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Un soffio di vento

Un soffio di vento
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Consegna prevista Giugno 2024
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Charlotte è una ragazza semplice, dolce che crede perdutamente nei suoi sogni. Vive in California e ha 24 anni, l’età in cui dovresti essere felice, spensierata, ma il rapporto con i suoi genitori di cui sente terribilmente la mancanza, influisce bruscamente sulla sua vita e sui suoi sogni. Fortunatamente il grande aiuto della Nonna Alice e l’affetto della sua migliore amica Emily saranno per lei un valido aiuto che la porterà a credere di più in se stessa. Ciò che la rattrista molto è il non aver da parte dei suoi genitori l’appoggio che vorrebbe, perché i due rinomati dottori di fama mondiale, sognano per la loro unica figlia un destino diverso da quello che sogna lei. Ci saranno svariati momenti di discussione, ma Charlotte riuscirà a dimostrare che nulla è impossibile se credi in ciò che fai e in ciò che vuoi. Ma tutto questo basterà per realizzare finalmente il suo sogno? Lo scopriremo molto presto…

Perché ho scritto questo libro?

Questo libro nasce in un momento triste della mia vita, in cui mio padre si è ammalato di tumore. I rapporti tra noi non erano dei migliori, a causa delle scelte sbagliate che stavo prendendo e che lo facevano soffrire. Il nostro legame si è intensificato con il tempo, e con gli anni. La sua malattia mi ha portato ammirare un lato di lui che non conoscevo, forte, coraggioso, portandomi a fare i conti con la paura che avevo di perderlo e al profondo desiderio che nutrivo di essere capita da lui.


ANTEPRIMA NON EDITATA

Capitolo 1

Mi chiamo Charlotte, il mio nome lo adoro, si lo so sono narcisista, ma non ho molti pregi, anzi direi che non ne ho nemmeno uno! Sono nata e cresciuta ad Newport Beach in California, quello che più adoro di questo posto è svegliarmi al mattino, aprire le finestre e sentire il profumo dell’oceano. Quel profumo di spiaggia, di sabbia, di capelli bagnati e di passeggiate a cavallo al chiaro di luna.

Ho 24 anni e non mi sono mai innamorata, c’erano molti ragazzi carini al liceo ma nessuno di loro mi ha rubato il cuore. Non lo so, io credo che sia la mia aria da stronza il problema serio del mio carattere, o mi ami o mi odi, io sono fatta così.

Non ho molte amiche, mi piace stare da sola, mi piace trascorrere il tempo seduta sulla spiaggia a guardare le onde e a perdermi nei miei pensieri. Ho tantissimi pensieri per la testa, ma quando mi fisso con qualcosa non c’è niente al mondo che mi distolga dal mio obiettivo. Amo leggere, amo le storie d’amore, tu dimmi il nome di qualsiasi libro romantico e io ce l’ho.

Amo la musica, amo le frasi sdolcinate che si racchiudono dentro le canzoni, amo le storie che raccontano.

Sono figlia unica, i miei genitori sono due dottori e ovviamente, avrebbero voluto che la loro unica figlia seguisse le loro orme, ma non è andata così, non perché non volessi, ma io ho un amore sconfinato per la scrittura. Mi piace scrivere, non ho mai pubblicati un libro, ma è da un po’ che ci lavoro.

Continua a leggere

Continua a leggere

Scrivo costantemente frasi, o pezzi di me, ed è per questo motivo che ho iniziato a scrivere questo libro, a dire la verità è finito, sarebbe solo da far leggere a qualcuno, ma non ne ho ancora avuto il coraggio.

Oggi è domenica e questa sera sono stata invitata ad una festa, mi hanno invitata le mie ex compagne della Western High School, ma non sono sicura di andarci, sapete come sono le feste non sai mai come finiscono. Non sai mai cosa aspettarti e soprattutto, non sai mai cosa metterti.

Fortunatamente sono solo le quattro del pomeriggio quindi ho ancora tempo per decidere, magari se trovo qualcosa nell’armadio ci vado. Giusto per stare in compagnia visto che dicono che le abbandono sempre , e non hanno per niente torto.

Seduta qui fuori sul davanzale della finestra posso vedere l’oceano, vedo ragazzi che cercano l’onda giusta, e pensare che io su quelle tavole infernali non so neanche stare seduta, figuriamoci in piedi a cavalcare un’onda. Davvero impossibile.

La bellezza della domenica è proprio quella di godersi tutta la giornata, anche perchè è l’unico giorno che ho libero, durante la settimana lavoro in un negozio di animali al numero 865 di Newport Beach, anche se i miei genitori guadagnano molto bene e non sono d’accordo che io lavori in quel posto perchè dicono che non mi si addice, che merito molto di più, io lo faccio per me, per cavarmela da sola. Poi gli animali sono fantastici, profumano d’amore e ti capiscono molto di più di alcune persone. Mi piacerebbe avere un gatto o un cane, solo che convincere mia madre non è per niente facile. Quando dice di no è impossibile farle cambiare idea. Non ho un rapporto molto aperto con i miei genitori, beh penso che si sia capito, sono sempre lontani per lavoro, congressi e lunghi corsi di aggiornamento in Florida, Parigi, New York. Non c’era posto per me nella loro vita. Volevano che diventassi come loro, e chi non lo vorrebbe? Sarebbe piaciuto anche a me avere la strada sicura, essere certa di cosa farò, di cosa diventerò; e invece vedo solo una strada sterrata e nulla di concreto. Ma sono obiettivamente positiva. Un giorno qualcosa riuscirà a farmi cambiare idea, e anche io finalmente avrò la mia strada. Un giorno anche per me arriverà la felicità che tanto aspetto.

Credo che andrò alla festa stasera, anzi adesso scelgo cosa mettere. Ma prima chiamo Emily. Ho parlato di tutto e mi sono dimenticata di parlare della persona più importante della mia vita. Sono proprio un’amica imperdonabile. Emily è la mia migliore amica, anche se dire migliore amica appare così banale, lei è la sorella che non ho avuto. Ci siamo conosciute al parco, eravamo molto piccole , nonna Kate per farmi distrarre per la mancanza di mamma e papà, mi portava a Disneyland Park che non è per niente lontano da Newport. I miei genitori non approvavano questo ed infatti la nonna mi ha sempre portata di nascosto, è sempre stato il nostro piccolo segreto, quindi mi raccomando che rimanga tra noi.

Il motivo per il quale non approvano il “parco delle stupidaggini” come l’hanno sempre chiamato loro, è perchè non volevano che crescessi con l’idea delle fiabe, del principe azzurro che ti viene a salvare e queste cose insomma, volevano che crescessi ben ancorata alla realtà, non che fosse sbagliato, ma una bambina ha bisogno di questo e sinceramente io ne ho bisogno ancora adesso. Sono cresciuta comunque con Peter Pan che volava per casa in cerca della sua ombra, Alice e il Cappellaio che pensava di essere svitato, Aurora punta da un fuso e i meravigliosi principi a cavallo. Come si può vivere senza queste follie?! Mia mamma non mi leggeva mai le storie da piccola, per farmi addormentare mi cantava delle canzoni, non che la sua idea non fosse bella, anzi probabilmente è anche per quello che amo la musica, ma non so cosa le costasse leggermi una favola e perchè no, avrebbe potuto essere lei l’eroina di quelle storie. Volevo solo essere come gli altri bambini, volevo una storia tutta mia, volevo qualcosa che parlasse di maghi, di streghe o di principesse. Per questo nonna Kate mi leggeva di nascosto le fiabe, e mi portava ogni week-end al parco. Mi comprava lo zucchero filato e tutte le cose più stupide che si possono mangiare. Se mia mamma sapesse dello zucchero filato direbbe subito che fa venire la carie ai denti e che contiene troppi zuccheri. Ma lo zucchero filato è buonissimo, come si fa a non ammirarlo. Pensateci, dei piccolissimi granelli di zucchero bianchi che si trasformano in enormi palloncini rosa, è una cosa pazzesca, direi quasi una magia. Il bello di strappare i pezzettini appiccicarsi tutte le mani e la faccia perchè non riesci mai a centrare la bocca dall’emozione hai.

Queste cose secondo me sono uniche. Ecco, vedo il mio telefono vibrare, un messaggio di Emily.

Emily:” ma si può sapere che fine hai fatto? L’unico giorno che ho libero e non mi chiami per vederci? Sei una pessima amica. Pessima!” sospiro, alzando gli occhi al cielo.

Le rispondo :” se ti dicessi che stavo per chiamarti per vederci stasera?! Mi perdoneresti?!?”. Non faccio neanche in tempo ad appoggiare il telefono che ha già risposto, sicuramente mi bombarderà i domande.

Emily:” Ti perdono solo se mi dici che hai in mente.. allora? Dove vuoi andare? Siamo solo noi? Cosa mi devo mettere? Non sarà una festa come quella della settimana scorsa? Non mi farai tornare a casa alle quattro del mattino? Domani ho il tirocinio lo sai….”.

Ecco appunto, domande su domande. Avete capito di cosa parlavo prima?! Ora mi tocca scriverle un poema per spiegarmi, al quale lei risponderà con altre dieci domande. Quindi scriverò semplicemente:” Ti aspetto qui tra un’ora, decidiamo insieme cosa mettere”. Invio e mi lancio sul letto insieme al mio Iphone a peso morto.

Troverai qui tutte le novità su questo libro

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Natasha Crepaldi
Mi chiamo Natasha Crepaldi sono nata a Castel San Giovanni in provincia di Piacenza, nella vita mi occupo di design e social media lavorando come libera professionista. Fin da bambina ho sempre avuto affinità con l'arte, successivamente ho sviluppato le competenze necessarie per farlo diventare un vero e proprio lavoro. Ma non mi sono fermata solo a quello, scrivere è sempre stato un modo per sfogarmi e per raccontare i miei stati d'animo e le cose che mi stavano a cuore, così ho deciso di provare a raccontare a qualcuno ciò che sentivo dentro e da questo caos nasce la voglia di scrivere questo libro.
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