Liam diventa fotografo di guerra quasi per caso, improvvisandosi nella guerra Jugoslava. In Croazia conosce Fabio, reporter di esperienza. I due diventano amici e colleghi, durante il lungo assedio di Vukovar, viaggiando da un conflitto all’altro. Liam spera di capire cosa spinga gli uomini a uccidersi a vicenda, ma crede anche di poter trovare se stesso. La sua ossessione per la guerra lo allontanerà dall’unico amore della sua vita, Marica. Quando Fabio viene ucciso in Cecenia s’incolpa della sua morte e arriva a toccare il fondo, allontanandosi da tutto e tutti. La malattia di Marica, dopo anni che non si vedono e non si sentono, li riavvicinerà. Lei si rende conto di quanto sia maturato Liam e di come non capisse ciò che provava durante il lavoro di reporter. Quando tutto sembra andare per il meglio Liam e Marica si perderanno nuovamente.
Perché ho scritto questo libro?
Il motivo principale è stata la morte di una mia cara amica, di tumore, molto giovane. Inoltre, ho sempre avuto la passione per la storia. Il mio sogno, da giovane, era quello di diventare reporter di guerra, come Bob Capa. Sogno mai realizzato.
ANTEPRIMA NON EDITATA
Cap 1
Teneva tra le mani una stampa in bianco e nero, erano passati dieci anni da quello scatto, ma non aveva mai voluto venderla. Quella foto era il suo incubo ricorrente. Sentiva ancora la puzza di morte di quella città, nell’agonia della guerra, come un cimitero a cielo aperto, di tombe scoperchiate e putride.
La foto di quella ragazzina, stuprata e barbaramente uccisa, non aveva mai avuto il coraggio di vederla pubblicata su nessun giornale. Sarebbe stato come violare ancora quel corpo straziato. Lei gli tornava in sogno, saltuariamente, l’unico che avesse di Vukovar e del lungo assedio.
Quando sentì bussare alla porta ebbe un moto di stizza, non voleva essere infastidito quando guardava quella foto. Decise di fare finta di nulla, ma bussarono ancora e allora andò ad aprire.
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“Liam ciao.”
“Monica, stavo per venire da te.”
“Scusa, ho visto la macchina e sono venuta a dirti di telefonare a tua sorella.”
Cosa poteva volere di così urgente? Pensò infastidito.
“Ti ha detto se è successo qualcosa?”
“No, ma ha chiamato un po’ di volte.”
“Arrivo, grazie.”
Chiuse la porta sbuffando, cosa voleva? Forse lo sapeva e non aveva alcuna voglia di averne la conferma. Non sopportava i matrimoni, tanto meno quello di sua sorella e del fidanzato, che quasi non conosceva. Era da tempo che aveva deciso di non andare neanche a quello degli amici. I pochi che aveva.
Liam andò al bar di Monica per telefonare e fare colazione. Se la prese comoda, sua sorella poteva aspettare ancora qualche minuto. Pensò di non chiamarla affatto, ma poi si alzò e andò all’apparecchio. Non sarebbe riuscito a far trasparire molto entusiasmo, se mai gli avesse detto del matrimonio.
“Liam…”
“Dimmi, sono tutto orecchi.”
“Dove ti eri cacciato? Ti ho cercato più volte!”
“Ero in Bosnia e Croazia, i vecchi lo sapevano.”
“Quando ti comprerai un cellulare?”
Liam provò l’impulso di agganciare.
“Cos’è successo di così importante? Sappi che se devi dirmi del matrimonio io…”
Sua sorella lo interruppe, quello che gli disse lo sconvolse così profondamente da non riuscire ad aprire bocca. Scappò dal bar senza pagare, prima di sentirsi male. Correndo verso casa, si accorse che le lacrime gli stavano ghiacciando le guance.
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