…per fortuna è una bella giornata… Cristo, mi sono dimenticata l’agenda a…speriamo non mi chieda nulla sull’apparato circolatorio o sono fre …sì mamma, non ti preoccupare, per cena tornerò a ca …ecco, lo sapevo, non si può stare soli per un attim …biglietti per favore, bigliett …intanto io, prima o poi, ce lo mando affanc …Sui treni, per salvarsi, per fermare la perversa rotazione di quel mondo che li martellava di là dal ve…devo cambiare portafogli, questo non ce la fa pi …devo passare dal negozio di giocattoli per il regalo di mio figl …questo treno è ancora in ritard …certo che se ti lavassi la mattina non sarebbe mal …fa caldo …fa freddo …vediamo se quella tipa mi ha risposto su faceboo …Io non credo nei miracoli, meglio che ti liberi meglio che ti guardi dentr…download…app…quasi quasi mi scarico il nuovo libro di…pronto? Sì sono io, come? No, guard
…
Un sorriso d’arancio corteggiato dal sole.
“Eccolo, è questo!”
“Bene signore. Bellissima frase. È una poesia?”
“Non è poesia. É un quadro dipinto dalla vita, talmente bello da generare poesia. Ora mi sta tornando in mente tutto.”
“Sono contento, signore. Qui ai “Ricordi Smarriti” rimangono in deposito un sacco di ricordi senza che mai nessuno venga a reclamarli. A volte è un vero peccato”.
Domenico accenna un sorriso. Pensa alla sua frase, pensa a quel sorriso arancione davanti al finestrino del treno, di fronte a lui. Ora ricorda il volto di quella donna. Era una donna che sapeva di frutta, colorata da un sole al primo tramonto, fasciata d’arancio tanto da sembrare di terra. Efelidi al lato del naso. Gli occhi verdi a trafiggere il confine del cielo.
“Ma, scusi se glielo chiedo. Com’è possibile ritrovare i nostri ricordi?”
“I treni ricordano, signore.”
“I treni ricordano? E come?”
“Cosa sono i ricordi se non passeggeri su un treno di memorie!”
Il sorriso di Domenico si allarga, evidenziando giovani rughe.
L’impiegato è gentile. Risponde al sorriso con un altro ancora più trasparente, pulito.
Spiega.
“La gente, mentre viaggia, si rilassa, parla, si addormenta, ascolta la musica, sogna. Succede che, a volte, quello che si pensa o che si sogna possa scappare via, scivolando sopra il sonno o per una distrazione. Noi recuperiamo i ricordi sfuggiti e li cataloghiamo qui, sul nostro database. Quando vengono persone a reclamarli, non facciamo altro che sfogliarli, sperando di trovare il ricordo giusto …come nel suo caso.”
Domenico non riesce a togliersi il sorriso dalle labbra.
“E’ un ricordo molto importante, deduco.” L’impiegato osserva l’uomo che ha di fronte, la sua espressione distratta, sognatrice.
Domenico si scrolla di dosso uno sguardo appannato.
“Beh, ecco. É stato un momento perfetto. Una donna che guarda fuori dal finestrino nel momento esatto in cui il sole galleggia sul mare e investe il vetro di un colore innaturale, talmente bello da farti desiderare di morire in quel momento. L’arancione che scivola sul profilo di quella donna, asciugandone la stanchezza, accendendola di tramonto. Quello sguardo che poteva arrivare ovunque.
Non se ne vedeva la fine.”
“È innamorato, signore?”
“Mi sono innamorato di quella poesia.”
“La conosceva? La donna, intendo.”
“No!” Domenico abbassa gli occhi. “…no!”
L’impiegato sposta lo sguardo sul suo database. Appoggia le dita sulla tastiera del computer e le fa correre sui tasti. Guarda Domenico e sorride delicatamente.
“Vuole collegarsi, signore?”
“Come?” Domenico si scrolla ancora dai pensieri.
“Il ricordo. Desidera riaverlo?”
“Ce…certo!” Un’espressione svampita. “Quanto mi costerà?”
“Signore, se avessero un prezzo qualcuno potrebbe comprarli
…i ricordi sono liberi!”
L’impiegato si ferma un istante. Guarda Domenico negli occhi fino a scorgerne l’anima poetica. Ne percepisce l’amore genuino.
“Cosa devo fare?” Domenico suda.
“Deve solo avvicinarsi con la testa qui, vicino al mio computer. Ho bisogno di collegare questo bio-diodo alla sua fronte per poter travasare il ricordo nella sua memoria.”
Domenico è nervoso. A dire il vero ha paura, ma non sa di cosa. Forse ha paura di ricordare quella donna perché, in fondo, non la conosce. Non sa di chi si è innamorato. Forse è meglio non saperlo per non dover soffrire. Dopotutto, come farà a ritrovarla?
“Si avvicini per favore.”
Domenico indugia un paio di secondi, poi allunga di un passo verso l’impiegato.
“Farà male?”
“Fanno male i ricordi, signore?”
“Forse questo sì.”
“E’ questione di un attimo.”
Gli occhi di Domenico si chiudono nel momento in cui ilo bio-diodo si appoggia freddo sulla sua fronte.
L’impiegato preme un tasto e invia i dati dei ricordi.
L’uomo sussulta per una frazione di secondo.
Una piccola scossa gli percorre la pelle, proprio in mezzo alle sopracciglia. Nessun dolore. Solo un lampo di luce che attraversa i pensieri.
“Fatto!”
Domenico apre gli occhi. Un sorriso d’arancio, corteggiato dal sole.
C’è tutto in quel ricordo. C’è il suo viaggio, il suo lavoro, il suo amore, i paesaggi che scorrono veloci per poi andare lenti e poi tornare a correre.
Ci sono i colori incredibili di quel tramonto, di un ritorno a casa dolce, emozionante, sospeso in un fermo immagine nitido dentro il vagabondare frenetico della vita.
C’è lei, di fronte. Si è appena seduta. Non lo guarda. Ha chiesto solo “permesso”.
Appoggia i gomiti al tavolino sotto al finestrino e si dedica al mare. Il mento fra le mani.
I suoi occhi galleggiano sull’orizzonte, come il sole.
Domenico la fissa, non riesce a farne a meno.
Poi eccolo …quel sorriso meraviglioso!
Il ricordo perfetto.
Però, c’è qualcosa in quel ricordo che …non ricordava. Come se non fosse suo.
É li, che gli gira nel cervello e non riesce ad afferrarlo.
Domenico chiude gli occhi e il ricordo si ferma.
Vede se stesso sul treno. Vede i suoi occhi fissi ed estasiati. Il sorriso stupido.
Il ricordo è di lei che lo guarda…per un attimo
…sorride d’arancio, corteggiata dal sole.
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