva l’ora di finire l’ultimo anno di scuole medie per poter finalmente andare alle superiori.
Fuori di casa, Noah, percorse circa 50 metri in John St e suonò a casa del suo migliore amico nonché vicino, Tom Allen.
Tom era un ragazzo paffutello, con lunghi capelli biondi e occhi azzurri, aveva un fratello, Rich, e una sorella, Molly, tutti e due più grandi, anch’essi con capelli biondi e occhi azzurri. Il padre di Tom, Evan, era un omone alto un metro e ottanta, un po’ stempiato con i capelli grigi e come tutti in famiglia occhi azzurri, faceva il poliziotto a New York. La madre, Marta Lee, una casalinga magrolina con i capelli castano chiari e occhi azzurri.
Marta, la mamma di Tom aprì la porta e con un sorriso grande e gridò
“Tom ce Noah, sbrigati, farete tardi a scuola”. Tom rispose con voce arraffata
“arrivo” ed usci di casa con un pezzo di pane tostato con burro ancora in bocca.
I due si avviarono per andare a scuola che era situata a circa dieci minuti a piedi da dove abitavano.
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