Un ragazzo intrappolato nel paradosso delle scale di Penrose, una macchina fotografica analogica contenente le foto di un brutale delitto, un uomo a cui scompaiono progressivamente le ossa del corpo, un viaggio allucinante nel mondo al di là degli specchi per recuperare il proprio riflesso perduto… Quattro storie per appassionati del
brivido e della suspense, ricche di influenze cinematografiche e seriali, con una strizzatina d’occhio ai classici della collana Urania e alla narrativa di Tiziano Sclavi e Stephen King. Un viaggio negli oscuri anfratti dell’incubo.
Perché ho scritto questo libro?
Ho scritto queste storie per sviluppare le potenzialità narrative contenute nell’idea embrionale alla base di ciascuna di esse. Come afferma Clint Eastwood “Siamo tutti il prodotto di ciò che abbiamo visto nella vita”, così le mie storie sono debitrici di letture, fumetti e film di cui sono divoratore. In particolare, del cinema horror e giallo italiano degli anni ’70, delle serie Black Mirror e Ai confini della realtà, e di autori come Sclavi, King e Matheson.
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