Tre amici tra i quaranta e i quarantacinque anni vivono in un paese dell’entroterra abruzzese e attraversano un’età in cui molte certezze sono rimesse in discussione. Uno di loro, candidato nella lista che vincerà le elezioni per il rinnovo del consiglio comunale, sparisce misteriosamente alla vigilia del voto. Uno strano sms porta gli altri due amici sulle tracce del terzo scomparso disvelando una realtà dai contorni opachi, pervasa da sotterfugi e ambiguità. Davanti ai loro occhi si manifesta uno scenario inaspettato, archetipo di una società malata, priva di certezze e senza alcun punto fermo. Sullo sfondo della vicenda prende forma in maniera drammaticamente cupa una politica cinica e spietata che mastica le persone e ne inghiotte le anime evidenziando tutte le contraddizioni di un ambiente malato dove si svendono i propri sogni per un piatto di lenticchie. Al di sopra dei tre amici incombono due figure iconiche. Il candidato sindaco che vincerà le elezioni, un alto funzionario dello Stato in pensione, originario del paese, e suo fratello, Senatore della Repubblica Italiana, arrestato per aver saccheggiato le casse del partito di cui è tesoriere. Nel retroscena di un mondo dove tutto concorre ad alimentare un clima di grande sfiducia, si percepiscono relazioni intrise di familismo amorale dove il fallimento dei valori e degli ideali non risparmia nessuno. Il paese è un microcosmo le cui dinamiche sociali fanno dell’omologazione del pensiero un tratto distintivo di appartenenza, chi è fuori non può sopravvivere. Al termine della storia la speranza che qualcosa possa cambiare sembra affacciarsi tra le righe, ma forse è solo un’illusione. Restare umani può essere l’unica salvezza.
Perché ho scritto questo libro?
Certe storie si scrivono per raccontare qualcosa, altre si scrivono alla ricerca di qualcosa. Quella narrata nel libro scaturisce dalla ricerca di un personaggio che avesse il profilo adatto a rappresentare i dubbi e le paure di una personalità ancora irrisolta sulla soglia dei quarant’anni. Come spesso accade però, i personaggi hanno cominciato ad animarsi di vita propria e si sono ribellati andandosene per i fatti loro. Questo è quanto accaduto mentre raccoglievo i cocci di un’intensa esperienza politica vissuta fino in fondo nel mondo reale che ha effettivamente ispirato il resto della vicenda. Allora non mi è rimasto altro da fare che seguire di nascosto tutti i personaggi che man mano sono entrati in scena cercando di rubare la loro vita per farne un romanzo.
Giuseppe Nacci (proprietario verificato)
L’autore, dopo aver dimostrato nel suo primo libro -Il confine invisibile – di saper ben leggere negli animi dei suoi personaggi, si muove con altrettanta padronanza nel più pragmatico mondo reale, avventurandosi in uno dei suoi antri più controversi: la politica! E lo fa muovendosi con disinvoltura, da buon conoscitore di questo complesso mondo, catturando, anche in questo caso, le diverse tipologie di politici da lui rappresentati. Scorrevole, scritto molto bene, è un romanzo che si legge tutto di un fiato, ben trainato da un evento che fa assumere al racconto anche le tinte di un giallo! I due romanzi lasciano aperto ad Alfio Di Battista la possibilità di muoversi in ogni direzione nel suo futuro di scrittore.
aleandrobar (proprietario verificato)
Ti sembra proprio di essere dentro la storia raccontata in questo libro. È la sensazione che ho provato sfogliandone le pagine. L’impressione di poter scoprire qualcosa che mi riguardasse man mano che proseguivo nella lettura è stata una sensazione strana. Forse perché i fatti descritti sono parte di chiacchiere che ho ascoltato al bar o forse perché l’intreccio della storia con i riferimenti alla cronaca politica sono così reali da farti pensare che personaggi come Marco, Aldo, Valter, Guido e tanti altri siano persone veramente esistenti. Ma a parte questo, il clima che si respira, è quello di un continuo gioco di specchi dove nessuno mostra la sua vera natura. Dalle righe del libro traspare un mondo dove ipocrisia e falsità sono patrimonio comune a tutti. I personaggi raccontati vivono le loro esistenze all’interno di un sistema di valori la cui matrice negativa non viene minimamente percepita. È come se tutto il loro mondo fosse racchiuso in un acquario. Devo fare i complimenti all’autore per l’imprevedibile colpo di scena finale. È senza dubbio una chicca che chiude il romanzo lasciando le conclusioni nelle mani del lettore.
dibaval98 (proprietario verificato)
Una storia intrigante che descrive la politica da un punto di vista inconsueto. Ciò che più mi colpisce è la caratterizzazione di certi personaggi rappresentati secondo profili psicologici che portano il lettore ad immergersi negli abissi più profondi dell’animo umano. La lettura è molto scorrevole e la trama della storia di cattura fin dall’inizio. I dialoghi sono costruiti in maniera serrata ma al tempo stesso trasmettono diversi concetti da far sembrare il romanzo una sorta di compendio di filosofia politica molto interessante. Il finale sorprende il lettore che resta completamente spiazzato da essere costretto a riflettere ulteriormente anche dopo aver chiuso il libro. Lettura assolutamente consigliata
Michele (proprietario verificato)
Scritto in modo elegante e fluente al tempo stesso, Svendita sogni per fine attività ti cattura col suo ritmo sempre incalzante e ti tiene incollato sulle pagine, dalla prima all’ultima, senza mai indulgere nella retorica fine a se stessa.
Il libro è un’istantanea scarna, asciutta, tremendamente realistica sull’Italia di oggi, su un Paese in cui il familismo, la protervia, la famelicità di pochi ben si coniugano con la condiscendenza ed il servilismo di troppi.
L’opera lascia comunque aperta la porta alla speranza che uomini e donne, pervasi da princìpi sani di appartenenza e sorretti da una rettitudine morale mai in discussione, resistano per far sì che i sogni e le aspettative continuino ad essere le stampelle cui sorreggersi lungo il tortuoso cammino verso un mondo migliore.
Davvero bellissimo