È la storia di Thomas, un quarantenne convinto di aver raggiunto l’età in cui i giochi sono ormai fatti. Dotato di una personalità altamente sensibile, il suo sentire il mondo che lo circonda risulta tanto amplificato da costringerlo a chiudersi in una solitudine protettiva. Lui, in particolare, sente di aver giocato male le proprie carte e sta per decidere che è giunto il momento di arrendersi e porre fine alla sua vita.
Un giorno viene ricoverato in stato di coma nel reparto di neurologia di un ospedale. Senza ricordare esattamente cosa sia successo, la sua anima si ritrova così in una sala d’attesa, in una sorta di pausa tra la vita e la morte. Qui incontra l’anima di una donna nelle sue stesse condizioni. Tra i due si avvia un surreale dialogo tra anime sospese in un tempo fermo e, raccontando di sé, Thomas inizia a ricordare. In particolare ricorda di come un incontro inatteso con un cane randagio abbia innescato una serie di eventi che hanno stravolto le sue abitudini solitarie, costringendolo a relazionarsi con il prossimo, a stringere amicizie inaspettate e a cambiare i suoi punti di vista e di riferimento. Proprio lui, Randagio, lo condurrà fino al suo appuntamento con il destino.
Perché ho scritto questo libro?
Questa storia è un pretesto per fare il ritratto di un uomo come tanti della mia generazione, quarantenni che vivono nel precariato senza la possibilità di crearsi un futuro e nemmeno di sognarlo. Con tinte anche ironiche e umoristiche, perché la vita sa essere a volte davvero beffarda, ho voluto dipingere la vita e la morte come gli estremi di una corda tesa tra l’entusiasmo e la depressione, la lotta e la resa. Nel mezzo si trova la fiducia che quel che deve accadere accadrà.
Stefano Iorio (proprietario verificato)
Proprio perchè la conosco invito altri a partecipare alla tua caccia al tesoro !
clausda38 (proprietario verificato)
E’ un romanzo dove la comunicazione è condivisione dei pensieri: i due protagonisti, esseri fluttuanti e incorporei, si trovano nel reparto di neurochirurgia dove il tempo si è fermato; la sala d’aspetto è una pausa tra la vita e la morte che diventa un’opportunità per fare il punto della situazione sulla loro vita; dei due Thomas ha problemi esistenziali tra socialità ed individualismo, detesta la competizione sociale, distaccato dal mondo : è un uomo ipersensibile in un mondo che non lo è . Ma alla fine il mondo inospitale diventerà anche magico. Bella l’idea, al centro del romanzo, che tutto quello che i due protagonisti pensano o provano emotivamente entri in comunicazione.
Una narrazione che invita alla lettura con ritmi giusti dove anche le sequenze descrittive (in cui tutto viene raccontato) si inseriscono perfettamente . Nel romanzo vi sono anche racconti all’interno di racconti che parlano di vocazione per la scrittura. L’io narrante è sorprendente! Grazie! Claudio Dall’Olio
Rosanna Papini
Grazie Stefano Iorio per le belle parole.
Vorrei che ogni lettore potesse vivere la lettura di Orologi fermi in sala d’attesa come un viaggio in una storia che in realtà è fatta di tante storie. Porte che si aprono e si chiudono ma che sono comunicanti nello stesso ambiente. Scriverlo è stato per me come disegnare una mappa del tesoro. Lo troveremo questo tesoro? Tu conosci la risposta, Stefano. Chi ancora non lo ha letto non lo sa.
vespucci1497
Scusate per la serie di errori che avrete ceramente rilevato nel mio commento precedente, ma la tastiera del portatile certo non aiuta. Mi firmo con il mio nome vero. Buonasera a tutti. Stefano Iorio
vespucci1497
Sono un lettore seriale. Del romanzo di Rosanna ho apprezzato la freschezza e la capacità di fare entrare nell’ambiente emotivo, prima che fisico, teatro della storia narrata. Misuro il mio gredimento per ciò che leggo anche dal tempo che impiego dalla prima pagina aperta alla chiusura del testo. “Orologi fermi in sala d’attesa ” è volato in una serata. Ho apprezato molto la modernità del frasario, la complessità del pensiero, la’evoluzione della narrazione prima veloce, poi lenta, poi velocissima, poi quieta nella fase del…non posso dirlo per non guastarvi la sorpresa. Grazie Rosanna Papini, scrivi ancora.