Il mare inghiottì tre dei suoi uomini in un battito di ciglia, senza che lui potesse
accarezzarli con una bestemmia per spronarli l’ultima volta. Un lampo fece
ghignare il cielo e una smorfia attraversò il suo volto mentre, sferzato dalla pioggia e dalla grandine, afferrava la ruota del timone. Il legno ringhiò e i suoi denti cigolarono ma, la nave più veloce mai costruita, continuò la sua precipitosa corsa verso il maelstorm che si era schiuso dinnanzi a lei come una bocca d’inferno. Il capitano ululò blasfemo mentre le nocche gli diventavano bianche, i polpastrelli rossi e i tendini dei suoi avambracci robusti si sfilacciavano come sartie in un uragano. Altre quattro anime furono strappate dal ponte dai cavalloni e, schiumante, l’uomo di mare si rivolse alle onde, ritto statuario come una polena “In te sono nato e in te morirò ma non mi piegherò alla tua frusta! Lanciami addosso tutto quello che hai, sputami addosso tutto il disprezzo che puoi scatenare! Io di qua non me ne vado
maledetto! Non mi pieghi!”. Un fulmine accese l’albero maestro come un faro nella notte e, i pochi membri dell’equipaggio ancora sulla tolda abbandonarono i loro mestieri, inginocchiandosi per pregare. “In piedi cani! A Me! A me dico o il tormento delle fiamme di Satana non sarà nulla rispetto a quello che vi farò io all’inferno! La vostra anima appartiene a Dio, il vostro cuore alla lurida prostituta di un qualche bordello di terz’ordine, ma il vostro corpo, la vostra forza appartengono a ME!” ruggì il pazzo capitano, vomitando addosso ai marinai violenti improperi e poi, schiumante, senza lasciare il timone, rivolse al cielo due occhi di fuoco, febbrili “a che pro, a che pro mettere nel mio animo l’avventura e il mare aperto per farmi finire così!? Neppure tu puoi prendere la mia vita, non te lo permetto, non te lo permetto!”. Un onda più alta delle altre, nera come il fondo di un paiolo coprì le nuvole e, in quell’oscurità, l’uomo a capo della nave più veloce del mondo vide il suo riflesso. Pallido, rosso, feroce, un volto senza occhi gli sorrise con un ghigno ferino e predatore; il capitano tese la mano per allontanare quella visione e l’apparizione parve quasi squarciare con artigli pallidi e insanguinati il velo d’acqua che la separava dal mondo degli uomini. “Vai al diavolo!” urlò
il marinaio e, scaricò la pistola che era riuscito a recuperare dal cinturone con una mano mentre, l’altra, ancora reggeva il timone.
L’onda precipitò sul flyut, sghignazzando.
Palingtrekken (anteprima non editata).