Che ne siamo consapevoli o meno, quando ci muoviamo e veniamo in contatto con il mondo, ci trasformiamo, diventando esseri nuovi. Il viaggio intrapreso da Arebil, la protagonista di “Tra Io e D’Io” è un viaggio all’interno della sua stessa coscienza. Quando la sua esistenza, ormai stagnante, la spinge verso un inevitabile declino emotivo, ella si ritrova a vivere un’avventura inaspettata. La dimensione caotica ed effimera della mente, che attraverso subdoli stratagemmi ci spinge ad agire partendo dalle nostre paure ed incertezze, è descritta attraverso lo scenario di un assurdo e attraente parco giochi, all’interno del quale Arebil elabora importanti e consistenti verità. Nella tappa successiva, il sottile mondo dello spirito le si presenta calmo e accogliente; qui, la protagonista prende coscienza di sé a un livello più profondo. Una volta tornata alla sua vita, qualcosa è cambiato.
Arebil è finalmente pronta a vivere con pienezza e consapevolezza.
Perché ho scritto questo libro?
“Tra Io e D’Io” nasce quasi come una esigenza. Mentre leggevo “L’iniziazione” di Rudolf Steiner, colta dall’ispirazione, inizio a scrivere fino ad elaborare un racconto capace di divulgare importanti verità che ho acquisito nel tempo.
La nostra mente è un importante strumento e può diventare un’amica preziosa, la nostra migliore alleata.
ANTEPRIMA NON EDITATA
STA-D’IO 1:
Filamento uno: Il bunker di cracker molli
1. Strascinare piedi assenti
Continuava a scappare Arebil. Sola, sperduta e spaventata.
Sua madre glielo diceva spesso, sempre: “La vita è tremenda, faresti meglio a scappare!”
E lei, lo aveva sempre fatto.
Ed eccola lì, ferma, in camera sua, mentre guarda il soffitto. Un soffitto bianco, con qualche parvenza muffosa che a volte, nella mente di Arebil, si trasformava in qualcosa di concreto.
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A volte riusciva a vederci alcuni volti conosciuti, a volte del cibo; adesso per esempio, dopo aver rivolto lì lo sguardo fino a quasi perdere completamente la percezione di tempo e spazio, vedeva del fumo che usciva da una casa immersa in un bosco.
-“Eh ma quanti dettagli, che esagerazione!”- starete pensando.
No no, lei è così. Distratta, lunatica, sognatrice e a volte minuziosamente precisa, qualche volta.
Le qualità che la contraddistinguevano non erano mai assolute, era sempre un pò di qualcosa: timida ma anche molto amichevole, curiosa ma tanto pigra, attenta ma spesso e volentieri paurosamente distratta.
Adesso è lì, sul letto, con braccia e gambe spalancate, i capelli mossi rivolti tutti in alto, quasi come se un vento la risucchiasse verso la testiera del suo letto.
È ferma, sembra non scappare dunque.
In realtà sta scappando più di quanto non faccia mentre corre.
Scappa dalle riunioni condominiali, scappa dalle consegne lavorative, scappa dalla cena coi parenti, scappa dalle file al supermercato, scappa dai conti in banca, scappa.
La muffa sul tetto è sua amica, le da la forma che vuole, la gestisce, può controllarla.
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