Perché vogliamo sempre definire tutto?
E quale nome dare a un gioco d’amore che dura un solo giorno senza riuscire mai a finire?
Walter Grifi e Deliana D., due universi neanche troppo paralleli, si incontrano in un percorso inusuale fatto di sguardi, sogni, segreti, parole e bugie barattando la grigia quotidianità per pochi , preziosi momenti di perfetta felicità.
“A ogni incontro si riapre un universo dorato e il mondo esterno alla loro bolla magica cessa all’improvviso di esistere”
Perché ho scritto questo libro?
Di fronte all’ondata di violenza contro le donne, ho voluto sottolineare come l’Amore non è, non può e non deve mai essere prevaricazione o ossessione anche quando si inerpica per traiettorie indipendenti dai nostri voleri.
Inoltre vorrei poter regalare a ogni lettore un messaggio positivo: possiamo essere più felici se concentriamo le nostre energie verso ciò che ci fa stare bene superando gli aspetti più avvilenti dell’esistenza.
ANTEPRIMA NON EDITATA
IN UN POMERIGGIO DI PIOGGIA
La pioggia inganna: sembra solo acqua e invece è ricordo
(Orporick)
Le favole cominciano “Una volta…”
Un gioco invece può iniziare in un mese qualsiasi, in una stagione a caso.
E’ più frequente giocare nel pomeriggio, molto spesso sotto la pioggia.
Questo gioco non vuole fare eccezione. Mancano un paio di settimane a Natale. Tante piccole gocce frammiste a pallidi sprazzi di luce caratterizzano un insolito venerdì, lasciando balenare intriganti sviluppi.
Camminano. E più di qualcuno si gira a guardarli, ma solo chi ha vissuto l’esperienza di volare verso un incontro segreto, sorride con un misto di nostalgia e complicità.
Un affermato psicoanalista, ambizioso e determinato, appartenente a una ricca famiglia e socio dei circoli più esclusivi della città, e una giovane moglie e mamma felice, impiegata in una casa editrice: Walter Grifi e Deliana D., due universi neanche tanto paralleli eppure insieme in un ordinario e piovoso pomeriggio di dicembre, in quell’ora in cui tutto appare complice e carico di promesse. E mentre il sole ha rinunciato a fingere di esistere e stancamente si eclissa, per loro due inizia un tempo diverso da tutti gli altri: quanto sarebbe durato l’incantesimo di quella partita? Le ore trascorse chini sui banchi a coniugare verbi non serve perché nessuno può saperne nulla, tranne che, lungo o breve, ogni Gioco ha il suo inizio.
Camminano insieme, a volte sfiorandosi appena, eppure non sono amici e neanche colleghi o conoscenti.
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Forse amanti, in futuro.
Una cosa è certa: sono “Altro”.
Sì. Walter Grifi e Deliana D. sono e sarebbero sempre stati “Altro” sebbene non lo sappiano ancora.
Lui non riesce a far a meno di guardarla di sottecchi e ciò che vede lo fa sorridere: può apparire una ragazzina per via dei ciuffi che le sfuggono da sotto il basco nero giocando sulle sue guance o per la precisione con cui calpesta le foglie secche per terra beandosi nel sentirle scrocchiare sotto i piedi, ma la cura che ha messo nel prepararsi per quell’incontro è da donna, come da donna sono gli orecchini con dei piccoli rubini che, sicuramente, indossa solo per le grandi occasioni.
Sotto quello sguardo così attento, Deliana D. si sente emozionata, felice ma poco spontanea e tenta ogni momento di atteggiarsi a disinvolta femme fatale intuendo che il parterre femminile a cui è abituato Walter Grifi, è molto lontano da lei. In realtà ogni suo tentativo di darsi un contegno diverso da quello abituale, rimarca la differenza ma è proprio questa che attira lui: una donna ancora capace di provare emozioni vere, un’assoluta rarità!
Deliana D. è turbata e questa sensazione, invece che diminuire, cresce man mano che i minuti trascorrono. Tenta di mascherare il suo imbarazzo dietro tanti sorrisi e brevi battute senza trovare però la chiave per rompere il silenzio: la consapevolezza di non essere all’altezza del suo compagno si sta facendo sempre più pressante! Tocca perciò a Walter Grifi decidere di spezzare l’incantata impasse in cui si trovano:
“E così eccoci qua! Non ero affatto sicuro di vederla oggi, sa? Mi aspettavo che ci avrebbe ripensato”, dice rivolto verso il viso liscio della donna.
“Perché avrei dovuto?”, fa lei, “Non eravamo forse rimasti d’accordo così?” e poi, quasi a smentire la propria inquietudine e dare prova di determinazione, aggiunge: “Non è mia abitudine cambiare idea dopo aver deciso di fare qualcosa!”
Divertito dall’improvviso cambio di registro, Walter la provoca ridendo: “In realtà sono stato io a chiederle di vederci ma, considerato che non ci conosciamo nemmeno, poteva decidere di non rischiare. Devo ammettere che mi trovo in compagnia di una donna davvero coraggiosa!”
Le guance di lei si colorano subito un po’ per stizza poiché, è inutile negarlo, lui ha ragione, un po’ perché lusingata dall’audacia riconosciutale. Sta per replicare, quando lui la provoca di nuovo con voce soave che contraddice il sorriso beffardo:
“E mi dica, perché è venuta?”
Ecco una domanda difficile!
Deliana D. si trae d’impaccio con un secco “Perché no? E poi sono una donna coraggiosa, ricorda?” In realtà il coraggio non c’entra per nulla: è lì solo perché l’ha desiderato sin dal primo momento in cui l’ha visto; ha sperato con tutta se stessa che si accorgesse di lei e spesso si è ritrovata a immaginare come sarebbe andata se lui … Impossibile fornirgli la vera risposta! Lei coraggiosa? C’è davvero da ridere!
E così adesso sono lì.
Insieme.
E Deliana D. ancora una volta si stupisce di quanto ne sia attratta: non è bello e tuttavia emana un fascino a cui difficilmente si sarebbe potuto resistere …. e lei, infatti, non ha resistito, inutile raccontarsi bugie o inventare scuse adesso!
Walter Grifi tace, consapevole dello sguardo che lei gli punta addosso senza la cautela di prima. Con un moto di insofferenza, si rassegna a mettere in moto di lì a poco il ben collaudato gioco… sempre la stessa storia! Quanto sarebbe stato molto più semplice e facile dirigersi verso lo studio che distava appena un paio di isolati da lì. Il divano bianco, il plaid in cachemire, la sua musica in sottofondo, la nuova fragranza scelta per il diffusore …tutto in quel luogo trasudava sensualità invitando a una trasgressione da consumarsi in una manciata di ore rubate alla quotidianità, ma l’opera di seduzione aveva le sue regole che lui conosceva a memoria ormai…Peccato non potere accelerare i tempi e far a meno di ogni gesto convenuto per dare spazio solo a ciò cui tutti e due anelavano perché era certo che anche lei fosse turbata dallo stesso forte desiderio.
Le avrebbe sfilato quel cappotto rosso e poi a parlare non sarebbero state più solo le parole …
Cogliendo il velo di fastidio che ha offuscato per qualche istante lo sguardo di lui, Deliana si chiede se abbia detto o fatto qualcosa di sbagliato: che ansia! Per fortuna sono arrivati davanti la sala da tè dall’aspetto elegante e discreto. Non è una sciocca: sa anche lei che l’epilogo di quell’inizio può essere solo uno e tuttavia bisogna aspettare e forse il piacere sta anche in quell’attesa.
Seppur con uno sforzo Walter Grifi riprende il consueto controllo di sé e della situazione, pilota Deliana verso un tavolo e, dopo averle tenuto galantemente la sedia, prende posto di fronte a lei, compiacendosi per le occhiate di ammirazione rivolte alla donna da parte di alcuni dei clienti presenti nel locale. E’ abituato a essere invidiato e anche stavolta non ha fallito il colpo. “Non ho ancora perso il mio tocco magico” pensa e, ringalluzzito da quel pensiero, amabilmente si gira verso di lei:
“Cosa desidera?”
La sfumatura maliziosa di quella innocente domanda mette definitivamente in chiaro quale gioco è appena iniziato e anche come sarebbe continuato, a dispetto di ogni soprassalto di coscienza, delle convenzioni e di tutti quei noiosi divieti morali che pretendono sempre di decretare ciò che è giusto o no.
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